giovedì 24 settembre 2015

Pensa grande


Noi appiattiamo la nostra vita con il modo stesso in cui la concepiamo. Abbiamo smesso di immaginarla con un pizzico di romanticismo, con un piglio romanzesco.
...fedeli alla sfida romantica, ci arrischieremo a lasciarci ispirare da parole grosse, preferendole alle parolette riduttive. Perchè non è bene sminuire ciò che non si comprende.

Ho sempre pensato che le parole facessero la differenza.
Una traversata non è un passaggio.
Il fervore non è entusiasmo.
Penetrare non significa entrare.
Le parole tocca sceglierle con cura: rendono epico un viaggio, languido uno sguardo, inebriante un canto. Trasformano le cose fuori, poi dentro.
E con questo non voglio dire che le crepe vanno celate o la polvere ammucchiata sotto il tappeto. Non parlo di strati di vernice a coprire la ruggine. No. Parlo di render giustizia alla bellezza, di scovarla, stanarla, offrirle servigi. Metterle a disposizione le migliori parole, quelle dimenticate, antiche, quelle del sogno, della leggenda.
Il creato dona ad ognuno infiniti luoghi e volti e strade. Melodie struggenti, pagine scritte colme di intuizioni, scorci ignorati che chiedono di essere colti.
Sta a noi vedere. Sta a noi portar dentro. A noi sta scrivere la nostra biografia pescando parole perdute e straordinarie.

sabato 19 settembre 2015

Naufragar m'è dolce


"Gioia", mi dice, "bisogna imparare a pararsi il culo".
Pararsi il culo. Che non significa farsi i cazzi propri, dribblare con astuzia, studiare le mosse migliori. No. Vuol dire stare in quel mare ad occhi aperti, difendersi, proteggersi, evitare di esporre le parti molli, ingenuamente. Alzare la guardia, insomma.
Eppure fatico a digerirlo. Fatico ad impormi un qualsivoglia scudo in relazioni e contesti che mi vorrebbero invece a nuotare nuda, fra gli ignudi.
Le soluzioni (per me) restano due:
1) Resto in acqua senza protezione: sviscerata, vulnerabile e fiera di esserlo, ma consapevole che in potrei essere essere trafitta a morte. 
2) Riemergo prima possibile e cambio mare. 
Ecco, la via di mezzo non la contemplo. Soprattutto se c'è stato un tempo in cui a quelle acque mi sono affidata con gioia, le membra dolcemente abbandonate.

Esiste un motivo per cui la mia persona, che è unica e irripetibile, è al mondo. Esistono cose alle quali mi devo dedicare al di là del quotidiano e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d'essere. Il mondo, in qualche modo, vuole che io esista; ciascuno è responsabile davanti a un'immagine innata, i cui contorni va riempiendo nella propria biografia.
(J. Hillman)

Post criptico, lo so. Ma tranqui amici, va tutto molto bene  :))

domenica 13 settembre 2015

Post di fine estate

Penso troppo. Ma non credo di poter scegliere.
L'abitudine a pensare, immaginare, creare scenari, ipotizzare, ha per me radici profonde, e non banali. Cosa fa una bimba nel suo appartamento scatoletta, dentro un condominio scatoletta, nei lunghi e solitari pomeriggi invernali spazzati dalla bora? Prima di tutto si dice che la solitudine non fa per lei, e che non appena potrà farlo si attornierà di voci e parole e canzoni e abbracci e gente in movimento.
Poi immagina. Diciamo che sciala con l'immaginazione, che si concede il bis, il tris e pure la replica.
Allora devo solo gestirmela questa cosa un po' bella è un po' brutta che mi è stata data in sorte, amministrarla, per come posso.

In questi giorni ho compiuto gli anni e il mio pianeta ha visto l'alternarsi di eventi assai potenti. Ogni pianeta che si rispetti, quando evolve, scassa e sposta e rovescia.
La mia mamma è stata costretta a trovare una casa di riposo per la nonna, che giunta a 96 anni necessiterebbe di due badanti full time. Amelia è lucida, anche troppo, e questo non giova affatto.
Qualche giorno prima del ricovero l'ho chiamata: le era ben chiaro che non si poteva fare diversamente, che non c'erano alternative (ogni possibilità è stata soppesata, valutata, simulata sulla carta), ma ancora provava a dire che non voleva lasciare casa sua, le cose sue. Mi chiedeva di esprimere un pensiero in merito, di schierarmi.
E così, da giovedì la nonna piange di nostalgia in una stanzetta anonima che divide con altre nostalgie, e conserva quel che resta della sua vita in un armadietto largo quaranta centimetri. La mamma, ovviamente, piange insieme a lei.

Poi sono stata a trovare il mio mare per l'ultimo bagno, che poi non si è fatto perchè tirava un'aria fresca proprio. Ma era un luogo così bello, così incredibilmente bello nella prima luce autunnale (lo so, non è ancora autunno, ma la luce già muta) da riempirmi sporte e sporte di provviste, per il tempo grigio e freddo che verrà.
Con le biciclette abbiamo corso un anello (sali-scendi-salisalisalisali-scendi-sali) che ci ha condotti a questo posto:


E sulla strada del ritorno c'è stato un incidente da spavento, ed è andata male, ma non malissimo come poteva se Lui non avesse indossato il casco. Clavicola rotta e fermo trenta giorni, che per uno mai fermo è la vera condanna. Così posso abbracciarlo solo poco poco.

Nota luminosa: nonostante tutto abbiamo deciso di dare la festa di compleanno danzante, ma senza le danze. Eravamo una ventina nel pratino sotto le stelle, e il Prosecco andava giù, e le bimbe correvano, e ovunque mi voltassi c'era qualcuno di cui so davvero, e che davvero sa di me.

Domani è lunedì, si torna a scuola.

La vita è così, stupisce

La vita è così, stupisce

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