martedì 13 febbraio 2018

Distanze


Sei anni fa partecipavo ad una settimana di formazione intensiva a 400 chilometri da casa. Era la prima volta che lasciavo la mia casella quadrata da sola e mi allontanavo così tanto, e per così tanto tempo.
Si sa, mai tenere fermo qualcuno se davvero lo si ama, se davvero non lo si vuol perdere. E noi eravamo in due a soffocare, limitare, giocare la carta del senso di colpa. Quanta paura.
Ebbene parto col vecchio Peugeot e molte carte geografiche (il vecchio Peugeot non aveva il senso dell'orientamento) e tutto un frullar d'ali dentro, neanche mi apprestassi ad una traversata oceanica a bordo di un guscio di noce.
C'è un diarietto rosso in cui sono fissati, come piccoli fuochi accesi, tutti gli incontri, le suggestioni, le stranite colazioni (era tutto da reimparare, tutti i gesti da ritrovare), l'intensità di odori e colori e sapori di quela settimana gialla d'agosto che pareva imbastita per me. 
Nel mio stesso albergo alloggiavano diversi corsisti; fra questi una donna matura con l'aria fiera e bella, che mi catturò da subito e che da subito cercai di avvicinare. Stingemmo amicizia il secondo giorno durante una pausa caffè e per il resto della settimana, appena le lezioni terminavano, condividevamo la passeggiata fino all'hotel, un apertitivo, una cena in piazza. 
M. era una terapeuta, una nonna, una scrittrice e aveva dentro storie, così tante storie che non mi satancavo mai di sentirla parlare.
Una sera, mentre ci perdevamo tra i vicoli in quel languore estivo, le chiesi dell'amore. Volevo sapere se l'uomo a cui era sposata la amava, se lei lo amava. 
Prima di raccontare, prima di nutrire il mio cuore affamato, sospirò e mi sorrise come a chiedermi se ero pronta.
Sappi di lei, una sposa troppo giovane e due figli arrivati subito, uno via l'altro. Mi parlò dell'amore che ha forme diverse e di com'è diverso il nostro modo di amare attraverso il tempo.
Adesso sì, poteva dire autentico e profondo il sentimento che la legava al marito, era certa di quel sentire e lo definiva amore. Ma non prima. Prima di incontrare l'altro, quello che aveva scombinato tutti i suoi fogli, quello fuori dal recinto, che aveva fatto impallidire le sue minute, esili certezze.
Mi parlò della passione che acceca e devasta, del corpo che muta e si protende e si fa molle, di squallidi motel e folli corse in autostrada. Disse che l'aver scalzato i paletti, l'aver buttato all'aria i suoi disegni di bambina, l'essersi trovata scoperta, nuda, sola, le aveva permesso di capire cosa realmente le appartenesse e volesse per sè.
Ascoltavo trattenendo il fiato, con la sensazione precisa che quella storia avesse a che fare con la mia. 
Pochi mesi dopo, mentre attraversavo l'Italia con gli occhi gonfi di notti bianche e nostalgia, la chiamai, per sentire la sua voce.

36 commenti:

  1. Certe storie meriterebbero di essere raccontate in un libro o in un bel film. E penso che questo vostro incontro, in quella calda settimana di agosto, sia stato utile per entrambe.

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  2. Chi riesce a passare le proprie emozioni con tale intensità regala agli altri la propri storia come fosse un pane dolce da mangiare e meditare nel gusto.
    Sono persone rare, inevitabilmente generose.

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  3. sembrerebbe che tu abbia incontrato te stessa, il tempo è relativo.

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  4. Il destino sa sempre come farci arrivare i suoi messaggeri :)

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    1. Se guardo indietro, a posteriori, lo vedo chiaramente...

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  5. Questo post mi costringe a pensare.... e questo vuol dire che le rossime righe saranno, un po casinare e poco chiare...
    Non può esser così, non si può scoprir di amare una persona dopo...dopo l'altro. Forse complice la giovanissima età dell'inizio del rapporto, magari i figli arrivati quasi subito, ma normalmente non può esser così, perchè vorrebbe dire che serve sempre un'altro per capire se si ama o no il 'primo'. Uff non ci vedo il lato positivo, vedo al massimo una donna che ha preso una sbandata poi è stata abbandonata dall'altro e allora ha capito che amava il primo.... No non è vero... si è solo sentita sola, tradita...abbandonata (forse non è andata così...ma la vedo così).
    Potrei aggiungere altro... ma mi fermo :p

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    1. Provo a dire di più, il racconto era asciutto.
      Succede si, succede eccome. Ma non perché deleghi ad un altro un percorso, una scelta, il fatto di aprirti gli occhi. Certo che no.
      Succede che tu stai in una storia e ci stai protetto, caldo, al sicuro. Succede che una parte di te sa che vivi a metà, me l'altra parte di te non lo vuol sentire. E succede che tu ad un certo punto cerchi disperatamente una porta, una via d'uscita, e la cerchi sbattendo a destra e a sinistra.
      La prima porta che si apre, tu la infili.
      Spesso, guarda caso, ti porta in luoghi e situazioni totalmente e diametralmente lontane dalla vita che vivevi. E questo fa sí che tu, per la legge dei contrasti, capisce moltissime cose di te. E scelga.
      Ora, la mia amica lasciò l'uomo che era entrato nella sua vita, con infinito strazio (per un paio d'anni luo non le dette tregua) e se ne andò di casa, coi figli, per conto suo. Ma il marito, che la amava ancora moltissimo, e attraverso quel dolore aveva colto anche molti suoi limiti...la corteggiò come un adolescente.
      E dopo un po', qualche anno credo, tornarono ad essere una famiglia.
      Si amavano profondamente.

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    2. Perdona i refusi...ho un Windows Phone... 😜

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    3. Non so se mi sono spiegata...sei sempre tu, siamo sempre noi, alla fine a decidere che é "arrivato il momento" per un incontro, una svolta, una situazione...apparentemente casuale...

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    4. Si in realtà ti eri spiegata anche con 'racconto asciutto' :)
      Bene o male siam sempre noi a scegleire e su quest son d'accordo. Quello che concepisco poco è l'esser innamorati...'dopo' :)

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    5. Credo che ri-innamorarsi, soprattutto dopo una bufera del genere, dopo essersi rovesciati come calzini, sia possibile... Perchè di fronte, abbiamo un uomo/donna diverso/a.

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    6. Probabilmente ho davanti gli 'occhi' storie diverse :) Comunque si ...è possibile, come anche no :)

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    7. Certo.
      A me per esempio non è successo: ci siamo lasciati, abbiamo divorziato, messo su due famiglie.
      Dico solo che quella porta spalancata, che tu decidi di varcare (vedi come ti cito?) può portarti ovunque...

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  6. Mi ricollego al commento di Boh per un racconto sulla mia famiglia. So che parlo spesso di me, e non è autocelabrazione ma il fatto che i post di Gioia mi riecheggiano in ricordi personali profondi.
    I miei genitori stavano per separarsi quando ero un ragazzina. Periodo molto buio, molto travagliato e molto intenso. Formativo anche. Difetti ed errori da tutte e due le parti che han portato ad una situazione che poteva concludersi in un disastro. Certo, avrebbero di sicuro protetto me da dispute dolorosissime, ma loro si sarebbero distrutti. Dico davvero, ci avrebbero messo anni ed anni per risollevarsi.
    E invece di separarsi hanno lavorato duro per ritrovare i motivi che li avevano fatti innamorare, per capire se quei motivi esistevano ancora e se c'era la possibilità di ricostruire accettandosi con più completezza e consapevolezza. La storia della mia famiglia dice che ci son riusciti e si sono innamorati di nuovo e ancora e ancora ogni giorno, finché papà ha avuto giorni con noi. Mia madre lo ama ancora moltissimo e non è davvero bastata la morte a sbiadire neanche le sfumature di quel sentimento.
    E buh... non lo so. Alla luce di tutto questo il post mi ha scosso parecchio e sto pensandoci.

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    1. Sono (erano) due persone speciali e rare.
      Per risollevare una coppia sull'orlo del disastro, ci vuole una forza enorme, titanica. E soprattutto, bisogna remare in due, senza paura, disposti a rivedersi totalmente. Entrambi.
      Io, noi, ci avevamo provato...

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    2. Quel che penso è che una volta fatto tutto quello che si poteva, dopo averci messo ogni fibra per ricostruire... se non ci si riesce non c'è niente di cui rimproverarsi.
      Credo anche che per voltare pagina però bisogna saperlo di averci messo proprio tutto il possibile. Ma l'impossibile non si può fare, mai.

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  7. Come immagini è qualcosa che mi tocca da vicino.

    Capisco che possa essere possibile re-innamorarsi di chi si è lasciato per un altro...

    ... ma penso alla mia di situazione, che non ho lasciato mio marito, ma da cui al momento si vive a distanza per motivi di lavoro e... non sai come respiro. Solo per il fatto che non ho quella frustrazione quotidiana da doverlo avere accanto, sapere tutto quello che è stato, e dovere pure dargli sostegno, io, dopo tutte le cose che mi ha rinfacciato... no. Mi serviva questo momento, non immagini la pace. Ho tantissimo da fare, ma non ho quella goccia continua che scava anche la roccia più dura...

    Ovviamente mai dire mai, ma non è più possibile per me re-innamorarmi del marito. Ha avuto tutte le occasioni di questo mondo per tornare sui suoi passi, trattarmi bene, con rispetto, e non lo ha fatto, e io non posso davvero considerare che lo posso "amare da innamorata". Semmai posso provare affetto, sentirmi in dovere di aiutarlo se è in difficoltà, in fondo è il padre dei miei figli... ma innamorarmi no. Ormai, è passato, finito. Se non avessi figli da lui, avrei troncato già ogni rapporto. E questo, indipendentemente da innamorarsi o meno di un'altra persona...

    Ti abbraccio,

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    1. Te l'ho detto diverse volte...non so come fai e come hai fatto.
      Io non potrei guardarlo.
      Anch'io ti abbraccio.

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  8. Insomma è una storia di corna, poi passa e si torna dal marito ignaro di tutto ed abbondantemente cornuto, porto sicuro e rassicurante. Non c'è nulla di strano ma neanche nulla di eroico.

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    1. Chi ha detto "ignaro di tutto"?
      Sapeva ogni cosa e praticamente dal primo giorno. L'ho spiegato a Boh, é stato un cammino di chiarezza sul rapporto, su quello che di quel rapporto non funzionava, che hanno fatto insieme.
      Perché si sa che quando uno guarda altrove, ci sono coppie responsabilità...

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    2. se lei scopava con un altro e lui no si crea una asimmetria incolmabile. evidentemente lui aveva qualche tara, tipo quelli che godono se la propria moglie se la scopa un altro. non è una storia d'amore, è una storia malata

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    3. Ma secondo te, se due si lasciano, si allontanano, vivono separati, e nel frattempo crescono come persone, come individui, capiscono che parte avevano in quel rapporto fallito e in che modo hanno contribuito a farlo fallire...conta ancora "chi ha scopato prima"?

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    4. certo. conta chi ha scopato prima ed anche di più. a me è successo così quando si era ipotizzato di rimettermi con la ex più importante della mia vita. siamo stessi anche più volte a letto dopo, persino da amante pensa che bestialità. e due anni dopo dalla fine lei mi ha pure richiesto di rimettersi assieme, perchè "aveva capito che eravamo fatti l'uno per l'altro". cazzate, enormi, enormissime. semplicemente ha capito - troppo tardi - che quelli con cui si era accompagnata (tanti, sicuramente più di me) valevano la quarta parte (ad essere esagerati) di me. quando finisce finisce, stop, soprattutto se avevi costruito un relazione sotto lo stesso tetto.

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    5. Ok. Dalle risposte accorate e dai confronti proseguiti amche via mail con alcuni di voi, capisco due cose.
      1) l'argomento tocca corde profonde
      2) inevitabilmente porta alle nostre esperienze ( anche dolorose) che giustamente utilizziamo per generalizzare e comprendere
      Quindi, non facile.
      Io penso solo che siamo fatti per evolvere e che IN ALCUNI CASI sia possibile, laddove si è a lungo lavorato su se stessi, ritrovarsi a distanza e riscoprirsi, perché se c'è stata trasformazione personale, si é di fatto persone diverse.
      Ma non voglio assolutamente l'ultima parola Fra, perché ognuno di noi ha portato sé, nella risposta...

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    6. Ma no, non è questione di ultima parola, però tu la descrivi come una storia edificante ma comunque vitale

      A me sembrava una storia in cui una si è divertita e l'altro ha sofferto.

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    7. Non so...io ho conosciuto tutti e due e l'impressione é stata quella di due persone molto consapevoli che un "incidente", per quanto pesante, avesse messo entrambi nelle condizioni di "vedere" e svoltare. Prima di tutto come individui. Poi anche come coppia, anche se non era affatto scontato.
      Questo mi era piaciuto, il decostruirsi.

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  9. Io sull'amore ciò una gran confusione, sarà che non capisco o non mi arrendo ai diversi tipi di amore, ad accettare che anche noi cambiamo il nostro di amare e di essere amati in base alla persona che abbiamo davanti, non so...lei ama il marito e non lo metto in dubbio, certo, ma a me l'amore sembra tanto quell'altro!

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    1. Ogni incontro (e non parlo solo di amorose corrispondenze) é un'occasione di far luce su parti di noi. Nel bene e nel male. Alcuni svelano e toccano fili dorati, altri fanno emergere zone oscure, misconosciute, che spesso neghiamo.
      Come se ogni/uomo donna si definisse via via, ANCHE attraverso gli incontri, la reciprocità.
      É vero però che ad un certo punto si arriva ad una struttura, ad una forma quasi definitiva. Perché credo che comunque non si smetta mai di evolvere, e la trovo una cosa bellissima.
      Ecco, M. che si era sposata giovanissima, di colpo ha scoperto nuovi pezzi di sé, attraverso quell'incontro. Questo é l'evento!
      L'ha lasciato lei, il nuovo amore, quindi la bellezza sta nell'essersi scoperta una donna con nuovi colori...

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  10. che bello quando incontri una persona che ti da un nuovo modo di vedere e di guardare

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  11. Bello quando ricordi palpabili ti vengono in mente tramite scritti altrui.. ripensi all'adrenalina delle cose nascoste, le più assurde, pericolose, improbabili..robe solo fuori dell'ordinario.. un ordinario cui non davi valore, come ora che pigi quieto i tasti, per non svegliarla presto dalla fatica di una settimana...

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La vita è così, stupisce

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