Pensavo ieri sera prima di addormentarmi, che da un po' me li sento addosso quegli occhi. E non so mai da che prospettiva mi osservino: se dallo sgabello chiaro che sta in salotto, dal fondo del corridoio, o dall'angolo in terrazza, quando mi siedo al sole.
Forse, non guardano me, provano solo a guardare con me, le cose che guardo io.
Se all'inizio mi sembrava chiedessero parole, ipotesi, pensieri a voce alta, adesso no: si beano di un silenzio a spicchi da dividere con me. Uno io, uno tu, e la stanza si riempie di profumo.
Credo che ad un certo punto, troveranno il loro luogo. Gli occhi intendo. E se vorrò far loro un sorriso dovrò interrogare una notte scura d'agosto, o esplorare paziente il fondo sabbioso del mare.
Un angelo. Mi hai scritto così amica, e mi è parso vero.
Io non ci avevo mai creduto.