domenica 12 gennaio 2014

Orticaria


Ore 12, IKEA.
Dopo aver attraversato migliaia di mq fra piano espositivo e magazzino, decriptato i codici, prelevata la merce (scaffale 9 e posto 13? o scaffale 13 e posto 9?), superato le casse e acquistato le polpette Kottbullar, li vedi raggiungere l'uscita principale. Segnati dai neon, vinti dalle temperature asiatiche.
E come se non bastasse, proprio davanti alle porte scorrevoli, quando si illudono di aver finalmente raggiunto la meta, incontrano la forca caudina: un banchetto per la raccolta fondi. Associazione umanitaria.
Allora. Tanto di cappello a chi si smazza il sabato mattina per una causa benefica. Bravi.
Però penso che chiedere, sia questione di grande equilibrio e delicatezza. Si può fare in modo discreto, educato e defilato.
Insomma, un ragazzo e una ragazza adescano i passanti ignari, stile animatore villaggio vacanze.
"Ehi nonna, come sta?"
"Amico, ti ho riconosciuto, fermati un momento!"
"Ma che simpatico frugoletto! E che famigliola carinissima!"
Sto ferma per un po', causa coda al reso merce, e me li guardo.
Lui sarà sulla trentina, classico parrocchiano attivissimo. Occhialuto, scarpa anonima, capello rado, pantalone di vigogna. Ai limiti del nerd.
Lei, qualche anno di meno, parrebbe pure carina se non fosse che appartiene alla categoria "mi-mortifico-perchè-ciò-che-conta-è-che-uno-sia-bello-dentro". Tende a scomparire.
Nell'attesa, apro le patatine Potatischips, prendo posto sui miei imballaggi, e mi godo lo spettacolo.
Giunge una coppia di mezza età. L'uomo è un tipo alla Hulk Hogan, massiccio e con tanto di bandana. La moglie sembra non appartenergli. Elegante, bionda, un sorriso gentile. Bella signora.
Ed ecco il mio volonteroso volontario scattare sulla fascia. Evidentemente gli paiono dei buoni soggetti.
"Ciao ragazzi!", esclama brioso, piazzandosi davanti al carrello con braccia e gambe spalancate.
Rimango lì, una patatina a mezz'aria.
Ora, posso anticipare che non ho asistito a scene racapriccianti. Che (purtroppo) il nostro wrestler con bandana non ha fatto roteare sulla sua testa il malcapitato e vivace catechista. Nulla di tutto ciò.
Ma quel "ciao ragazzi" mi è parso così irrispettoso e inadatto. Così forzato e triste. Che mi son chiesta se qualcuno si è preso la briga di spiegare a questi volontari che il rispetto per  l'essere umano, che così tenacemente tutelano a distanza, ha un suo valore anche qui, a casa loro.

23 commenti:

  1. Argomento interessantissimo che tra l'altro stra-condivido perché, a mio giudizio, i "modi" sono tutto, e in tutti i campi, perché se "cadi" (o "scadi") in quelli poi.. rimane, resta. Credo ci vogliano tatto, buonsenso e delicatezza, in tutte le cose e in tutti i tipi di relazione, a maggior ragione con chi ti approcci per la prima volta e in contesti "questuanti" come questo: perché invadi uno spazio, una vita che si, poi magari non incontrerai più ma non per questo puoi entrare come l'elefante nella cristalliera, no? Si entra in punta di piedi, si bussa e si attende che ci venga aperto, offrendo cortesia e sorriso e proponendosi con la stessa educazione che vorremmo a nostra volta ricevere se fossimo dall'altra parte. Mi è capitato di fare queste cose, per la Caritas, so benissimo come la stragrande maggioranza dei volontari che lo fanno, non per colpa loro ma perché non c'è preparazione alcuna, si approccino nella maniera errata, che si, attirera' qualcuno ma fa allontanare di certo più persone di quante ne avvicina. Un sorriso e un saluto educato invece, senza mettersi davanti a carrelli o persone "di prepotenza", a mio avviso conquistano e coinvolgono molto di più, e infatti quando mi è capitato di essere fermato io in questo modo "invasivo" l'ho serenamente e amichevolmente fatto presente. Le buone maniere sono tanto trascurate maestra! ;)
    Comunque considera che io maltollero anche il commesso del negozio che entri e ti bracca come un dobermann ^^ capisco sia il suo lavoro, e che riceve incentivi di vendita se batte il tuo scontrino, ma credo bisogna guardare le persone come tali, non come veicoli da abbindolare per ottenere un proprio tornaconto. Anche perché poi, a me, non mi abbindola nessuno ;)

    Buona domenica :)

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    1. Assolutamente così Maurì...
      Uguale. Ho la mappa dei negozi in cui le commesse sono invitate a fare da assistenti al cliente. E li evito come la peste (in generale, in realtà, evito i negozi tutti come la peste...) :)))

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  2. Condivido in pieno il commento di Maurizio C. , i modi sono tutto e cambiano tutto. E non è una questione di educazione o meno, ma di rispetto, niente di più niente di meno.
    Per non parlare poi di quei allegri ragazzi dell'Avis che ti si piombano addoso.
    Ma se vorrò mai dissanguarmi mi avvicinerò io no? Non sto mica aspettando te vampiro dei miei stivali.-

    Passando ad altro- belle le descrizioni della gente all'Ikea.
    e la frase ad inizio post semplicemente la adoro.

    Buona domenica :)

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    1. Esatto!
      Ma sono certa che evidentemente, per qualcuno (o con qualcuno) la cosa funziona...poveri ignari che non riescono a sottrarsi.
      Rimane una forma di invadenza che sfiora l'abuso (della pazienza e del tempo altrui!).
      Ciao!! :) Buona domenica a te...

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  3. Anche alle ns latitudini sotto Natale è sorta una polemica per il comportamento poco adatto di certi addetti alla bancarelle benefiche.
    Avvoltoi che ti piombano addosso a tradimento e se non dai nulla, ti squadrano dall'alto in basso.
    Secondo me dovrebbero limitare queste iniziative solo all'informazione, e evitare raccolte di fondi.

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    1. Porgere un volantino ad esempio...se voglio lo prendo altrimenti no.
      Anch'io per Manitese ho fatto banchetto, ed era così che facevo. Vuoi informazioni? Sono qui per dartele...

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  4. L'italia per le donazioni è un terreno fertile anche con la crisi, lo dicevano alla radio tempo fa. negli ultimi tempi sono cresciute le raccolte organizzate da grandi associazioni, wwf, save the children, emergency, questo perchè questo tipo di raccolta è un business e nulla è come tale governato dalle regole del marketing, ne più e ne meno come le assicurazioni vita, gli aspirapolveri e tutto ciò che è vendita porta a porta.
    per non soccombere a questa guerra, i piccoli si adeguano scimmiottano, copiano come possono. ma il discorso di fondo è sempre lo stesso, (almeno per me) preferisco un volontariato diretto, magari dedicando un paio di ore a settimana, piuttosto che mondarmi la coscienza e buttare nel pentolone un paio di euro che non so come e dove verranno spesi.

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    1. E' un calderone senza fondo nè fine.
      O conosci qualcuno che raccoglie e poi veicola direttamente (qui succede, in realtà molto piccole), altrimenti non ha senso alcuno.
      Hai mai sentito qualcuno rivolgere la parola al ragazzo che fuori dal supermercato chiede l'euro del carrelloi?
      Da dove vieni? Cosa ci fai in Italia?
      Cose così.

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    2. io una volta gli ho preso una lattina di birra e un panino. mi ha detto che preferiva i soldi ... -.-

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    3. Ma dai! :(
      Io invece offro sempre un panino (al formaggio, potrebbero essere mussulmani). Sempre grandi sorrisi...

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  5. Mangi patatine e guardi la gente: qua mi hai conquistata definitivamente.
    E non scherzo.

    Capitolo capannini delle varie associazioni: capisco ciò che fanno, ma loro non capiscono che non mi fermo.
    E con questo penso di avere fatto intendere il mio pensiero.

    Rispetto ...hanno chiuso il banco, è merce quasi introvabile.

    Buona domenica :-*

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    1. Andrebbe segnalato però. Ci meditavo.
      P.s. Poi, ho pure aperto un a birretta rossa Ikea. Un'attesa snervante :)))))

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    2. snervantisssima direi!!!!

      bahahah fatto bene: voja di scambiare patatine e birra e siga con te :-)

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  6. Oticaria o orticaria ?

    Ma e' l'ikea che affianca l'autostrada, alle porte di Udine ? (Che non credo sia Udine quella).

    Io non faccio beneficenza, da quando ho scoperto (non per sentito dire, un mio conoscente era ed e' un pezzo grosso di un'associazione umanitaria) che la maggior parte delle donazioni serve a pagare strutture e stipendi. E quell'associazione che ha fatto l'accordo con l'ikea a livello nazionale puzza di marcio in maniera enorme!

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    1. Bravo, l'Ikea di Villesse, l'unica che abbiamo in regione e solo da qualche anno.
      Riguardo all'accordo con I'associazione in questione, vorrei proprio farmi una ricerchina...
      P.s. Grazie per la segnalazione!!! Mi era rimasta "R" in mano :)
      Correggo subito

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  7. Li vedo quasi ogni sera alle 20, Save the children, Greenpeace, varie derivazioni dell'ONU.
    Io arrivo e loro se ne vanno.
    Un gran momento.

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  8. In genere i ciellini qualunque cosa facciano credono di stare dalla parte del giusto
    e questi non son da meno.

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  9. l'ikea è uguale ovunque, volontari compresi all'ingresso :) ma al momento quelle intorno a dove abito io non hanno raggiunto i livelli dei "tuoi" volontari :)

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  10. ...è che ti immagino mentre ti godi la scena... mi diverte la situazione!!

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La vita è così, stupisce

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