lunedì 25 maggio 2015

Il mondo


Stamattina sfrecciando al lavoro mi guardavo attorno. Se mai dovessi cambiare nuovamente casa, non tornerei in città.
Il luogo dove ora vivo, diecimila anime su per giù, mi procura l'indicibile piacere del riconoscimento e del senso di appartenenza. Il giusto equilibrio fra orizzonti brevi ed orizzonti vasti.
Per dire.
Vado dal concessionario (che immediatamente propende per un amichevole "tu", ipotizzando situazioni in cui potrebbe avermi già visto, tanto familiare gli sembro) e arriva il gelataio. Saluta, dice che il mio gusto preferito sarà pronto la prossima settimana. Racconta delle tante uova sgusciate per quel tiramisù da guinnes.
E in panificio (che tiene di tutto, non si sa mai), le due signore che chiocciano come Adelina e Guendalina Bla Bla, sanno quale pane vuoi, che tipo di brioche compri il sabato mattina e che lavoro fai. Anche se non gliel'hai mai detto.
Ma è il benzinaio il vero pezzo da novanta. Iniziare la giornata col suo energico ciao amore! (nota bene, alternato a ciao tesoro / ciao bellissima) spesso mi cambia l'espressione.
E poco importa se la sua faccia sorridente e rotonda, pare quella di Krusty il clown.

Una nota, che poco si concilia. Non importa.
La mia amica J sostiene che mai dovremmo mostrare troppo le nostre debolezze. Me l'ha fatto giurare tempo fa, che non l'avrei più fatto. Di espormi nuda, così.
E invece lo faccio ancora J, e ancora lo farei. Ma  il resto del mondo, spesso, non è attrezzato.

mercoledì 20 maggio 2015

Sorprese


Chiedimi come parlo di te, quando non ci sei
quando senza pensarci nemmeno dico : "solo lei"
Giura che non vorresti vedere mai
il nostro amore dato in pasto all’abitudine
Chissà, se poi ti basto per davvero 
e senza una risposta scappi via
ed io, rimango fermo ad ascoltare
qualcosa che non so spiegarmi, è come
se avessi vissuto soltanto per te
se avessi vissuto soltanto per
chiederti come vanno le cose
se hai trovato parcheggio
se ti trattano bene, dentro a queste ore

Domenica una volpe ci ha attraversato la strada. Asciutta, veloce, spinta da un qualche istinto. Cacciava, proteggeva, o fuggiva, ma guardava dritto avanti. Da mesi, da quando l'avevo sognata, da quando aveva lasciato i suoi passi sulla neve intonsa e bianca, desideravo incontrarla. Chissà cos'ha voluto dirmi.

Così, sempre in tema di sorprese. Ieri, con la forza dirompente delle cose forti e dolorose, è entrato nel salotto verde un dvd acquistato alla Feltrinelli di Bologna: Alabama Monroe. Struggenti melodie bluegrass (non sapevo neppure cosa fosse) e tuffi in apnea nel tempo dell'amore.
Asciugandomi gli occhi mi dicevo che le cose tanto belle, e insieme tanto sacre, non ce le passano mai gratis.

martedì 12 maggio 2015

Carteggi


Riordinando il garage ho trovato una vecchia agenda. Risale ai tempi del mio primo lavoro, del primo prendere distanza dalla casa natia. Vent'anni avevo.
Fra le pagine ci sono lettere mai spedite. Colme di nostalgia e destinate alla mamma. 

Mamma, è stata una bella domenica perchè ti ho vista, perchè abbiamo mangiato il risotto di pesce, perchè ci siamo raccontate. E i saluti non devono essere tristi: è così bello e dolce incontrarti che nel salutarti voglio tenere ancora qualche parola sulle labbra e abbracciarti e sorriderti, forte delle cose belle che sentiamo una per l'altra.

Piene di progetti e voli, da inviare alle amiche rimaste in città. 

E dopo, chi lo sa? Tante idee e nessuna. Voglio per me qualcosa di movimentato, di creativo, qualcosa che non mi faccia restar ferma un minuto, che permetta alla mia testa di lavorare in continuazione. Poi l'amore, due bambini e un cane. Sono assurda? Idealista? Probabilmente sì. Ma preferisco sperare troppo che non sperare affatto.

Ma una su tutte mi attraversa, e mi scuce. 

Cosa succede papà? Ti ho trovato freddo e scostante, infastidito. Parla con me, dimmi se qualcosa non ti piace. Ero disorientata, non capivo. E se non ti capisco, non ti conosco abbastanza. Quante volte mi capita di guardarti, di studiarti, di cercare un indizio, un segno, che ti renda vulnerabile, familiare, comprensibile, che mi dica chi sei.
Nessun gesto dolce, o affettuoso, pare che non ti vada mai bene quello che sono, che faccio. E allora papà mi chiedo: fino a che punto conto e sono importante per te? 
So così poco dei tuoi pensieri che corrono veloci veloci.

Sorrido, mi commuovo, a scovare le radici profonde della pianta carsica che sono, battuta dai venti.

giovedì 7 maggio 2015

Troppo


Sono ad un corso.
Corso che volevo fare da tempo, due giorni full immersion.
Trenta partecipanti circa, tutta gente che bazzica nei servizi socio-assistenziali: psicologi, terapeuti, psicomotricisti, educatori.
Alla teoria si alterna la pratica, il lavoro di gruppo.
Capito in un insieme bello, misto, improbabile. Lei neolaureata, lui sessantenne, l'altra consulente aziendale con la giacchetta aggressiva. Ci si presenta nell'ordine, come da copione.
"Sono Gioia, educatrice, dal Friuli".
"Ciao, sono Francesca, psicologa lombarda".
Prendiamo nota dei nomi, che poi si sa, non restano in testa.
"Io sono Daniele: soffro di sindrome bipolare. La mia casa è tutta qui". E con gesto teatrale allarga le braccia.
Tiriamo su la testa, ma nessuno ha parole abbastanza leggere o abbastanza giuste.
Daniele faceva il broker in Toscana, aveva un grosso giro. Stava bene: bella moglie, bella casa, bella figlia. Poi un giorno si sente la morte addosso, e non sa perché.
In pochi anni brucia tutto, perde affetti, beni, risparmi.
Ora, consapevole che il suo tocco trasforma in merda ogni cosa e che nessun essere senziente potrà mai accompagnarlo nei suoi viaggi deliranti dall'abisso alle stelle, ha mollato ogni appiglio, troncato ogni radice. Vive, assieme ad un grosso e pacioso Golden Retriever in una casa su ruote. 
Mi sorprende la sua capacità di leggere nelle persone, di dar peso e senso alle loro storie, di accogliere e anticipare le altrui paure. Mi sorprende venga da chi ha scelto di mutilare, anestetizzare, da chi si è imposto l'eutanasia del cuore.
Ci sono anime a cui è stato dato troppo. Un merdoso e inutile troppo sentire. 

La vita è così, stupisce

La vita è così, stupisce

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