giovedì 21 gennaio 2016

Frugando


Ho avuto la malaugurata idea di infilarmi nelle cose che scrivevo prima.
E siccome prima galleggiavo in una sorta di limbo lobotomico, non son capace di leggermi. Mi irrito proprio, mi scatta un fastidio alle mani. Ma dove cazzo ero? Cosa minchia vedevo?
E' vero che fra il prima e dopo c'è di mezzo il mare. Un mare primordiale e nero, pullulante di creature mostruose dalle enormi fauci. Quindi sì, ci sta che dopo averlo attraversato tutto, uno arrivi dall'altra parte, al suo dopo, totalmente a rovescio. 
Eppure non sopporto. Quella sicumera, quella baldanzosa e giudicante arroganza, quei paraocchi da cavallo ammaestrato - la pupilla dilatata, la narice fremente, a passo di frusta.
C'era un malcelato desiderio di piacere, in ogni fottuta parola, un evocare e mostrare con finta noncuranza, i miei meravigliosi mondi interiori. E invece, il vuoto cosmico. Anzi, forse un terrore profondo del vuoto cosmico, che riempivo con fiori di plastica.

Giornate piene. Sono stanca.
Stasera aperitivo in quel posticino, quello che tanto mi piace. Arredamento spartano, oste odioso, ostesse ruvide e aspre, crostini al baccalà, vino profumato.  La compagnia sarà buona, è da tanto che non ci si vede tutti assieme.  Mi farà bene. 

Ecco. Scrivevo questo mentre morivo dentro. Chi mai l'avrebbe pensato? Perchè non potevo urlare che non ero "stanca", ma stavo bruciando? Che non erano "giornate piene", ma risvegli pieni di dolore?
Ci vuole tempo, tanto tempo, per imparare a raccontarsi la verità.
A ben pensarci, mi faccio una carezza.

34 commenti:

  1. ohi gioia troppo facile dopo

    nelle situazioni bisogna starci

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  2. Gia' infatti... E poi sai quanto hai lottato per non lasciare quello che hai lasciato...ci hai creduto Gioia fino in fondo ci hai creduto...cos'altro potevi scrivere?
    J

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  3. Illeggibile. Manco t'avrei strusciata de pezzo.
    :P

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  4. Ma Gioia! Ti sei svegliata da quel vuoto tu, ne sei uscita con tutta la fatica del caso!
    Bisogna impararle queste cose e le impari vivendo. Quando si imparano, perché tristemente la maggior parte rimane cavallo con i paraocchi eternamente.
    Non è cosa indifferente il prender coscienza e dirsi la verità e continuare a vivere ogni emozione con l'approfondimento e la razionalità del caso. E quando ci si sente a posto rileggersi fa un gran bene a moderarsi :)

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    1. Dal vuoto sì...da quello so di essere uscita per sempre. Anche fossi sola al mondo, saprei in qualche modo farmi compagnia.
      Riguardo alla verità, al raccontarsela tutta, anche a costo di mangiar polvere, preferirei essere rimasta un po' stolta...
      Quando vieni? ;P

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    2. Ma tu al mare invece? :*

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  5. Anche a me e' capitato di rileggermi, non solo cose scritte sul blog, a distanza di anni, anche molti.
    Di alcune cose (temi, ricerche, etc) penso "ma quanto ero in gamba anche se così giovane!!!" per altre, più connesse all'esprimere il mio sentire, sento spesso un fastidio, una sensazione di "ma com'e' che mi sforzavo di stravolgere la realtà?" o di "non avevo proprio capito un accidente di niente!". Solo gli scritti dopo l'agosto 2012, sebbene intrisi di dolore, sono finalmente veri. Mi e' capitato di rileggerli e si', non li rinnego, sono lucidi, finalmente veri.

    Il fatto e' che io ci ho messo ben 7 anni per capire quanto unilaterale era il mio amore. Per me, sono gli anni prima della "scossa" ad essere intrisi di mostrare felicita' (che lo sapevo bene, in fondo, che tutto era un nulla). Per questo mi faccio rabbia, lo sapevano tutti meno io, anche se si', alla me di prima farei davvero una carezza.

    Ci vuole tempo, tanto tempo, per imparare a raccontarsi la verità. Verissimo.

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    1. Bellissima questa cosa..."gli scritti dopo l'agosto 2012 sono finalmente veri"...
      E' proprio così! C'è un punto di svolta ben definito e (grazie a Dio) di non ritorno!

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  6. Ho avuto un'esperienza totalmente diversa: rileggendomi mi ritrovo perfettamente a mio agio. Non mi vedo così diverso, le premesse sono identiche, certe sconfitte pure. Non ho mai scritto se non seguendo la verità di quel momento, mai fatto nulla per piacere o dispiacere ( e si vede altrochè visto le mie vicissitudini in rete). Sono sempre lo stesso con qualche anno in più. Scrivi sempre meglio e, adesso posso dirlo, con maggiore verità. Non cambiare se puoi o non farti cambiare dall'esterno virtuale. Sii te stessa almeno nella scrittura che lasci qui, non permettere che a distanza di anni, rilegegndoti, tu possa pensare " non ero io". Ciao

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    1. No Enzo, credo davvero che non possa più accadere... E' quella cecità ottusa della prima fase della vita. La vita ci presenta le occasioni per cambiare sguardo...si possono cogliere o meno. E se le cogli ti massacri, ma non torni indiero...

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  7. Sta tutto nel finale, ci vuole tempo per imparare a raccontarsi la verità, ed è vero: a volte non vogliamo dircela, non vogliamo sentircela dire, non vogliamo ammetterla... e pensiamo, nel tuo caso scriviamo, altro, per cercare come di convincerci di quello che vorremmo fosse, eppure non è.
    In ogni caso c'è grande maturità, e crescita, nel riconoscere quello che riconosci ora tu, poi sicuramente aprire determinati cassetti, non solo della memoria, può non essere il massimo, ma in fondo... sei solo tu quella, diversa forse ma sempre tu. E ora puoi vederti sotto la giusta luce, capire, farti una carezza e andare serenamente avanti. Perchè l'errore peggiore sarebbe bloccarti in quei pensieri, non serve giustificarli, capirli o spiegarli: sei cambiata, non sei più tu... e va bene così :)

    un abbraccio a te :)

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  8. Ogni mio blog, una mia tappa.
    E li guardo con benevolenza.
    Però come mi piace il primo, quello dove ho messo l'inizio del nuovo percorso di me stessa, fatto di esultanza e dolore.
    Come dice il Fra (caro buon vecchio Fra) col senno di poi..non vale :-)
    Abbraccio

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    1. Eh...tu hai una bella testa razionale...maschile. Che io ti invidio moltissimo :))
      Bacini

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  9. Non sarai stata troppo dura con la Gioia di prima? Che le parole urlate siano più potenti di quelle sussurrate e sommesse? Chissà… Io nel tuo “sono stanca” e “mi farà bene” percepisco un grido d’aiuto straziante e lancinante. Se Munch ritorna in vita ridisegna il suo omino e gli dice “che gridi così forte, così non ti sente nessuno, neanche tu puoi sentirti”. Due carezze, una prima e una dopo

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    1. Oh si...si che era un urlo straziante! Ma non volevo si "leggesse" questo. Volevo mostrare tutta la mia voglia di vita...la mia leggerezza...e non ce n'era l'ombra :(

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  10. il posticino sembra pazzesco.
    E' tipo quello che piace a me solo che lì le ostesse sono simpatiche e chiacchierone e tra i piatti c'è la trippa più buona del mondo.

    Intanto mi faccio una carezza anch'io.

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  11. no ma dico e pensa a me ... poverino che ti leggevo pure ... e nemmeno una carezza :P

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  12. A dire laverità quando stavo morendo comunicavamo
    mò che sei viva manco una visita di sfuggita.
    Quasi quasi ti preferivo moribonda monella mia.

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    1. Ma dai!!! Non dire così...che son sempre qui io. Sai dove bussare :)

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  13. Ora hai cambiato punto di vista, di osservazione.
    Ti sei spostata persino... rispetto a Gioia.
    Beh, non penso che non fossi tu, eri una tu che era diversa da quella attuale. E meno male!! Immagina se tu non fossi cambiata, tutto cambia e ...Gioia no!?

    Quando si muore dentro si e' piu' sensibili alle cose del mondo, piu' empatici. E si scrive pure di piu'.

    Buondi', frute.

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  14. No, mi piace leggere le mie cose di una volta. Perfino le lettere che mandavo ai miei i primi anni a Milano.
    Quello che sono oggi è una giusta evoluzione.
    Nel tuo caso però penso che tu abbia anche un po' di rabbia nei confronti di quella "Gioia" che preferiva chiudere gli occhi.
    Che oggi sono belli spalancati ;)

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    1. Sì...in realtà Marì credo che quella Gioia avesse poca scelta. Non poteva vedere...
      Ciao meraviglia!

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  15. Tralascio il prima e vengo ad oggi,quanto hai scritto ti rende grande,meravigliosamente consapevole e decisamente più vera di ieri.
    Sai non tutti ci riescono a uscire da un confronto fra il prima e il dopo onestamente come l'hai fatto e comunque sia quel prima è servito per arrivare a ciò che sei oggi.
    Ciao

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    1. Ah sì, questo è garantito. Ci dovevo passare e basta. Altrimenti oblio e maschere tutta la vita...

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  16. Io ho avuto la stessa sensazione di fastidio, da non riuscire a legger tutto il "pezzo", quando inciampavo negli scritti doloranti nel mio vecchio blog. Per questo l'ho chiuso. Ché ho detestato il mio bisogno di urlarlo fuori, quel dolore. Di mostrarlo per non tenerlo dentro. Era troppo, è vero, e a tratti mi pareva proprio che non potesse starci tutto sotto la mia pelle. Mi sembrava di strapparmi in mille punti sconosciuti. Mi sono detestata perché lo mostravo, non potevo farne a meno. E più lo mostravo, meno lo comprendevo. Meno ci stavo dentro.
    Ma bisognerà pur perdonarsi nelle nostre passate debolezze, no? La carezza ci sta tutta e ci sta proprio bene. Però falla pure alla "te prima di te", quella che scriveva quelle parole che ci hanno comunque innamorato tutti. Perché eri comunque e sempre tu.
    E io ti stritolo un po', con verissimo affetto.

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La vita è così, stupisce

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