sabato 27 gennaio 2018

Una mattina


E' che l'altro giorno, di punto in bianco, mi son sentita come quando uno butta giù lo zaino alla fine di una lunga traversata e si raddrizza e si allunga e tira dentro aria.
Insomma proprio di punto in bianco, non so come, ho capito che le cose non vanno male, molto bene o abbastanza male, per causa/merito mio. Che posso smetterla di sentirmi responsabile di tutte le corrispondenze umane che stabilisco, di credere che occuparmene a tempo pieno le renda più fulgide o lievi.
Per tutta la vita mi sono dannata a "tener su" amori, amicizie, relazioni che quasi sicuramente sarebbero naufragati se non ci avessi investito infinite energie. Mi sono occupata di tenere costantemente aggiornato il registro del chiarire, dell'esprimere, dello spiegarsi, del condividere, dello spulciare dietro e dentro anche nelle fasi più scure o difficili. Mi sono sempre imposta il primo passo, la prima parola di scuse, la prima richiesta di prossimità e riconciliazione. Non perchè sono buona, solo perchè credevo fosse compito mio. E perchè avevo paura di perdere.
Basta, ho smesso. Ma il bello è che non me lo sono imposto: è arrivato da sè.
E questo non lo confondo con la bellezza del nutrire, del donarsi, con la dolcezza di offrire ascolto, calore, del portare con generosità vita nella vita. Ho solo smesso di remare controvento, di dipingermi accettabili questioni penose, di pensare che valga sempre e comunque la pena, anche quando l'altro offre briciole e inadeguatezza.
Così ho festeggiato con una mattinata dedicata a me. Un po' di nulla, il pc, il divano, due crostoli col caffè, un grattino alla Olli, una leccata della Olli, i capelli lavati raccolti nel turbante.

28 commenti:

  1. Io so di non avere mandato per risolvere i problemi dell'umanità

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  2. E' che tante volte dall'altra parte c'è davvero poco o nulla da recuperare. Quando si dice che le cose devono essere fatte e volute in due, non è tanto per dire: è effettivamente così.
    Non sempre quello a cui noi teniamo e per cui tanto ci prodighiamo viene visto allo stesso modo dall'altra persona: che sia un'amica, un collega, un amore, un fratello non ha importanza.
    Vale la pena di recuperare solo quando c'è pari voglia di riuscirci.

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    1. Che poi vedi, anche anticipare l'altro, sostituirsi a lui, evitargli lo stress e gli scivoloni é un male.
      Perché alla fine, se lasci qualcuno esprimere la sua vera essenza, puoi avere notevoli sorprese.
      E non per forza brutte.

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    2. Esattamente.
      Meglio stare al proprio posto, fare quello che si ritiene giusto, certo, ma senza travalicare, senza andare oltre.

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  3. Sbagli a caricarti di questo peso
    Non puoi portare a spalla la volta celeste, piccola

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  4. Anche io sono arrivata alla fine della corsa!

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    1. Credo connoti una certa fase della vita...
      Che bella la foto profilo 😊😍

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  5. [...] solo perchè credevo fosse compito mio. E perchè avevo paura di perdere.

    Oh, quanto mi rivedo in questo!

    Io tutt'ora sono così, o tendo ad esserlo... non in tutte le occasioni, ma in un esiguo numero di relazioni importanti.

    La cosa più difficile da accettare è che, in certi casi, non si può fare proprio niente. Ci sono cose che sono totalmente fuori dal nostro controllo ed è anche impossibile remare controcorrente. Trovo questa impotenza a volte più insopportabile dell'essere trattata in modo ingiusto da qualcuno... che se ti trattano in modo ingiusto, reagire è istintivo. Mentre quando è la situazione in sè, la "sorte", a diventare "sfavorevole", non c'è alcun bersaglio vero su cui scaricare la propria frustrazione (e a volte scaricare la frustrazione aiuta!!).

    Comunque sia, rendersi conto che non si può fare nulla è già qualcosa... e avere invece degli obiettivi indipendenti dalle relazioni aiuta.

    Un abbraccio,

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  6. Ho fatto una fatica bestia a trovare la mia differenza tra "mi impegno a far girare le cose" e "se girano/non girano dipende da me solo da me niente altro che da me". Dico mia perché è anche una questione di predisposizione, educazione ricevuta, esperienze fatte.
    Per quello che mi riguarda la separazione (ormai nettissima ma quanta fatica per arrivarci) è nella coscienza di aver provato tutto il possibile nei termini che trovo adeguati alla situazione, che è come dire che una volta che sono certa di non aver pentimenti né auto-recriminazioni future ci metto un punto.
    Togliersi questi zaini è impagabile bimba bella, e la cosa davvero bella è che una volta tolti non ce li riappiccicano più alle spalle!!

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    1. Si, verissimo. Come accade con altri irretimenti, o luci fatue, o dipendenze affettive, una volta capito che svuotano e prosciugano, é finita, non accadrà mai più...
      Se si é gente sana, beninteso.

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  7. ciao bElla,
    io ti conosco
    tu fumi cannElla!

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    1. Uhmmm...questo é coso...lui...quello rasta italiano secco secco...
      Ma. Cosa mai si cela dietro questa citazione....

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    2. ti adoro quando fai così :)
      oh happy day....

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  8. Puoi decidere quel che vuoi, non si cambia per volontà, te sarai sempre quella, le cose che si fanno col cuore si fanno e basta, dopo e solo dopo ci si ragiona sopra. Comunque se ci riesci (e dubito) brava.
    Ma te brava lo sei già e non lo dico perchè sono indulgente.

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  9. ..che a un certo punto devi capire su quali delle infinite cose cui tieni, tieni davvero.
    E concentrartici. Il resto andrà come vuole...

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    1. Io investivo tutte le mie energia nel "mettermi in relazione", Franco.
      Questo era (e parzialmente é) il mio limite...

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  10. Ieri sera, il coniuge e la sottoscritta avevano bisogno di una commediola. Niente di particolarmente impegnativo, un filmetto italiano con attori romani, ambientato a Roma. Ad un certo punto, uno dei due attori (Gassmann) deve svolgere un compito: prendere un appuntamento con sé stesso. Uscire, fare una passeggiata, andare a prendere un caffè, qualsiasi cosa. L’importante è che sia da solo, con sé stesso, senza smartphone. Il tema del film è la comunicazione al tempo dei social ma, a parte ciò, ho pensato a quanto siano diventate preziose anche per me quelle ore in cui esco con me stessa, infischiandomene del resto del mondo. Sembra una sciocchezza ma “quella mattina” è importante.

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    1. Molto molto interessante il tema del film...titolo?

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    2. Beata ignoranza. Molto romano (Giallini e Gassmann). Niente di troppo impegnativo ma abbastanza vero nella sua leggerezza.

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  11. Accettare di non essere capaci di rigirare in qualunque verso ciò che vorremmo è una grande conquista: è lì che cominci a vivere per davvero.
    E anche gli altri, non credere, si sentono sollevati percependo questa cosa, almeno quelli che ti vogliono veramente bene, quelli che non passano il tempo a "parassitartisi addosso".
    Non si riesce mica a far star bene gli altri, se non si molla mai la divisa dell'efficienza, bellezza, anzi, spesso si rischia di risultare anche un po' rompic...
    Baci

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    1. Certo!!! Convengo.
      Che poi a metterci un po' di fatalismo, selezioni da subito, senza tirare avanti situazioni destinate (comunque) a morire...

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La vita è così, stupisce

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