mercoledì 27 agosto 2014

Uomini e spazio


Abbiamo camminato parecchio, sulle strade dei viandanti, dei pastori, dei mercanti. Abbiamo attraversato paesaggi e cieli, protetto gli zaini e la testa dalla pioggia sottile, offerto le braccia ad un sole che cercava spazio, acceso dalla tenacia di agosto.
E mentre salivo, vedevo.
Ogni uomo può scegliere quanto calarsi nelle sue profondità o quanto invece allargarsi nello spazio. Esploratori sempre e comunque, ma se nel primo caso si viaggia prevalentemente al buio, nel secondo è luce dal primo istante.
In ogni modo si raccoglie, a piene mani, però la sostanza cambia.
Attraversare il proprio paesaggio (a volte così aspro) e quello di altri uomini, lascia la pelle diafana, lo sguardo febbrile e un'acutezza profonda nel leggere, anche i silenzi.
Muoversi al di fuori, portare corpo ed occhi sulla terra e su ciò che ne affiora, brucia la faccia e scioglie il passo. Dona leggerezza.
Che poi, ho detto "scegliere", ma di scelta non si tratta. Veniamo su così, ortiche o gramigna, steli aromatici o erbe selvatiche.
Cosa sia meglio? O peggio? Verrebbe da dire che il giusto sta nel mezzo. Ma io quel "mezzo" non ho avuto modo di vederlo, ancora.
Allora penso che possiamo imparare. E possiamo insegnare. Restando la specie d'erba che siamo, fedelmente.

domenica 24 agosto 2014

Enlarge your world

Due dita di bianco, le patatine al lime. 
Mi sparo a tutto volume quel "Mad world", che sempre mi porta in volo, sopra le cose.
Enlarge your world

"Nonno leggimi"
"Cosa ti leggo?"
"Pinocchio".
"Ma sempre Pinocchio?"
"Sempre"
E lui allora si sedeva, con l'ingombro di quelle gambe troppo lunghe, così simili alle mie. La vestaglia vinaccia, ben allacciata, una mano a voltare le pagine, l'altra a tenere me.
C'era una volta...un re, diranno subito i miei piccoli lettori. No ragazzi, avete sbagliato. 
C'era una volta un pezzo di legno.
Con le labbra mute ripetevo, ogni parola.

Volevo sposarlo il nonno. Adesso, a ben pensare, credo di aver sempre cercato nel mondo quello sguardo d'amore senza riserve.
Sono stata la redenzione di un anaffettivo cronico, la sua ultima possibilità di far posto al cuore.
Un miracolo, una salvezza quel nostro appartenerci: intorno tutto cadeva, ma noi restavamo in piedi.

mercoledì 20 agosto 2014

Blind date


Insomma, sono stata a Trieste. Da quanto non la attraversavo in solitaria?
Non mi manca il suo fulgore, quella veste da gran sera. Troppo sfarzo.
A dire il vero ho guidato tirando dritto, non guardavo. Calati gli occhiali da sole, ho raggiunto l'acquario col pilota automatico, in stand by. Poi le ho chiamate.
"Ehi, eccomi arrivata".
"Attraversa la strada, siamo al bar!"
Erano lì le ragazze.
Che poi tu scrivi, offri e raccogli parole, intuisci palpiti, allegrie, ma non sai mai. Se ci sarà corrispondenza.
E loro, belle di risate e storie e vite (gatti, amori, sigarette, cieli, rabbia), erano autenticamente loro.
Ho preso appunti, perchè c'ho tanto da imparare. Le maestre son così: conoscono il condizionale, le tabelline, l'era archeozoica, e poi la vita gli pare troppo difficile.
P.s. quindici euro di multa perchè ho dimenticato il ticket del parcheggio. E mi sono pure detta che pareva poco, quindici euro.

venerdì 15 agosto 2014

Lumache impazienti


 Lumachina lumachina
sulla schiena una casina
puoi fermarti qui un momento
mentre fuori soffia il vento?
Lumachina senza pace
di vedere sei capace
che alla fine del tuo andare
c'è il tuo posto, in cui restare?
Lì potrai posar la buccia
sarà luce la tua traccia.

Su e giù in questo agosto novembrino. Vorrei mettere radici, prendere un ritmo, quella rassicurante regolarità di cui ogni animale abbisogna.
Mi piace pensare al mio vestito viola, con i gufetti, che per primo ha trovato casa. E se ne sta lì appeso, anche quando io sono in transito.
Mi piace pensare a quelle due blogger speciali e belle di cui conosco un poco il cuore, ma non il fare, e che fra qualche giorno incontrerò. Che emozione.
Mi piace pensare all'Odissea, al mare, a Circe e alle sirene, che il primo giorno di scuola verranno insieme a me, per allargare occhi e pensieri ai miei bambini.
E poi, è passato anche ferragosto.

martedì 12 agosto 2014

Un giorno, passando


Da dove è iniziato tutto? Me lo chiedevo ieri.
Perchè le tappa evolutive, le trasformazioni, i salti in avanti, a ben guardarli, mostrano il loro attacco. Un giro di do, magari. O un colpo di tosse. Fatti all'apparenza insignificanti, quanto l'accidentale rovesciarsi di un goccio di caffè sulla tovaglia buona.
Allora mi pare di averla individuata, quella spinta del piede al blocco di partenza.
Era domenica, passavo in bicicletta davanti alle vecchie officine. Nella tracolla la piccola Canon rosa che utilizzavo a scuola. Rimasta lì, per caso.
Qualcosa in quel luogo, mi ha chiamata, come sempre mi chiamano le tracce di uomini e vite e voci andate. Che forse mi sembra di trovare un nesso, un senso, un filo, che tutto tiene.
E lì, ho sentito il bisogno di cambiare lenti. Cercare un'angolatura, una luce, un contrasto.
Attraverso la Canon ho visto la porta.
Di un altra vita.

venerdì 8 agosto 2014

Mi volto, guardo

Era aprile, penso.
Due mesi prima avevo toccato un fondo di dolore che mai avrei creduto possibile. Che rende cavo corpo e cuore.
Era aprile penso, e stavo alzando gli occhi, un poco per volta. Ma non mi pareva ancora giusto vedere, mangiare, sentire.
Al banco dell'affettato lui sceglie il crudo buono, io prendo il pane e lo raggiungo. Satello e sorrido. Saltello, perchè tutto quello che voglio, è lì.
La signora mi guarda divertita,  poi si rivolge a lui.
"Una donna felice", dice.
Proprio così.
"Una donna felice".

martedì 5 agosto 2014

Intorno a me


Stamattina ho pensato che se loro ci sono per me, vuol dire che io so esserci, per loro.
Per la mano grande che di notte cerca approdo sul mio sul fianco, mentre il suo respiro colmo, giusto, tiepido, dà ritmo anche al mio, corto, irregolare, leggero.
Per le braccia profumate di G, che ieri mi hanno stretta, senza dire, e che oggi, leste e decise, estraevano meraviglie in saldo fatte apposta per me. Una camicetta. Una felpa. Un jeans. Guarda che belli, provali.
Per gli occhi attenti di S, che mi ha offerto una parmigiana da sogno mentre la sua creatura sdentata mi sabotava il pc. E continuava a dire che secondo lei mancava sale. Olio. Era poco cotta. Invece era buonissima.
Per le parole mai distratte di J, che ha imparato a sognare e inventare e immaginare uscite di emergenza, quando i tempi erano duri.
Per il sorriso che E mi regala sempre, anche se piove fitto su quei suoi ricci rossi.
E così. Ho proprio tanto.

venerdì 1 agosto 2014

Muoversi


Alzati e cammina
per scoprire di essere vivo come non mai
Lazzaro stamattina
e resuscita un pezzo alla volta la volontà
C'era una volta non c'è più
mentre l'unica cosa che resta davvero sei tu
(Subsonica, Lazzaro)

Niente paralizza più della paura. 
Ci sono paure chiare, oggettive, concrete, che si domano con giusto equipaggiamento e spalle ben aperte. 
Altre, più torbide, hanno la sostanza dei sogni, e come i sogni attingono ai ricordi.
Corridoi, assenze, porte sbattute, temporali, spinaci all'olio, dinieghi, solitudini, fogli bianchi, penne rosse, un campanello nel cuore della notte.
Così accade che ti trovi sul ciglio di un'azione, magari banale, ovvia, e il piede tentenna, scarta il passo. La mano rimane sospesa, appena schiusa, non si protende.
Non puoi far altro che tornare a quel temporale. Con infinita pazienza dovrai convincerti ad aprire le finestre, prenderti per mano, indurti ad alzare gli occhi al cielo, dirti che un temporale è soltanto un fenomeno atmosferico, che si esprime in termini energetici.
E quando l'ultima voce della tempesta avrà tuonato a sud, allora potrai tornare. Al tuo passo, al tuo andare.

La vita è così, stupisce

La vita è così, stupisce

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