sabato 25 aprile 2015

Bella gente 2


E ti capita di essere in una sala d'aspetto.
La donna che entra, con grandi occhiali da sole, si muove in un modo che sai.
"Ehi, ma sei tu. Ciao. Quanto tempo". E la abbracci, e ti abbraccia.
Chiedi per sapere il suo tempo, chiedi perchè non hai voglia che lei domandi il tuo. E allora lei parla, con quel sorriso largo e le parole che si spingono in corsa, senza vuoti.
Sì tutto bene, sì il mio lavoro è sempre così appagantemeravigliosoperfetto, sì i bambini sono spettacolari, sì ci amiamo come non mai.
Speri che venga il tuo turno per entrare, invece no. Ti toccherà parlare. E purtroppo non sei più capace di dire "tutto bene".
Così racconti delle porte, dei vicoli, delle curve a gomito. Della pioggia. Dei colori che ci sono e non sapevi.
Tace, dice "non avrei mai pensato". Tu sorridi e rispondi "perchè no", e non è una domanda.
Tace e poi, tenendo gli occhi su un tronchetto della felicità (sempre odiato quelle foglie puntute e secche), narra un'altra storia. 
Il lavoro la mette a dura prova.
I bambini hanno i loro problemi, anche piuttosto densi.
E loro, loro due che nessuno mai penserebbe, così belli, socialmente impegnati, benestanti, lustri, loro provano ad amarsi ma non è facile. Specie dopo la depressione di lui. Specie dopo la scoperta, amara da raccontare qui, di fronte al tronchetto della felicità, che lui (sì, proprio lui) frequentava un centro massaggi orientale, meta di anime in cerca di contatti profondi. 
"Aveva bisogno di affetto", aggiunge.
Allora ti prende un groppone. Perchè pensi tante cose. Pensi che nulla è così lustro come appare e che non conosci mai qualcuno davvero e fino in fondo, anche se potresti disegnare il suo modo di inclinare la testa mentre taglia il pane a colazione. Pensi poi che la gente ha bisogno delle tue crepe, per raccontare le sue. 
E ti senti così uomo, tra gli uomini.

15 commenti:

  1. Si amica e' proprio cosi'... Il mondo ha bisogno delle tue crepe per raccontare e, forse, vedere le sue...ma perche' non guardarsi, descriversi, accettarsi per quello che si e'? Miseri, piccoli, difettati...ma unici e irripetibibili? Mah, quante energie e verita' sprecate!
    J.

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    1. Ci vuol tempo per vedersi e volersi. Comunque.
      Lo sai anche tu :))

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  2. Se si inizia omettendo io tutta questa clemenza non la trovo poi

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    1. Fra è "clemente" chi si colloca in alto. Chi si sente limpido. Chi non ha nulla da dichiarare.
      Quindi la clemenza non mi è concessa.
      Credo che il passaggio sia stato opposto: in quanto appartenente ad una razza meravigliosamente imperfetta, posso anche farmi una carezza.

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  3. Per questo non giudico mai nessuno.
    Non potrei permettermelo.

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  4. E' un pezzo a dir poco stupendo.
    Nomn voglio aggiunegre altro, vado solo a rileggermelo.

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  5. fa comodo far apparire la propria vita meravigliosa...
    fa comodo perché si spera sempre di poter ingannare gli altri, per ingannare un po' anche noi stessi...
    bel post, mi ha fatta riflettere

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  6. Esatto, le apparenze ingannano, e fermandosi a parlare, a osservare, ad ascoltare soprattutto... tutto cambia.

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  7. A me il tuo racconto da l'impressione che fossero gli altri a pensare a loro come a quelli perfetti. Ma gli altri non li si conosce mai bene. E si dovrebbe smetter di giudicare dalle apparenze. Siamo solo fragili, infinitamente.

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    1. Esatto. Come dicevo sopra, aderiamo inconsciamente (e dolorosamente) a qualche modello. Che spesso non ci corrisponde.

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  8. Ti leggo da un po', "in punta di piedi", in silenzio... ma questo post ha una marcia in più e mi ha dato modo di lasciarti un segno di me, lettrice discreta e riservata. Quanta verità nelle tue parole, le persone hanno timore di aprire il loro cuore. Usciamo di casa corazzati e ci vorrebbero più persone che hanno il coraggio di raccontarsi, spesso è rischioso e incosciente... ma è molto generoso e ci rende splendidi esemplari d'umanità. Complimenti per quello che scrivi, per come lo scrivi e per le volte che leggendoti mi hai regalato emozioni.

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La vita è così, stupisce

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