sabato 5 novembre 2016

E' novembre

Foto di Gioia

Martedì ho spartito il sentiero con uno scrittore che amo molto.
Passa per schivo, ombroso, sgarbato. Passa per algido, distante. 
Credo sia silenzioso e basta. Perchè guarda le cose e le raccoglie, con pazienza.
Dopo s'è andati in una trattoria Slovena - odore solido di cipolla e carni fritte - che il cammino ci aveva messo fame. Eravamo tanti, tante le voci e le cose dette. Io mi son messa in parte, che godo immensamente dell'ascolto, del mettere assieme i pezzi, come indizi, per costruire le storie di ognuno.
Lo scrittore era seduto di fronte a me. La sua compagna, una donna senza età, capello corto brizzolato
e nessun vezzo. Lui la carezzava e le faceva assaggiare ogni cosa. Poi ha raccontato di quando ha incontrato l'orso, steso in mezzo al bosco.
Abbiamo offerto un posto in macchina ad uno del gruppo, sembrava giovane ma non lo era, sembrava infastidito e invece era impacciato. Gli ho chiesto se aveva dei figli ed è stato come tirar su la saracinesca. Nell'auto bianca che attraversava il giallo di novembre ha portato la sua vita, e mi son detta che le persone sono tanto sole, così sole da porgere la loro esistenza ad una sconosciuta con il raffreddore e gli scarponcini slacciati.

L'altro giorno a scuola si parlava di miti e leggende, del bisogno che l'uomo ha di trovare un senso alle cose intorno. Mi chiedevano perchè, nelle prime sepolture, quei neanderthaliani posassero fiori, oggetti, bei sassi. Poi hanno parlato loro. Della morte, dei bisnonni, di quello in cui credono, delle loro preghiere sacre e profane.
Il bambino ortodosso ci ha mostrato come si segna lui, che non giunge le mani. L'amico invece, ha raccontato che lui lo sente sempre il suo angelo.
M. taceva, pensava. Poi ha detto: "sai maestra, io credo solo a due cose, perchè sono sicuro che esistono. Credo a Gesù. E a Babbo Natale".
Pari dignità.

21 commenti:

  1. io credo all'UomoRagno, alla Nutella con l'olio di palma e alle giornate di tramontana in riva al mare...poi basta.

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    1. In effetti votarsi alla Nutella ha i suoi risvolti positivi.

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  2. Si. Le persone hanno tanto bisogno di parlare. E forse uno sconosciuto ha un pregio: non giudica. Ascolta e basta.
    Lo scrittore invece immagino abbia un modo diverso di liberarsi.
    Scrivendo, appunto.

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    1. Non so. Mi capita sempre più spesso. Che basta un niente e dischiudi mondi...come se le parole fossero trattenute per troppo tempo...

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  3. tanta solitudine, in un mondo iperconesso...

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  4. Ma le persone sono sempre state sole



    Se vogliono esserlo

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    1. E' in parte vero Fra, ma non sempre vero.
      Forse ora cambia la qualità delle relazioni che si instaurano. Quanto si è disposti a fare spazio in sè, quanto si è disposti ad accogliere parti dell'altro?
      Se questo non accade la relazione è semplice frequentazione.
      Poi sai, credo che la "solitudine" si tenda a ricondurla ad una mancata presenza. Invece spesso è anche incapacità di vivere esperienze appaganti e
      nutrienti, da sè e per sè. Io sto andando a ripetizioni, per esempio...

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  5. Uh... da curiosa ti chiederei: ma chi è? Qualcuno che amo molto pure io?
    La solitudine la si sa apprezzare solo se siamo arrivati a risolverci o quasi.
    Altrimenti può uccidere.

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  6. Ma quel Neanderthal che decide di seppellire per la prima volta un fratello morto, invece di lasciarlo in pasto alle belve, cosa pensa secondo te?

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  7. [...] godo immensamente dell'ascolto, del mettere assieme i pezzi, come indizi, per costruire le storie di ognuno. Anche a me, in realtà, piace tantissimo... quando torno in Italia mi si riversa il mondo dentro dalle conversazioni sentite in giro, che ne so, in treno, per esempio. Qui, per l'ostacolo linguistico ho meno opportunità... ma alcune mi si palesano davanti, lampanti, spesso nemmeno volute.

    Gli ho chiesto se aveva dei figli ed è stato come tirar su la saracinesca. Anche io a volte in treno o con sconosciuti che non rivedrò mai più parlo, a volte più del dovuto. Lo stesso gli altri fanno con me. Credo sia un modo per liberarsi in parte di un peso... del resto, anche il blog, per me, ha una funzione simile.

    Della morte, dei bisnonni, di quello in cui credono, delle loro preghiere sacre e profane. Mio figlio (credo tra i 5 e i 6 anni) ad un certo punto mi ha spiegato la sua teoria. Secondo lui, Gesù, dopo che uno è morto, gli dà la possibilità di tornare in vita come animale. Uno per tipo. Lui, nella fattispecie, avrebbe voluto essere anche scorpione, granchio (o altro animale acquatico, non ricordo), iguana e cavallo.

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    1. Le teorie dei bambini sarebbero da raccogliere...meravigliosa! :)

      P.s. In effetti il treno concilia...relazioni e parole.

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    2. A meno che non siano treni alla frecciarossa o italo. È come viaggiare in aereo. Perfino l'odore di galley è lo stesso. Ci si siede, e subito l'isolamento da social erge barriere. Durante l'ultimo viaggio stavo notando quante poche riviste e ancor meno libri girassero per i vagoni.
      Quanto mi mancano le care vecchie carrozze, con gli scomparti a 6 posti, quel meraviglioso corridoio e soprattutto almeno una decina di ore di viaggio.

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    3. L'odore. Se mi dessero da annusare "essenza di treno" la riconoscerei a metri di distanza...

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    4. Su 'sti treni moderni, se mi ci facessero salire ad occhi bendati, al tatto e dall'odore direi: "aereo!". Senza neppure esitare.

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  8. Ok, non mi riferivo ai ricchi.
    pensavo proprio alle prime sepolture, piume e fiori e oggetti come "saluto". E' quel "saluto" la chiave di tutto. per me.

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  9. É che proprio non posso...mi viene...di fare letteratura.
    La vita mi pare assai più bella.
    Che poi non é mica solo raccontarsi le storielle per non vedere. Anzi. É vedere lucidamente, ma infilando in tasca tutto quello che non è merda. Alla fine ho sempre le tasche piene.

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  10. Quando si dice ti amo con i gesti:
    "Lui la carezzava e le faceva assaggiare ogni cosa."

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    1. Era bello da vedere.
      E non si tratta di una coppia giovane, quindi ancor più raro.

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La vita è così, stupisce

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