mercoledì 12 marzo 2014

Di padri, di bambine


Mi portava in Val Rosandra a vedere la cascata. Sopportavo il cammino solo per quegli gnocchi di patate gialli e teneri che mangiavamo sotto la pergola, la caraffa di vetro grosso al centro del tavolo.
Andavo, non c'era da discutere, ma dopo un po' perdevo l'attenzione al passo, le caviglie magre sempre a cedere sulle pietre bianche del sentiero. Allora lui si arrabbiava. Camminare fortifica, non ci si deve mai fermare, mantenere l'andatura, la salita è diagonale, non si toglie la felpa, si salutano gli altri camminatori. E zitti.
Troppe cose da tenere a mente.
Il fiato mi veniva corto mentre tenevo gli occhi su quelle sue gambe lunghe da ragno della polvere, che silenziose e sottili passavano di masso in masso, come niente.
Per andare più leggera, interrogavo la faccia distesa di chi tornava giù. Chissà se avevano intagliato un bastone all'ombra o tolto scarpe e calzini, per sentire l'acqua. Se c'erano ancora gli gnocchi, su al rifugio.
Buongiorno. Buongiorno.
Al ghiaione restavo indietro. Lui mi aspettava dall'altra parte, voleva che facessi da sola. Avevo paura di quel cedere e perdere terra: le braccia aperte a cercare un equilibrio avanzavo, sperando nel regalo di una mano tesa. Invece no.
Non mi importava di vedere la cascata, nè di guardar giù la nostra auto, piccola. Mi bastava, nell'ultimo tratto, il diritto a fare strada e la carezza del suo vago sorriso sulla nuca.

14 commenti:

  1. Mi colpisci sempre molto, soprattutto quando tocchi questo argomento per te tanto importante e... del quale credo di poter dire che capisco, anch'io, qualcosa, che ne so qualcosa, in termini diversi però... di base... posso, forse, comprendere perchè aspettassi la carezza e il vago sorriso, più di guardare la cascata.

    E' vero comunque, il cammino fortifica, tantissimo, ed insegna, perchè una volta percorsa una strada non conosciuta ormai ti apparetiene... è ti lascia sempre dentro qualcosa. E camminare è bello anche soli, poi in buona compagnia... credo sia sempre meglio ;)

    Un abbraccio :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ora il cammino non mi pesa. Forse perchè c'è chi mi fa strada, accoglie il mio ritmo, rende lievi i passi :) Nessuna fatica...
      Un abbraccio anche a te!

      Elimina
  2. Ho accarezzato un fine velo di tristezza in questo racconto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Capita di rado che io lo ricordi...ma quando succede restano così tante domande...

      Elimina
  3. E' sempre stato così poco.
    E non è mai bastato.
    Ti abbraccio forte.

    RispondiElimina
  4. Hai reso quel vuoto con una sintesi perfetta, Mariella...
    Una carezza a te.

    RispondiElimina
  5. Che ricordi che avvolgono e abbracciano.
    Non è da tutti aver un ricordo di caldo vago sorriso sulla nuca :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, forse vorrei esser stata un po' più avvolta e abbracciata...
      Magari adesso sarei più spavalda. :))

      Elimina
  6. Sei profonda e lieve al tempo stesso: sei una ragazza nel passo e una donna nel cuore. E scrivi sempre meglio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dici una cosa molto bella...mi piacerebbe in percentuale, un filo di lievità in più, per stare bene. Ma voglio pensare che sta arrivando.
      Un abbraccio!

      Elimina
  7. Ero una bambina a modo io. :)))
    E sono un'adulta che ancora fatica a dire la sua rabbia...

    RispondiElimina

La vita è così, stupisce

La vita è così, stupisce

Mi piace

  • Paolo Rumiz
  • Passenger
  • Walter Bonatti e Rossana Podestà
  • pita ghiros