Son soddisfazioni grandi. A dire il vero, mai avrei pensato.
Proprio io, che perdevo sostanza quando coglievo vaghi cenni di dissenso, se mi pareva di deludere, di non corrispondere. Quando mi si attribuivano intenti, parole, silenzi, che non mi appartenevano. Se non leggevo me, nell'immagine che davano di me.
Poi succede che qualcuno ti dipinge proprio male - calando buone dosi di veleno - e capita (sorpresa!) che non ti capovolgi tutta, che non ti metti per l'ennesima volta al muro e non tiri fuori le budella così, a gratis.
Capire che tutto sommato passo oltre, è un piacere non da poco.
Invece non vengo a patti con la mia parte aerea e molle.
Quella ma che dolce anima sensibile e luminosa!, però la realtà è fatta di terra. Legni. Ossa.
Quella che costruisce barchette coi gusci di noce e immagina rotte e approdi, senza economia.
Quella che ancora vede nelle altrui intenzioni le sue.
Cazzo, ma ancora non mi entra in testa?
Cazzo, ma ancora non mi entra in testa?
A ben pensarci ci sarebbero delle strategie operative, piccoli e semplici accorgimenti per sognare un po' al ribasso. Che starei tanto meglio.
1) smetterla di indossare queste:
1) smetterla di indossare queste:
3) piegarmi alle scarpe adatte ed acquistare finalmente un paio pantofole;
4) finirla con gli spuintini in macchina, che son briciole dappertutto;
5) abbandonare il cuscinetto Ikea, che abbraccio languidamente durante il sonno.
Dovrei provare, magari non ne esco grigia come penso.