domenica 28 dicembre 2014

Attrezzarsi


E' Natale, vorrei per me parole biscotto.
Le migliori son croccanti, gialle
lucide di burro, dorate come stelle
si annusano e sanno di pioggia in faccia
quando la prendi ad occhi chiusi e basta
si fiatano di bocca, e portano l'odore
di quel vino asciutto, nero, sulla terrazza al mare.
In verità me ne basta una soltanto:
la terrò nel taschino per i giorni di vento.

Siamo arrivati in alto che nevicava. E tirava pure un'aria fredda, rabbiosa.
Ma io ero contenta, volevo solo andare. Andare vuol dire respirare, guardare, scoprire che i piedi non scordano niente.
Ero certa però di aver dimenticato qualcosa, qualcosa di fondamentale, e continuavo a frugare nello zaino per capire cosa mai avessi lasciato a casa. Cosa, di tanto importante?
Poi mi sono fermata, ho capito. Ho sorriso.
Può un camminatore di spazi innevati pensare di raggiungere la vetta senza un tè caldo da bere, una volta arrivato? Può avanzare senza scarponi adatti? O procedere privo di cuffia, guanti, maglia di ricambio?
Io avevo ognuna di queste cose, e non ne avevo neppure una.
Sono arrivata su, con passo svelto, mentre tutto quel bianco mi si posava dentro. Ho guardato intorno, ogni cosa, senza saperne i nomi ma pronta ad ospitarne le forme.
E' bellissimo, vero Gioia?”
Così, mi son detta.

domenica 14 dicembre 2014

Partenze, arrivi


La vita pulsa, intorno.
Fuori. Nei cieli, nei mari, in Terra, nella porzione di terra che quel treno taglia con precisione di bisturi.
Dentro. In una casa, in ogni sua stanza, nella stalla aperta, nelle mani leste che mungono, nel fiato caldo d'erba e nel ronzare di mosche verdi. Nella testa scura di un uomo chino che si solleva e guarda il treno passare. E vorrebbe andare. Sul convoglio, nel vagone, sui sedili, nei piedi ciondolanti dalle scarpe slacciate, resto di corse sudate.
La vita pulsa così forte da restarne assordati. O accecati. Questo pensa lei, seduta compostamente in seconda classe, mentre ogni cosa scorre. Guarda l'orologio, raccoglie il paltò e si dispone a scendere. Alla prossima stazione, binario quattro, c'è la vita, ad attenderla.

mercoledì 3 dicembre 2014

Novità da est

Leggo ora il post di Fra in cui aggiorna noi, amici di bloggo, dei successi runneristici registrati col suo Garmin.
Anch'io avrei un cardiofrequenzimetro da attivare. Perchè adesso riesco a correre con buona regolarità, buon tempo e impegno. Mi piace. Sentirmi leggera e potente assieme, essere solo corpo e sostanza fisica. Salire, alzarmi, raggiungere un luogo da cui guardar giù. E mi basta andare dietro casa.

Sella Sant'Agnese, il luogo
Giunta a questo punto dovrei monitorarmi, così si fa. Ha un suo senso, una sua importanza. Registrare il proprio lavoro aerobico serve a tarare e ritarare gli allenamenti a venire. Ma non so perchè, questa possibilità mi sta un po' stretta. Come se il mio nuovo gioco libero, sciolto, sfrenato, dovesse sottoporsi al dazio dei numeri.
Per adesso, felicemente corro. Tac tac, tac tac, e la coda di cavallo dondola.





Come ogni prima donna che si rispetti, appaio finalmente in un calendario: occupo il mese di ottobre con grande orgoglio.
Le immagini sono raccolte da occhi amanti che accarezzano la terra dolcemente, e ne schiudono infinita grazia.


La vita è così, stupisce

La vita è così, stupisce

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