sabato 19 maggio 2018

Farsi attraversare


Grazie a Nuvola mi sono ricordata che da piccolissima, intorno ai quattro o cinque anni, disegnavo compulsivamente. Mi piacevano le figure umane, ça va sans dire. 
I miei soggetti avevano molti dettagli, tanti colori accesi e curiosamente indossavano diversi cappelli uno sopra l'altro. Ma non due o tre, pile lunghe una decina di copricapi. Così nello stesso foglio andavano a spasso Tizio e Caio, ognuno con il suo bel metro di roba in equilibrio sulla testa.
E poi mi chiedo perchè sono quella che sono. 
Perchè mi incanto, al banco della frutta, a guardare le scarpe di vernice col tacco altissimo di una donna che pare una caricatura. E mi chiedo com'è la sua casa, se ama un uomo bello, se ha un'auto rossa e se la sua mamma è ancora viva.
Perchè, ferma in auto dietro lo scuolabus, mentre piove a catinelle, mi perdo dietro questo bambino secco secco che scende e apre goffo l'ombrello e immagino il piatto di pastasciutta che lo attende, la tovaglia a quadri, un cane meticcio che fa le feste.
Le espressioni degli altri, il dolore in un gesto, le esistenze a metà, i sogni altrui, mi hanno sempre attraversata da parte a parte, anche quando non volevo. 
Li ho tutti quei cappelli in testa, incastrati uno dentro l'altro, un metro di cose in equilibrio su di me.

23 commenti:

  1. oddio, non so oso pensare ai tuoi pensieri in una metropolitana allora

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    1. Difatti le grandi città mi riducono uno straccio... 😅

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  2. pure io mi domando spesso il mestiere della mamma del mio vicino... detto questo col tempo ho imparato a fregarmene dei cappelli degli altri... sopravvivenza la chiamano!

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  3. È bellissimo il particolare dei cappelli. È un elemento talmente insolito che deve essere, appunto, genuino. Devi averlo inventato tu, intendo. Resto sempre stupita di fronte a queste creazioni fantastiche. Un modo originale di vedere quanto ci circonda...

    Quando ero più giovane anche io mi perdevo a osservare chi mi stava intorno, magari altri passeggeri di un viaggio, persone che avrei visto solo quella volta.
    Di alcuni mi colpivano gli occhi, o un particolare. Anche io mi sono chiesta come fosse la vita di qualcuno che ho visto o incrociato solo per quel circoscritto periodo di tempo.
    Per non parlare di tutte le conversazioni avute in analoghi frangenti... alcune, me le ricordo ancora.

    E per finire, la persona che ora è tra le più care per me, è capitata proprio durante uno dei miei viaggi. Un incontro di sconosciuti, insomma, due mondi totalmente scorrelati. Ancora, a pensarci, mi sembra una cosa incredibile. Una di quelle linee a bassissima probabilità, che danno luogo ad un evento ancora più improbabile. Di quella persona, tra le altre cose, mi chiedevo di dove fosse, non riuscendo a categorizzarla. Inoltre, sentivo che non mi toglieva gli occhi di dosso, e mi forzavo a fare finta di nulla. Un misto di curiosità, sfida con me stessa (perché io so intuire giusto anche se un sacco di dati mancano... ce l'avrei fatta questa volta?) e attrazione.

    Essere così intuitivi è un dono, secondo me, ma anche non sempre è semplice... soprattutto, quando uno ha bisogno di raccogliersi, ritrovare le forze.

    Un abbraccio,

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    1. Ma mi era sfuggito che tu l'avessi conosciuto in viaggio!
      Che cosa molto molto romanzesca...

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  4. Vabbè domanda stupida: ma perché la tovaglia a quadri che fa tanto trattoria di camionisti? Perché?
    Perdonami, mi hai fatto sorridere con quell'idea di tutti i cappelli in testa.
    Sarà che io li amo da morire e vorrei essere tanto una Windsor!

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    1. Perchè la tovaglia a quadri è sinonimo di cose genuine, semplici, non ricercate o sosisticate (si sa che se un ristorante è frequentato da camionisti o preti vuol dire che si mangia bene ;) )

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    2. Ma sapete che mi é venuta così, come immagine... Forse perché qui siamo in paese e le cose sono un po' ferme...

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    3. Quindi avete tutti le tovaglie a quadri in casa come quelle delle trattorie😉

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    4. Io no! Io vengo dalla città e mi sono evoluta...solo righe!!! 😂

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  5. Piace anche a me cercare di indovinare chi sono e cosa fanno gli altri, la gente che incontro, quella che attira la mia attenzione che non sono poi quelli più appariscenti ma gli "altri". Stasera mentre tornavo ho visto sulla nazionale uno che camminava da solo in un posto dove non c'è una casa per chilometri e mi sono immedesimato in quell'uomo, nella sua solitudine nelle sue rughe viste un po' di fretta e mi sono portato questo pensiero per i venti minuti che ho trascorso per arrivare fino a casa. Chissà se lui se l'è immaginato!? Quello che scrivi mi fa pensare che non siamo poi così diversi gli uni dagli altri, ci somigliamo un po' tutti come animali da cortile.

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    1. Non credo...io ho un sacco di amici ai quali non sfiora neanche di immaginare la vita degli altri...forse capita più spesso a noi che ci improvvisiamo narratori 😉

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  6. E' una cosa stranissima e particolare questa cosa di disegnare gente con intere pile di cappelli :)
    Sei una persona con mille cose dentro, lo denota anche il resto del post. Che poi, noi che ti leggiamo sempre, lo sapevamo già :) Baci.

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  7. Mi è piaciuto tanto.
    I cappelli. La donna caricatura che forse ama un uomo bello.

    Sono seduto fuori dalla pizzeria. Ho di fronte tre bambini piccoli. Il più grande deve avere 4 anni. Butta a terra il piccolo. Il padre raccoglie il ferito e se lo siede sulla coscia, a 5 centimetri dalla sigaretta che sta fumando. La madre, anche lei paglia in bocca, dà un paio di schiaffi in faccia al grande, che fugge via a qualche metro.
    Due minuti i bimbi corrono intorno come disperati, gridano e fanno casino.. I genitori sono sempre seduti, finta di niente.

    Non mi chiedo niente su questa famiglia.
    Niente cappelli per me.

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    1. Forse Bill c'era pico da farsi domande. Era tutto già (tristemente) scritto.

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  8. Basta che tutto ciò non serve solo a distrarti da te stessa :)

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    1. Ah no. Forse una volta era così. Adesso rumino senza tregua, su di me e sul cosmo. 😄

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  9. Credo che ognuno di noi con una propensione particolare e la tua, forse, è l'interesse per gli altri.
    Secondo me, il tuo percorso, (per quel poco che ne posso intuire), il lavoro che fai, la donna che sei, (per come ti leggo su queste righe e-per qualcosina- anche per come ti leggo "attraverso" queste righe) sono la derivazione diretta di quella bambina dei cappelli.
    E' bello tutto questo, non trovi?

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    1. Sì, molto bello.
      Pesano un poco però, qualche volta.

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La vita è così, stupisce

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