domenica 14 giugno 2015

Ancora parole

In my place, in my place
Were lines that I couldn't change
I was lost, oh yeah
(In my place, Coldplay)




Ieri ho ritrovato un luogo dell'anima. Ricordi di sapori, consistenze, suoni. Ho rivisto Gioia scendere il sentiero, la notte di San Lorenzo appena trascorsa ad acchiappare stelle, i piedi leggeri. Tanto bella mi è sembrata, pronta a volare.

Vuoi per la mia storia, o per quell'inclinazione al sogno. Vuoi che da sempre le parole sono state per me tetto e carezza, rifugio e carne. La peggiore delle realtà, attraverso le parole declinava al dolce, fino quasi a parer buona. 
Delle parole sono un'estimatrice, una degustatrice esperta. Le osservo, le annuso, ne misuro la forma, ne tasto i contorni. E posso dire con esattezza quali strade abbiano percorso, per giungere a me attraverso labbra tese, morbide, asciutte, aperte, umide.
Ne uso forse troppe, di parole: dette, scritte, pensate, sussurrate. Così tante che a volte mi chiedo fin dove sia io ad ammantare di bellezza, luce e straordinarietà un cielo grigio, un tempo lento, un sorriso stanco, un letto bianco. Ma non posso farne a meno.
Ora la grande domanda è questa.
Vedo le cose per quello che sono? O le vedo per come vorrei fossero?
Magari le vedo proprio per quello che sono, e quando mi piacerebbero diverse allora agisco di restauro. Copro, passo una mano di vernice.
O invece -e questa ipotesi mi piace tanto, tanto di più- so trovare, con perizia e opera di minuzioso scavo, la faccia lucente e preziosa di un ciottolo grezzo?

18 commenti:

  1. tutti vediamo le cose per quello che sono. solo che a volte usiamo filtri.

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  2. Immagino Alpi Carniche.
    Purtroppo non conosco (ancora) quella parte delle Alpi.
    Che sento, anche se lontano, anche se non la conosco, essere luogo anche per la mia anima. :)

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    1. Questa è Slovenia. Se non l'hai mai praticata, fallo prima possibile! :))

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  3. Non vediamo mai le cose per quello che sono, cara Gioia.
    Ci va di culo se ci avviciniamo.

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    1. Ecco vedi, totalmente in disaccordo con Fra :)
      Forse la verità sta nel mezzo?

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  4. ognuno vede quello che vuole vedere, tu facce lucenti e preziose, Gaetano solo ciottoli grezzi.

    E cazzo! c'hai sto modo di scrivere che io ti invidio..
    è tutto così forte e al tempo stesso leggero, è scorrevole e... è come se tu sapessi qualcosa sulle parole che io non so.

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    1. Sono l'unica cosa che non mi spaventa. Le parole.
      Ciao Bill Lee :))

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  5. certi (non tutti) sconvolgimenti della mia vita li ho iniziati con quelle due domande
    "Vedo le cose per quello che sono? O le vedo per come vorrei fossero?"

    bacio bimba

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    1. I miei sono iniziati con un maremoto. Sai di quelli che non prevedi, e che di colpo, sono già un muro d'acqua. Perchè metto sotto il tappeto, metto sotto il tappeto, fingo di non vedere. Poi, è troppo tardi...

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  6. Vediamo quello che ci fa comodo.
    E nel caso, fossimo illuminati dalla luce cruda della realtà, regoleremmo l'esposizione per ottenere un click a nostro piacimento.

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    1. Ok. E poi? Siamo noi a decidere quando vedere a luce piena?

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    2. Nel bene o nel male, spero sempre sia una nostra decisione e non un'altrui imposizione.
      Ma a volte, non è brutto cambiare soggetto, panorama etc.

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  7. "Tu come la vedi?" (cit. Quèlo)

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    1. Tendenzialmente così:
      "so trovare, con perizia e opera di minuzioso scavo, la faccia lucente e preziosa di un ciottolo grezzo"...

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    2. La seconda che hai detto (quèlo non sbaglia mai)

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  8. Di parole ne usi tante, e soprattutto le usi sempre "dannatamente" bene :) Sono davvero belli i tuoi pezzi, i tuoi pensieri e le tue riflessioni, in tutte le loro tante sfaccettature :)

    Un abbraccio :)

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