giovedì 23 giugno 2016

Confetti



Mi facevo leggere Pinocchio, serialmente, Anticipavo col labiale ogni dialogo, ogni battuta. Quando il nonno spegneva la luce e mi dava la buonanotte, nell'aria aleggiavano immagini, parole.
Confetti al rosolio, per esempio: li sognavo di notte. Non ne avevo mai visto uno, ma li immaginavo candidi, con la glassa zuccherina e croccante, il ripieno tiepido e profumato.
Ecco, in questi ultimi giorni ho gustato alcune gioie piccole e rotonde che a pensarci, mi paiono rigeneranti e deliziose come i confetti della Fata Turchina.

Confetto 1
Torno da un breve giro in bicicletta. Bici nuova, moltissimo stratosferica per una che frena in discesa, si gratta il naso mentre pedala. e chiama i rapporti "i cambi di destra" e "i cambi di sinistra".
Insomma me ne torno un po' sfrecciando e un po' lemme, senza regolarità alcuna, lungo una strada secondaria e bellissima immersa nel verde, che qui e là si affaccia sul torrente azzurro.
Mi viene incontro una figura scura, che da lontano non so riconoscere. Quando mi raggiunge, vedo che si tratta di una donna di colore avvolta in un drappo verde, che - nonostante una certa mole - avanza lesta e sciolta, impugnando un lungo bastone da cammino. Incrociandomi apre un sorriso bianco e vasto, e dice "ciao" con la voce più rassicurante e melodiosa mai sentita.
Ma da dove spunta questa meraviglia?

Confetto 2
Durante la festa di fine anno i genitori hanno allestito in cortile un ricco buffet.
Uno degli alunni piccoli, quattro anni, emerge dalla selva di gambe e si avvicina. 
"Vorrei una fetta di torta al cioccolato maestra, ma non vedo dov'è", dice guardando avvilito la folla ammassata attorno ai tavoli. 
Intercetto uno dei miei, classe terza, gli faccio cenno.
"Accompagneresti M. a prendersi una fetta di torta per favore?", chiedo.
Osservo. Il grande prende la mano al piccolo, si fa strada. Giunto al tavolo dei dolci si infila repentino fra i corpi e recupera il bottino. Poi ecco, sorride trionfalmente al piccolo e con gesto cavalleresco e pieno di cura si inginocchia e gli porge la fetta di torta posata sulle mani aperte, avvolta in un tovagliolo.
Mi sono sentita così fiera.

Confetto 3
Ieri siamo andati per boschi, boschi selvaggi e puri, poco attraversati. Il sentiero saliva abbastanza ripido, e io, nonostante la gran voglia di cime, picchi, rocce e visioni panoramiche, arrancavo un po'. Sarà stato il primo caldo, o lo stress accumulato nelle ultime settimane (credo che sarei capace di rimanere a letto per tre giorni consecutivi), ma ad un tratto l'erba fresca - che aveva preso accordi con la pizzetta posta sul fondo dello zaino - mi chiamava a gran voce. Un simpatico coro di sirene.
Così mi sono fermata da sola, ho appoggiato la schiena contro un albero e sono rimasta lì, nel silenzio assoluto.
Ad un tratto mi è parso di sentire un soffio, uno sbuffo, un suono anomalo alle mie spalle. Così mi sono voltata cauta, lentamente: ad un metro di distanza, in una chiazza di sole, stava un capriolo dorato, tutto occhi e orecchie, Ci siamo guardati, un attimo.
Poi, spaventato, è scomparso nella boscaglia con quattro salti lievi.

23 commenti:

  1. Io il rosolio lo ricordo inzuppato in una garza, da succhiare appresso ad una medicina amarissima.
    Il mio confetto l'ho vissuto sabato, su una strada "brucia patenti", serpeggiante, nei dintorni di Siena.
    Emozioni che solo la moto riesce a farti vivere.
    Ero in pace con l'universo.

    Poi stamattina c'ho subito litigato.
    In fila al bar, adocchio l'ultima brioche... maddechè parlamo come magnamo: l'ultimo cornetto integrale al miele. Sto per indicarlo quando da dietro s'infila una, con un bimbo in braccio, che urlicchia (lei, non il bimbo): " quella è l'ultima? Me la metti da parte?". Il barista obbedisce mansueto, poi torna da noi gente in fila. Sospiro ordinando un cappuccio e una pasta di mandorle.
    Mo' vabbè la cavalleria, vabbè la gentilezza, vabbè che c'hai la creatura e vabbè che te l'avrei lasciata comunque.
    Comunque sappi, cara signora, che dentro di me t'ho urlato un sacco di parolacce.
    Ecco.

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    1. Tu c'hai questo che ti frega vipero... troppe cose restano dentro di te... brutte... e belle.. ;)

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    2. So' bello e brutto dentro.

      Ma è così un po' per tutti, no?

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    3. Gliel'ho detto al Vipero Franco, che deve metter fuori tutta 'sta roba...ma non mi ascolta...

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    4. Noneee! Nun lo apro un blogghee...! :P

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  2. mi hai fatto prendere proprio un bello spavento, lì nel mio posto preferito a sgranocchiare ... non farlo più! :)

    capriolo dorato

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    1. Lo sapevo io...da insetto a mammifero...
      Sei forte Pier :)

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  3. il mio confetto è stato ed è mio figlio...
    lo guardavo ieri sera, dopo i primi due giorni delle prove di esame di maturità, sereno, sorridente, così spiritoso, pieno di aspettative sul futuro e, mi sono commossa, penso che non avrò mai nessun altro confetto al pari suo.Tutto il dolore del mondo o tutta la bellezza del mondo e la mia stessa esistenza passa in ultimissima posizione di priorità :)

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    1. Ah sicuro. Ma i figli non sono confetti estemporanei e inattesi...loro sono IL confetto, quello assoluto ;)
      Baci biondina

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  4. Confetto due può bastare a ripagarti di tanta stranezza...

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    1. Ma un capriolo non è stranezza! :D
      Magari a Roma sì...

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  5. Il confetto due mi ha commosso. C'è bisogno di confetti così!

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    1. Un giorno, a settembre, vieni a vedere la scuola per favore?
      Calcola che non si dice di no alle conterranee...

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    2. Sì ci vengo! Ci vengo ci vengo e ci vengo!
      Grazie :*

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  6. Confetti molto dolci questi, in particolare il più perfetto mi è sembrato il secondo, un gesto piccolo ma poi grandissimo :)

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    1. Se poi conoscessi il tipetto che ne è stato protagonista...

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  7. Confetto 1: era il Cormor o il Torre?
    Confetto 2: torta al cioccolato ve bene, ma chi l'ha fatta? è una mamma affidabile o una che ha litigato con maestre e bidelle?
    Confetto 3: scommetto che alla vista del capriolo il cuore ha fatto una capriola (è idiota ma a me succede sempre e io di incontri ravvicinati ne faccio parecchi)
    Ciao.

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    1. Era un torrente...zona Tagliamento :))
      P.s. ho ricevuto!! Grazie...molto avvincente questa sit-com :)))

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  8. Certo che anche a me leggere dei confetti al rosolio della fata dai capelli turchini mi ha sempre lasciato con l'idea che fossero qualcosa di meraviglioso...
    In questo momento un po' così (frenetico, e un po' stressante) non so davvero cosa possa essere il mio confetto al rosolio... sicuramente l'esistenza dei miei figli e la nuova illuminazione che mi si è piazzata in testa, ovvero che, finché decido di non cambiare rotta, l'unica via percorribile possibile è il dialogo aperto, onesto, costruttivo.

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  9. Tutto coincide in questo post: immagine e testo.
    La foto ha i colori delle favole e piccole favole buone sono le cose che racconti, tanto vere da essere favole, forse a dimostrazione che le piccole favole buone esistono e resistono, anche se bisogna saperle cogliere.
    I tuoi confetti mi hanno fatto pensare a certe sorprese che si facevano una volta ai bambini: far trovare loro un confetto o una caramella nascosta, là dove non se lo immaginano.
    E' bello sentir parlare della vita con questo gusto centellinato, così raro, spesso prerogativa solo di chi ha occhi e cuore per capire e/o ne ha passate tante da saper valutare con saggezza e attenzione le piccole favole buone del quotidiano.
    Credimi, nel mondo dei blog incrocio soprattutto testi da nichilisti ultrà e non so più provare alcuna comprensione per costoro...
    Ti sorrido grata,
    S.

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