lunedì 22 giugno 2015

Nuvole scure



Sono arrabbiata stamattina.
Sono arrabbiata perchè il prossimo stipendio non arriverà prima di due settimane, e io sono già alle soglie del rosso. Benzina, cibo, un minimale contributo spese per le mura colorate che mi abbracciano ad ogni risveglio, qualche vecchio debito da saldare (ma finiranno mai?). E la prossima rata dell'assicurazione è dietro l'angolo. E l'auto cade a pezzi, ma letteralmente a pezzi, che sono bloccati pure i finestrini. E un lavoro dal dentista che dovrei finire. Non adesso, di sicuro.
Novecento euro al mese sono pochi. Ma ho un lavoro, cazzo, un lavoro che mi piace, che è nutrimento e vita per me, al quale dedico energie infinite. Ho un lavoro, percepisco uno stipendio, posso ritenermi comunque una privilegiata. 
E allora, con chi mi posso incazzare?
Con la cooperativa da cui dipendo? Volti amici, persone, volontari che si fanno il culo quadro per mantenere in vita una struttura che prova a stare in piedi (senza aiuti pubblici, finanziamenti, sostegni) e che ogni anno si trova a fare i conti con un bilancio a dir poco indecente? 
Con me stessa? Che sì, magari potrei andare a stirare nel pomeriggio a casa di qualcuno, a pulire il sedere a qualche anziano, per arrotondare. Invece arrivo a casa sfinita, neanche la forza per fare una spesa. E non riesco neppure a seguire casa mia, come vorrei. Ci ho pure provato, ad impegnarmi in proposte di corsi extra scolastici: poche adesioni, insufficienti a far decollare un'attività: le famiglie sentono la crisi, non sprecano.
L'estate scorsa ho tenuto qualche bimbo, così farò quest'anno. E' indispensabile, scontato.
Ma dipendere, sempre dipendere da altri. Sentirsi poco autonomi, chiedere aiuto. Non sopporto, non sopporto questo, non ho vent'anni.
Allora provo con i buoni propositi, faccio una lista di priorità, di idee, provo a lanciare qualche sassolino nello stagno. Perchè voglio la mia forza contrattuale nel mondo, nella vita, nelle relazioni. Perchè mi sento quasi in colpa quando leggo, scrivo, sonnecchio e non produco. 
Perchè non voglio sentirmi un peso. E perdere la mia leggerezza. 

23 commenti:

  1. "...voglio la mia forza contrattuale nel mondo"

    Nonostante abbia trovato uno pseudo lavoro, passo comunque le pause a spammare cv e a fare colloqui telefonici.

    Ce la faremo mai?

    RispondiElimina
  2. Negli ultimi mesi, per diverse ragioni, mi sta succedendo di avere difficoltà sul lato economico e così quando arrivano i soldini dello stipendio "è festa"!!! Eppure, la felicità di quel momento non è pari all'intensità dei giorni in cui poi non ho un soldo bucato in tasca, e devo fare delle scelte, arrangiarmi, sopravvivere. Forse è la differenza tra le cose "dovute" e le cose "conquistate"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In parte hai ragione. Ma "arrangiarsi" può andar bene...a periodi. Non sempre.

      Elimina
  3. Rimpiango tanto mia mamma, in momenti come questo. Lei che faceva la spesa col bilancino, rammendava tutto e non buttava via niente. Sempre vissuti sul filo del "j'ah famo o 'gna famo?", sapeva indurre ottimismo sempre e comunque. Avevano conosciuto la fame vera, quella della guerra e del dopoguerra, cos'altro avrebbe potuto spaventarli di più?
    In qualche modo faremo, diceva.

    "Perchè mi sento quasi in colpa quando leggo, scrivo, sonnecchio e non produco. "
    Magari comincia con il non essere troppo severa con te stessa.
    Un bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo.
      Ma ieri pensavo che in questa era e a queste latitudini il nostro valore/peso si quantifica in base alla nostra possibilità di far circolare denaro. Non spendi = non vali.
      Ed è triste...

      Elimina
    2. Tentare con le escursioni? fare la guida?

      Elimina
    3. Si, ci ho pensato. Non sono così brava, dovrei farlo in collaborazione con chi davvero ne sa ;)
      E magari organizzare cose per famiglie, così da poter coinvolgere i bambini in attività legate alla natura...

      Elimina
    4. Dovrebbero esserci ancora un sacco di contributi europei per le donne che vogliono intraprendere un'attività, a fondo perduto. Sei brava, sai esprimerti, hai solide basi culturali. Prova, inizia come fosse un hobby, nel caso. Poi si vedrà.

      Elimina
    5. Le ristrettezze rafforzano, temprano.
      E curano, ti permettono di guarire dalle strane convinzioni tipo

      non spendi = non vali

      che il consumismo tenta, con successo, di cacciare nella testa delle persone con centinaia di migliaia di pubblicità che ciascuno subisce dall'infanzia alla vecchiaia.

      Elimina
  4. brutto a dirsi, ma il denaro è tantissimo nella vita. quasi tutto oserei dire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. già, purtroppo, fa la differenza, pur non ambendo a chissà che stile di vita.

      Elimina
    2. Il segreto delle felicità è di avere spirito, una buona testa e una fonte di reddito dignitosa, non di meno ma non di più.
      L'edonismo non può sussistere senza il suo duale, che è la sobrietà.

      Elimina
  5. Trova non dico un miliardario. Ma un milionario, si. Et voilà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi Franco...quando uscivo dal liceo, manco li guardavo i figli di papà con la macchina lustra. Mi piacevano gli sfigati con i jeans sdrulciti, l'auto vintage e l'aria alternativa... :))

      Elimina
    2. Brava!.. "quando uscivi dal liceo": due cuori e una capanna. Mia moglie è cresciuta a campeggio e Avventure nel mondo. Poi ha conosciuto me (e non stiamo parlando di milionari ma di uno che si spende quel poco che ha, tutto a vacanze - servirà a qualcosa non avere figli, no? -). Se la porto in una "capanna", ora.. je da foco!!

      Elimina
    3. Invece resta ancora il mio sogno...quella casetta nel bosco. Due stanzette e una veranda. Fuori, un ciliegio e un pruno.
      Eeeeh...che ci vuoi fare?

      Elimina
  6. E' un problema di tanti nel nostro paese, questo, gli stipendi sono bassi e la vita costa, la "precarietà" non è certo un qualcosa che poi ci spinge a fare grandi voli pindarici, sogni troppo vasti ecc... anche se poi uno spera, anzi DEVE sperare sempre, che una soluzione, un miglioramento, possa starci. Perchè bisogna lavorare per vivere, e ok, ma non arrivare sempre al limite ogni mese, questo è un segno chiaro che il sistema non va.

    In ogni caso, pur nelle difficoltà, non perdere la tua leggerezza, assolutamente ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che poi, se tu vuoi il cambiamento e lo sogni e lo pensi e lo desideri...tutto si muove. E' provato :)))

      Elimina
  7. Io davvero non so cosa scrivere, capisco il problema, non hai idea quanto.
    E tutto un contare e centellinare e se fai una cosa non puoi l'altra.
    Ma da una parte sei "anche fortunata" faiun lavoro che mai e questo aiuta.

    Per il resto... rubiamo un titolo.. "io speriamo che me la cavi"

    RispondiElimina
  8. Con lo stesso stipendio ci vivevamo in 5, ora siamo in 2.
    Mi sento in colpa eppure so che non dovrei.

    RispondiElimina

La vita è così, stupisce

La vita è così, stupisce

Mi piace

  • Paolo Rumiz
  • Passenger
  • Walter Bonatti e Rossana Podestà
  • pita ghiros