L'altra sera siamo andati in Sella, a scattare qualche foto. Cercavamo un alito fresco, verde chiaro, silenzio. Il posto (di cui vi ho già parlato) è questo:
Dunque arriviamo in cima verso sera, e nonostante quel pianoro sia un luogo di venti e brezze, l'aria è ancora spessa, calda. Ci sistemiamo di fronte alla chiesetta, poco distanti da un terzetto di giovani donne sedute su un plaid. Intorno, tutto si dispiega come in un bellissimo libro illustrato le cui immagini saltano su quando volti pagina: pop, il monte, pop, le nuvole, pop il prato fiorito.
E' raro trovare lassù qualcuno che non sia in transito. Di solito si incrociano camminatori, gente che fa la sua corsa, o che passa per raggiungere altri sentieri.
Insomma, nell'assenza assoluta di suoni, le tre chiacchierano amabilmente. Anzi, a dire il vero, una di loro parla a raffica e alle altre non resta che annuire.
Parla, parla, parla. Di quello che le fa il filo, dell'altro che non le dà tregua, dei consensi che ovunque miete. Parla a voce piuttosto alta e con "esse" sibilante, così volente o nolente siamo costretti ad ascoltare. La osservo, non mi riesce facile attribuirle un'età. Direi intorno ai vent'anni, ma le altre paiono più grandi. E' molto carina, faccino pulito da catechista.
Zì, inzomma, quando abbiamo finito all'oratorio zono andata a prendere Paola...
Ecco, mi sembrava.
Intesse quindi un discorso articolato sulla sua bellissima zpontaneità, sul suo cuore aperto e i suoi modi schietti. E per rendere ognuno di noi davvero partecipe, per dare prova che le sue parole sono fondate, entra nel vivo, esemplifica.
Io zono fatta così, mi piacciono le "cose matte" (sic). L'altra zera ho detto alla mia amica che potevamo trovarci fuori invece che a caza, magari prenderci una birretta e portarla al parchetto, berla su una panchina! Zono fatta cozì io, mi piacciono le coze diverze, le "idee matte" (sic).
Ride soddisfatta, attende un plauso. Aggiunge poi che lei si sente ancora così giovane, nonostante abbia già trent'anni e sua mamma non smetta di ripeterle che sarebbe ora di finirla con queste cose matte.
Certo che quella di portarsi una birra al parco e berla su una panchina, a trent'anni, è l'idea più balzana che si possa avere. Impensabile. Rompe gli schemi.
Faccio in tempo prima di scendere, a sentire l'ennesima cosa matta di questa pazzerella divergente e imprevedibile.
Le piace uno, ma questo è impegnato e blindatissimo. Sono soltanto amici, ma nella vita non si sa mai. Così lei spesso lo chiama per invitarlo a fare quattro passi, due chiacchiere. E l'ultima volta ha voluto davvero sorprenderlo con una cosa matta delle sue. Allora gli ha acceso delle piccole candele sul luogo dell'appuntamento, mettendo un bigliettino a fianco di ogni candela. Strano a dirsi, lui è arrivato e si è precipitato a spegnere tutte le candele come meglio poteva, accartocciando i bigliettini in tasca senza nemmeno leggerli. Pare le abbia detto sconvolto: "ma sei matta?".
Però gliel'ho visto in faccia che la zorpreza gli era piaciuta. Zolo che non è abituato alle coze matte.