E' domenica, suonano le campane. Mi cambio in camera, la porta che dà sulla terrazza è socchiusa, entrano odori (sì sono tornati, assieme al cinguettare degli uccelli al mattino): terra, vento, erba.
Mi sfilo la maglietta davanti allo specchio, mi guardo. E lì resto, le braccia lungo i fianchi, i capelli sciolti sulle spalle.
Quante volte nel tempo ho sentito suonare le campane della domenica? E dov'ero, cosa facevo, in quale giorno si infilavano il mio corpo e i miei pensieri?
Le domeniche con le calze bianche e le scarpe di vernice sotto il banco della chiesa, piedi e occhi inquieti, mai paghi. O quelle con il telo da mare e la nivea blu nello zaino in spalla, via di corsa che l'autobus scappa. Le gambe da donna, che si credono bambine vanno via scomposte.
Le domeniche in cui la mamma grida alzati, è mezzogiorno e l'unica preoccupazione è nascondere la minigonna prima di uscire, vestita a modo. Poi cambiarsi e truccarsi nel sottoscala.
E quelle su e giù dai treni, le lasagne e il sugo di pomodoro in valigia, le pagine di Siddharta piene di appunti.
Certe domeniche gonfie di sonno, che i bambini saltano sul letto. Fuori piove un'acqua brumosa e da qualche parte, qualcuno, ha fatto il caffè.
E poi questa domenica di rondini. Io mi preparo per la gita (ma quanto mi piace vagare?) mentre tu canti in cucina un pezzo degli U2. I’ve been thinking about the West Coast...
E' una domenica di tante, eppure è una sola e diversa fra tutte, perchè sfioro la mia pelle di latte, e carezzo una bambina, una ragazza, una donna. Che mai mi ero voluta così.
Le domeniche con le calze bianche e le scarpe di vernice sotto il banco della chiesa, piedi e occhi inquieti, mai paghi. O quelle con il telo da mare e la nivea blu nello zaino in spalla, via di corsa che l'autobus scappa. Le gambe da donna, che si credono bambine vanno via scomposte.
Le domeniche in cui la mamma grida alzati, è mezzogiorno e l'unica preoccupazione è nascondere la minigonna prima di uscire, vestita a modo. Poi cambiarsi e truccarsi nel sottoscala.
E quelle su e giù dai treni, le lasagne e il sugo di pomodoro in valigia, le pagine di Siddharta piene di appunti.
Certe domeniche gonfie di sonno, che i bambini saltano sul letto. Fuori piove un'acqua brumosa e da qualche parte, qualcuno, ha fatto il caffè.
E poi questa domenica di rondini. Io mi preparo per la gita (ma quanto mi piace vagare?) mentre tu canti in cucina un pezzo degli U2. I’ve been thinking about the West Coast...
E' una domenica di tante, eppure è una sola e diversa fra tutte, perchè sfioro la mia pelle di latte, e carezzo una bambina, una ragazza, una donna. Che mai mi ero voluta così.
ho sempre odiato la domenica... non saprei perché.
RispondiEliminaIl venerdì pomeriggio la batte di brutto...
EliminaEcco, Siddharta. Quel libro comprato per darmi un tono e ovviamente mai letto, perchè sono cose che non capisco.
RispondiEliminaMa la storia della minigonna com'era? Mi ricorda un film che parlava di ragazze iraniane uscite di casa col velo e la palandrana che poi andavano ad una festa in jeans....
Tutti leggevamo Hesse per darsi un tono...😊
EliminaLa storia della mini sarebbe lunga da raccontare...nasce tutto dal fatto che "prendevo in prestito" i vestiti belli della mia giovane mamma...
Sei tutte le cose: bambina,ragazza, donna, e va bene così, dillo a quella che non ti vuole così...
RispondiEliminaGliel'ho detto. Ha fatto spallucce...
Elimina😘
Allora fai la superiore con lei!
Elimina:-))
Mi piace... mi piace proprio come è scritto, poco da comentare, solo che visto come in time-lapse una donna diventar bimba...ed una bimba tornar donna.
RispondiEliminaEh, ti ringrazio :))
EliminaPare che nessuna si voglia com'è ma poi alla fine andate tutte bene come siete basta conoscervi e vedervi dentro.
RispondiEliminaImpariamo a prenderci come siamo che tanto non si cambia.
Tu sei un uomo.
EliminaIl tuo ragionamento non fa una piega...per un uomo :D
E' proprio un bel post. Femminile nel vero senso del termine. E ci sono ricordi racchiusi che è bene conservare.
RispondiEliminaÉ buffo sai. Più cresco e più capisco la mia mamma e più mi manca quando siamo lontane...
Elimina..peccato per il pezzo degli u2
RispondiEliminaHo riso. Musicofilo.
Elimina[...] e l'unica preoccupazione è nascondere la minigonna prima di uscire, vestita a modo. Poi cambiarsi e truccarsi nel sottoscala.
RispondiEliminaMi hai fatto sorridere :)
Ma sai che io "da giovane" non ero così sveglia... forse, a quella età, ero ancora troppo "frenata". Inoltre, non avrei avuto nessuno con cui uscire... nessuno mi ha mai considerata sotto quella luce, al tempo dell'adolescenza. O forse sì, qualcuno mi avrà considerato, ma io ero troppo occupata a credermi brutto anatroccolo. (che stupida, no?)
Poi, di nuovo, penso a me adesso, e anche lì, quietamente sorrido...
Un abbraccio,
Grazie ragazza.
EliminaIo sono cresciuta nel mito della bellezza femminile (mamma era uno spettacolo) e credo che il processo per sottrarsi a questa logica sia ancora in atto.
Hai potere finché piaci, tanto per capirci. Non bello e abbastanza invasivo...
E io abbraccio te
Belle tutte queste domeniche in fila.. che io non ricordo.. forse apposta scrivo tanto, per rileggermeli i ricordi, per ricomporli al tatto.. poi allo specchio.. meglio che non mi guardo va.. ;)
RispondiEliminaIo ricordo come dei pezzi, tanti pezzi. Luccicanti...
EliminaTu ti specchi nel blog, come tutti noi :))
Scrive bene questa pulzella.
RispondiEliminaCiao.
Grazie Gus, un saluto a te...
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