mercoledì 27 agosto 2014

Uomini e spazio


Abbiamo camminato parecchio, sulle strade dei viandanti, dei pastori, dei mercanti. Abbiamo attraversato paesaggi e cieli, protetto gli zaini e la testa dalla pioggia sottile, offerto le braccia ad un sole che cercava spazio, acceso dalla tenacia di agosto.
E mentre salivo, vedevo.
Ogni uomo può scegliere quanto calarsi nelle sue profondità o quanto invece allargarsi nello spazio. Esploratori sempre e comunque, ma se nel primo caso si viaggia prevalentemente al buio, nel secondo è luce dal primo istante.
In ogni modo si raccoglie, a piene mani, però la sostanza cambia.
Attraversare il proprio paesaggio (a volte così aspro) e quello di altri uomini, lascia la pelle diafana, lo sguardo febbrile e un'acutezza profonda nel leggere, anche i silenzi.
Muoversi al di fuori, portare corpo ed occhi sulla terra e su ciò che ne affiora, brucia la faccia e scioglie il passo. Dona leggerezza.
Che poi, ho detto "scegliere", ma di scelta non si tratta. Veniamo su così, ortiche o gramigna, steli aromatici o erbe selvatiche.
Cosa sia meglio? O peggio? Verrebbe da dire che il giusto sta nel mezzo. Ma io quel "mezzo" non ho avuto modo di vederlo, ancora.
Allora penso che possiamo imparare. E possiamo insegnare. Restando la specie d'erba che siamo, fedelmente.

16 commenti:

  1. le maestre parlano a voce alta e stanno lì, sull'angolo della pedana della cattedra, con la bic in una mano e il cerchietto per i capelli ...

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    1. Meno male che mi hai spiegato in gran segreto cosa intendevi.
      Perchè le maestre in vacanza, mettono il diesel. :))))

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  2. Io mi allargo nello spazio... Devo mangiare di meno :-))

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    1. Vedi, ecco il segreto. Il motivo per il quale mi allargo poco nello spazio. Mangio poco! :D

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  3. Penso che dalle parti tue ci siano luoghi che hanno recuperato - supposto che l'abbiano mai persa - la Bellezza della natura.
    Così, camminare in quei luoghi, diventa un viaggio anche emotivo, introspettivo. Come se la presenza della Natura, la scarsità degli homo, rendessero più attenti coloro che li attraversano, su se stessi e sugli altri homo.
    Profondità e leggerezza.
    Anche se... la Natura e la vita in quei luoghi possono essere molto aspri.
    Ma forse, anche questo affascina.

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    1. Si si, è davvero così.
      Ma credo che si debba in qualche modo "allenarsi" a guardare, ad accogliere bellezza.
      Spegnere (almeno per un poco) il pensiero e respirarla. Che sembra facile, ma non lo è.

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  4. Quando cammino in campagna sto a testa bassa
    ogni tanto l'alzo per vedere l'intorno
    guardo un po', sto attento a tutto e poi rientro
    Daniele mi parla, dice cose che sono interessanti
    e io le digerisco insieme ad altre mie
    tanto che a volte ricordo quel che mi ha detto
    associandolo ad altroche magari non c'entra niente.
    Ciao.

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    1. "Le digerisco insieme ad altre mie"...
      Mi piace molto. Questo accade quando assieme si cammina, si guarda, si dice.

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  5. Non so che tipo di erba io sia, ma so che quando leggo te, mi sembra di essere un filo d'erba che flutta accarezzato dalle tue parole

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    1. Bella bella stella.
      Posso fare un'ipotesi sul tipo d'erba a cui appartieni? ;)))))
      Ti abbraccio

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  6. Scegli.
    Non si può stare nella terra di mezzo. O di nessuno.
    Bacio

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