domenica 29 giugno 2014

Incursioni nel mondo

Passo un'oretta al sole, sul Ponte del diavolo, a Cividale.
Pare che il Maligno abbia contribuito alla sua costruzione in cambio dell'anima del primo che vi fosse transitato sopra. Per realizzarlo nel breve spazio di una notte si scomodò anche la madre, trasportando nel grembiule l'imponente scoglio centrale. I Cividalesi però beffarono il diavolo, facendo percorrere il nuovo passaggio da un animale, cane o gatto a seconda delle versioni.
È un posto bello, scelgo una posizione defilata rispetto al grande movimento legato alla manifestazione. Dopo un pò,  la gente mi confonde, mi satura.
Alla faccia del pantalone bianco, siedo a gambe incrociate sul lato della scalinata, e osservo.
Le persone portano le loro scelte, più o meno pavide, più o meno ardite. Gliele vedi addosso, in faccia, nei passi, nel modo di tenere la testa.
Mi chiedo se lo sappiamo tutti che siamo nati per vivere, adesso e qui, sotto le costole un ritmo irregolare, che non si fa dimenticare.
Poi mi distrae una voce baritonale, che intona qualcosa di vecchio. La folla in transito si ferma un attimo, si volta, fiuta. L'anomalia, la difformità: il flusso lento e pecoresco dell'insieme si strappa, per un attimo.
Lui avrà quarant'anni, un buon aspetto, pulito e dignitoso. Non capisci se sia già ubriaco a quest'ora del mattino o se i freni inibitori lo abbiano abbandonato per qualche sberla della vita.
Canta, ride, apostrofa i passanti. Lo buttano fuori dal museo perchè contempla un quadro disteso a terra, sul pavimento. "È la prospettiva migliore", dice mentre lo sollevano di peso.
E io seduta lì, penso che in questo matto vedo bellezza. Vedo il varco, la breccia.

Pranziamo all'aperto, in un luogo che ricordavamo bello, ma non così bello. Assaggiamo un rosso di ferro e fiori. Infiliamo gli gnocchi gialli con la forchetta, parliamo di ieri, oggi, domani. Guardiamo il gatto guercio, scegliamo un dolce al caffè.
Mi pizzico un braccio, per ricordarmi che è proprio tutto vero e possibile e mio.

14 commenti:

  1. Non era un cane o un gatto, era una pecora e mi piace pensare che era migliore di quelle che si fermavano a fissare il baritono... Almeno lei ha beffato il diavolo, loro forse beffano solo loro stessi!!
    J.

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    1. Ciao amica. Sempre incisiva e chiara, anche quando le cose...vanno come vanno...
      Ti bacio

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  2. Un pizzicotto a volte te lo devi dare dopo, ricomposta la vertigine. Per ricordare una brezza, magari sfuggita al momento.

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    1. Io prendo nota di tutto Franco... Compongo il mio disegno. E lo archivio con cura. :)

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  3. La prima volta che sentii questo racconto fu dalle labbra di mio padre.
    Vissuto da quelle parti per un po' di anni a causa del suo lavoro.
    Amava quei luoghi e ancora oggi ancora li rammenta con piacere.
    E sono belli, glielo dico spesso anche io ora.
    Ho un'amica che me li fa gustare con le parole, come se fossi lì, gli dico.
    E lui annuisce.
    Qual è il confine Gioia? Io, alcuni dei miei quadri preferiti li ho potuti ammirare da sdraiata. Faceva parte della mostra quel letto tondo dove ci si adagiava con gli occhi verso il cielo.
    A seconda della prospettiva siamo tutti un po' matti per fortuna.
    Anche se mangiamo gnocchi con la forchetta.
    Ma perché c'è un altro modo per mangiarli?

    BACIO.

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  4. Chi accetta la normalità, ha già venduto l'anima al diavolo ;0)

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  5. Goditela anche tu la prospettiva migliore ;-)

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  6. Ce la si mette tutta affinché certi momenti non diventino ricordi.
    Eppure passano, pare impossibile a distanza di sole ventiquattrore di averli vissuti.
    E poi cerchi di riviverli, medesima compagnia... a volte la fortuna bastarda li riconcede.
    Te lo auguro.
    baci

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  7. Mi raccomando col mangiare, eh! ^^ Che abbiamo bisogno di una Gioia in forze per potersi pizzicare e sentire, appunto con tutta la forza che ha, che quel che sta vivendo è verissimo e tutto suo :)

    Ciao, passa una buona giornata :)

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  8. Tu pensa che nel mio sfogliare città e case sabato pomeriggio, son capitata anche a Cividale :)

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  9. Non la conosco Cividale, appunto che mi ha incuriosito.
    Per il resto.... Trovo sempre affasciante aver tempo per guardare la gente, mi piaceva, mia piace (ad aver tempo di farlo). Ti siedi così da una parte (che non deve esser per forza una posizione defilata, tanto il caos e laconfusione ti nascondono) e guardi.
    I "matti" ... loro o noi? ;)

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  10. Bella un sacco 'sta pagina.
    Perché sei partita da un luogo di bellezza, nell'esposizione e poi, una volta seduta a contemplarla, ti sei accorto di ciò che era contrasto nelle convenzioni dei bipedi.
    L'agire non conforme ci imbarazza, è potente filosoficamente. Perché bisogna guardare un'opera artistica seduti o in piedi? Ovviamente una persona che lo pensa ed agisce desta dalle loro convezioni tutte le altre. Crea l'imbarazzo del pensiero ed agire laterali o... orizzontali.

    La bellezza è ecologica e potrebbe e dovrebbe salvare il mondo.
    Un mondo che, giorno per giorno invece aumenta di molteplici quantità e di bruttezza.

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