I feel my heart beating
I feel my heart underneath my skin
Il giorno di Natale verso le 12, mentre il mondo intero banchettava, io attraversavo un bosco (suuuuu e giuuuuuuù, suuuuuu e giuuuuuù...) con gli sci ai piedi. I due, che tempo fa mi parevano decisamente recalcitranti, adesso collaborano di buon grado. Sì, quel che basta a non finire la mia sessione in un bagno di sudore.
Il mio cervello è ancora tutto elettrico mentre scio, le connessioni
ipertrofiche. Un mondo di variabili da controllare: respirazione,
direzione della pista, coordinazione, posizione dei bastoncini,
angolatura, bolidi che arrivano alle spalle, rametti di traverso da
evitare assolutamente.
Però rido, quando un passo mi sembra particolarmente riuscito. E a volte, per pochi minuti, mi capita di andare. Andare e basta, con moto dolce e perpetuo che non necessita di pensiero.
Ieri siamo andati a pranzo dalla mamma e c'era anche la nonna, in libera uscita.
L'ho abbracciata. "Ciao nonna. Che messa in piega festaiola".
Ha sorriso. "Pare impossibile adesso, ma ero proprio bella una volta", dice.
"Lo sei anche ora. Come va?"
"Come vuoi che vada. Finito il pranzo devo tornare là e invece vorrei casa mia".
Mi ha preso un groppone. Ho provato lo stesso a rilanciare.
"Sai quante signore novantaseienni godono di una giornata coi nipoti e i bis-nipoti, tutte arzille come te?"
"Lo so, è una fortuna grande. Ma preferirei essere un po' meno arzilla, un po' più rimbambita. Così magari non soffrirei".
Non c'era proprio altro da aggiungere.
Ho ricevuto dei regali bellissimi, e capita quando non c'è aspettativa alcuna. Il plaid con Masha che fa le boccacce, il mio Erri, tre serie di Modern Family, cremine profumate, una gallina arancione, la voce di Chris bella più che mai. Ho goduto immensamente dell'altrui spacchettare, delle mani impazienti, dei grati sorrisi.
In questi giorni di bilanci, mi è capitato di sentire affermazioni come queste:
- avresti/avrei dovuto
- ho/hai/ha sbagliato
- è stato un errore, potevo /potevi/poteva fare diversamente
Ecco, tutte cazzate. Risparmiamocele. Perchè lo ribadisco, l'errore non esiste. Esiste solo ed esclusivamente quello che possiamo fare in un determinato momento, con i nostri limiti e le nostre forze. Ammetterlo, ammettere di essere oggettivamente limitati, e di agire per come possiamo, è già da supereroi.