sabato 7 ottobre 2017

Cause


Non ho mai sentito l'urgenza di battermi per la salvaguardia dei cuccioli di foca o di manifestare al fine di scongiurare l'estinzione della tigre bianca siberiana. Non lo ritengo mica inutile, o di scarsa rilevanza. Anzi.
É solo che da tempo immemore il mio cuore trova risonanza con gli umani patimenti, con le ugge ed i tormenti di chi se ne sta solo, sul cuor della terra.
A otto anni mi spendevo con ardore da suffraggetta affinchè le "femmine" non fossero escluse, per tacito accordo, dai giochi dei "maschi". Riunivo le bambine e parlavo loro di parità e diritti.
Ritagli di quella veemenza restano all'attaccatura dei capelli, nell'incavo biancolatte del braccio.
Ora mi sale su una rabbia pazzesca perchè sento qualcosa che non va, che non torna, nelle nuovissime generazioni. Parlo di creature che adesso hanno meno di 15 anni, che ho modo di ascoltare, percepire, cogliere, osservare. Non solo in classe.
E' come se tutto attorno a loro fosse sfocato, come se i loro corpi e i loro sogni si collocassero in un migliore altrove, indefinito. Raggiungerli è sempre più difficile, tenere il loro occhi è una sfida. Anche i più puri, quelli con famiglie attente e presenti, spingono con forza il limite e occupano luoghi inadatti, stereotipi sempre più stretti e svuotati da ogni incanto.
Cantano 'sta merda qua:

Come il crimine, senza regole
come le ragazze con il grilletto facile
entriamo senza pagare
come dei calciatori di serie A
ci guarda tutto il locale
ma alla fine nessuno ci toccherà.


I calciatori di serie A.
Il grilletto facile (e lasciamo correre il doppio senso, che forse non colgono).
Ci guarda tutto il locale.

Poi però hanno dita frementi e occhi pieni di fame. Una fame che saziano male, in un modo che mai appaga.
E noi dove siamo, cazzo? Vogliamo smetterla di giustificarli? Ci prendiamo la responsabilità e l'onere di offrire una sponda, uno scorcio di bellezza, un abbraccio, un no senza repliche, un pianto sincero? Sappiamo mostrare che è possibile sollevarsi, cambiare prospettiva? Riusciamo toglierci di mezzo, a smettere di fare i genitori idiotamente perfetti, a non sostituirli malamente, ad avere un peso? Possiamo incazzarci se non fanno i compiti e non mettergli in mano un cellulare quando hanno appena imparato a scrivere, per placare la nostra ansia da separazione? Ce la facciamo a capire che sono così tanto SOLI?
E' una tragedia, io lo dico.

31 commenti:

  1. Ma tu te lo ricordi quando se non avevi un piumino moncler o ciesse, le Clark ai piedi, i levi's 501 e le magliette fruit of the loom non eri nessuno?
    O i camperos e le cinture de el charro?
    O il chiodo?
    Stessa roba.

    Solo senza social.

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    1. Magari fosse questo Vip.
      Il vuoto intorno, parlo di quello. E allora ti aggrappi a quello che c'è.
      Ma so di sembrare catastrofista...

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    2. Esempio.
      Cena fuori con amici, nel tavolo accanto due genitori e due bimbi 4-7 anni. PER TUTTA LA SERA ( escluso il momento del pasto) i bambini sono stati dietro le luci intermittenti di un tablet. Soli, soli, soli.

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    3. Colpa degli amici, e dei ristoratori, che non sopportano i bambini. Cioè persone che per due ore non puoi pretendere stiano buoni muti e immobili seduti composti ad un tavolo.

      Ai miei tempi eravamo fuori a giocare a pallone o a fare cose comunque lontano dai genitori, così non avremmo rotto le scatole a tavola.

      Adesso sono figli dei loro tempi. Soli in maniera diversa.

      Almeno così pare a me, considerando le coppie o i gruppi di amici che vedo a pranzo e cena ognuno immerso nel suo smartphone.

      Finiremo come i passeggeri della Axiom.

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    4. Non credo che a un bambino risulti impossibile stare seduto due ore... altrimenti a scuola sarebbe uno sfacelo. Si portano i pennarelli, un album per disegnare, si chiacchiera insieme a loro, e loro ascoltano i discorsi dei grandi e forse fanno domande interessanti. Magari anche si annoiano un pochino, che non fa per niente male e giocano con la tovaglietta di carta della pizzeria, facendo mille piegature.
      Ecco, mi pare tragico anche che si pensi che i bambini "non possono" stare due ore seduti a tavola.
      E non mi riferisco solo a te, lo dicono in tanti. Oggi a pranzo un papà mi ha detto che sua figlia è allergica alla sedia. Capisci?
      Io ho imaparato ad osservare, a pormi domande sulle cose e le persone, a notare i dettagli, proprio quando stavo con mamma in fila alla posta, o cenavo coi miei al ristorante...

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    5. C'è però una questione: la gestione del tempo. O dedichi tutto il tempo ai figli, oppure a volte ti arrendi e cerchi di appropriarti di qualche ritaglio.
      Il guaio è l'assefuazione. La comodità che ne deriva: li piazzi lì buoni una volta, poi due, poi... ma sì, stattene lì, che io ho ciò da fa'.
      Per me, la cosa peggiore in assoluto è la mancanza di fantasia. Sto tentando, con i miei (soprattutto col grande) ad invogliarli diversamente. Modellismo, disegno, letture, costruzioni.
      Non funziona niente. Questa cosa m'angoscia più di tutte.
      Ripenso a me, a quando potevo contare su una pila di fumetti, qualche libro e supergulp al mercoledì (o era giovedì?). Poi c'era il subbuteo e i soldatini atlantic.
      Alla sala giochi space invader...
      Oggi se ti metti di fronte alla Ps4, o guardi i film al cinema... è già tutto lì, pronto e impacchettato. nessuno sforzo d'immaginazione.

      A me 'sta cosa sconvolge.
      Dev'essere il gap generazionale, la soglia dello stupore è diversa dalla mia che son rimasto a bocca aperta quando il Millennium Falcon ha eseguito il balzo nell'iperspazio, nel 1977.
      Io ho ancora quella bocca aperta lì.

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    6. Ecco. questa è una delle cose.
      Quel "pronto e impacchettato" fa sì che non si lotti più per niente...per ottenere niente...
      Fa sì che se uno parla (oggi è accaduto) il bambino si sente libero di dirgli in faccia "mi sto annoiando". Perchè non emetteva luci e suoni, solo parlava.
      Dovrà ben impressionare, no?

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  2. Un genitore fallisce, più o meno, come fallisce un imprenditore: faciloneria, calcoli sbagliati, eccesso di fiducia nelle proprie idee, sfiga.
    Definirei "sfiga" l'insieme dei fattori ambientali e umani che sfuggono al nostro controllo. Le "cattive compagnie" sono un esempio di sfiga. L'insegnante balordo è un altro esempio. Se consideriamo le malattie, gli incidenti, i traumi psichici eccetera, facciamo una casistica che non finisce più.
    Fare l'imprenditore, però, è molto più facile che fare il genitore. L'impresa opera in un ambiente amorale (non immorale: attenzione!), regolato dalle norme impersonali del mercato. L'impresa segue l'andamento dell'economia e, se la congiuntura è buona, bisogna essere proprio degli idioti per fallire.
    Il genitore, invece, deve misurarsi con l'etica. Che cosa è Bene e che cosa è Male? Boh. Cinquant'anni fa, tutti sapevano distinguere il Bene dal Male. Dio, Patria e Famiglia erano il Bene; Satana, l'Anarchia e l'Adulterio erano il Male. Poi c'è stata l'atomica della rivoluzione culturale che ha fatto esplodere la nostra cultura polverizzando i valori.
    Chi dice che non ci sono più valori sbaglia di grosso. I valori ci sono ancora, solo che ce n'è a miliardi perché ogni individuo ha i suoi.
    La frammentazione dei valori è il vero problema, non la loro assenza. Di tutte le sfighe che contribuiscono al fallimento di un genitore, la frammentazione dei valori è quella più tremenda.
    Potremo mai "ricompattare" la nostra cultura attorno a un nucleo forte di valori condivisi?
    Secondo me, no.
    Siamo dunque condannati a fallire come genitori, come coniugi, come insegnanti, come predicatori...

    

     

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    1. Ti leggo da casa Gus...e ci rifletto...

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    2. Ok, riletto. Mi è chiaro e condivido. Però credo che basterebbe fermarsi un attimo a GUARDARE. Con semplicità, ma con occhi puliti.
      Nel nostro piccolo, come genitori e insegnanti, possiamo fare tantissimo! Basta solo essere consapevoli che la situazione è molto grave, pesante e complessa. Poi quando si cercano le strade, anche si trovano.

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    3. Gus considerazioni perfette che condivido in pieno, anche se al giorno d'oggi un genitore ha l'attenuante di subire molte sollecitazioni esterne, che incidono sul comportamento e sull'educazione dei figli in maniera pesante.

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    4. I genitori di oggi non sanno davvero come comportarsi con i figli... ne temono l'aggressività, la maleducazione, l'ostinato silenzio, e tutto questo, col tempo, scava piano piano abissi incolmabili.
      Ma non capiscono che il comportamento è risultato di una grave colpa: quella di averli abbandonati a loro stessi.
      E' importante esercitare un'autorità, ascoltare i figli, esserne complici, ma senza perdere il polso, senza mettersi mai allo stesso piano, mantenendo un'autorità. Ma il punto nevralgico è l'essere da esempio per i figli.
      Se predichi bene e dici "questo non si fa" e poi subito dopo lo fai tu commetti un errore enorme e lo paghi a caro prezzo, non essendo più una figura di riferimento credibile.
      Senza trasmettere loro dei valori, i ragazzi di oggi si sentiranno sempre più abbandonati a loro stessi e smarriti.
      Non è giusto che i genitori temano di proporre con decisione ai figli le idee fondamentali.
      Tanto meno è giusto che si astengano dal darle per malinteso concetto di libertà, che contrasta profondamente con l'esigenza di una precisa ipotesi nella vita dei figli.
      Il qualunquismo in famiglia è spessissimo nell'anima di un giovane radice di uno scetticismo difficile da strapparsi.
      A nulla varrebbe aver dato la vita senza aiutare instancabilmente i figli a riconoscere il senso totale di essa.
      Bacio Gingi.

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  3. Ha ragione vipero

    14/15 anni poi è una età di merda

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    1. Se ha "ragione" Vip...allora mi sonoi spiegata male.
      Quello che dice Vipero è incontestabile e accade dagli anni '&0: la necessità di uniformarsi e fare branco utilizzando gli stessi codici, anche stolidamente. L'abbiamo fatto tutti, poi se ne esce (o quasi).
      Io parlo di qualcosa di spento, di un grido d'aiuto silente. Ho una posizione da osservatrtice privilegiata, credo.

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  4. Alla base del fallimento educativo c'è un malinteso senso di libertà conquistata, la convinzione di essersi scrollati di dosso retaggi educativi costringenti e inadeguati e l'affermazione fatale che educare oggi è soprattutto non imporre, non condizionare, non limitare.
    Può sembrare un paradosso, ma occorre per costruire davvero la società nuova, innanzitutto prendere sul serio la vecchia, cioè la propria tradizione, ma prendere sul serio il proprio passato significa impegnarsi con esso secondo le modalità che quello implica, per poterne risentire i valori e abbandonare quello che valore non è, per poterne scoprire la corrispondenza con ciò che si è e potersi liberare da ciò che poteva corrispondere alla situazione solo di altri tempi, e non a quella dei nostri. Fedeltà e libertà sono le due condizioni senza le quali non c'è il senso della storia, perché la storia è una permanenza che si mobilita in versioni sempre nuove.


    Hai posto alla nostra attenzione un problema reale. Non sei catastrofista. L'adolescenza è una fase della vita, come lo è la vecchiaia. Che significa "età di merda?"

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    1. Forse Fra intendeva dire che è un'età di passaggio e che il passaggio implica inevitabilmente una trasformazione...quindi comunque una fatica.
      Motivo in più per dare altro, per offrire cose nuove e nuove prospettive.

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  5. Non sono soli.
    Sono in una società che, Mauro Corona direbbe, si sta stortificando sempre di più.
    Il virtuale che illude e fa credere sia meglio del reale, i maschi che si vfemminizzano, le femmine che si maschilizzano, il diritto a tutto e il diritto a ciò che è contrario di tutto, gli elefanti rosa carnivori e i vegan erbivori, gli invasori che sono doni, ricchiezze, pagatori di pensione, il diritto alla casa, il diritto degli orsi e il diritto alla sicurezza nei parchi senza orsi, siamo tutti uguali ugualizzati (a parte noi più uguali), il più deficit per curare il debito, etc. etc. .
    Un mondo storto nel quale avvengono cose storte assunte come diritte.
    L'ecologia di cose sane, giuste, come ordine, la disciplina personale, la pulizia, la precisione, il silenzio, tutto è diventato tabù e cretinamente scorretto.

    L'età né carne né pesce in un mondo storto è ancora più storta. Mi meraviglierei fosse il contrario.

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  6. Gioia, ora ti posto qualcosa preso dalla rete:

    ALCUNI NUMERI E IL CONFRONTO EUROPEO
    Non c'è molto da dire al riguardo: in Italia le nascite sono da alcuni anni in calo e si alza l'età media in cui si diventa genitori. Nel 2015, secondo gli indicatori demografici dell'Istat, si contano otto nascite per mille abitanti (14,2 in Irlanda, 12 in Francia, 11,9 in Gran Bretagna). Lo scorso, poi, è stato il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,35 figli per donna. L’età media delle madri al parto è salito nel frattempo a 31,6 anni. In valori assoluti, dati Eurostat, le nascite in Italia sono state nel 2015 circa 486 mila contro le quasi 801 mila della Francia, le 777 mila del Regno Unito e le 738 mila della Germania.

    Educare è un lavoro duro che ti sottrae denaro e tempo libero. La coppia della società di oggi considera quasi una sciagura il matrimonio e figli da educare e per questo non fa quelle cose che tu suggerisci. Non puoi valutare il fenomeno assenteismo affettivo in base alla tua vita, servono parametri statistici con ampie dimensioni. E per questo il lemma "merda" assume una significato terribile.

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    1. Io valuto guardandomi attorno Gus. Vedo genitori amorevoli e pieni di attenzioni, ma che non incanalano quell'amore e quelle attenzioni come dovrebbero.

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    2. Io guardo in prospettiva. Le coppie convivono, non si sposano e non desiderano figli.
      La convivenza prolungata è causata dal fatto che l'amore è considerato a tempo e quindi anche i figli non si fanno perché sono legati al concetto di famiglia.
      L’immagine dell’Italia che ci arriva dal futuro è quella di un Paese dominato dai capelli grigi. Entro il 2030 ci sarà una regione in più, grande quanto la Toscana, composta solo da over 65

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  7. Complicato. Concordo con il tuo allarmismo, ed allo stesso tempo mi chiedo se non sia io quello inadeguato a questi tempi. Mi sento mia nonna, che si incavolava per come noi nipoti ci comportavamo in tutto.

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    1. In realtà a me piacciono da matti, mi fanno una tenerezza...che non sai.
      Per questo sento di dovermi preoccupare.
      Oggi avevamo un ospite a scuola e tutti volevano parlare, ovviamente. La parola più pronunciata era "IO". Superata la fase dell'egocentrismo primario, dovrebbero cominciare a dare anche all'altro la sua consistenza: interessarsi alle persone, porre domande. Invece era tutta una gara a far luce su se stessi. Non va bene, credimi, non è sano.
      E questo ce lo siamo assolutamente voluto noi, mettendoli più che al centro di ogni cosa...

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    1. In fondo Severino parla proprio di prodotti tipo tablet, e tu in un tuo commento hai visto ragazzi che invece di stare vicino ai genitori giocavano con i tablet.
      Io ho riportato nel mio post solo un piccolo stralcio di Severino. Se hai voglia nella rete trovi articoli e interviste fatte a Severino. Ebbene, quella è la risposta alle tue preoccupazioni. La morte di Dio e dell'Etica ci fa piombare nel disordine di un mondo senza regole. Un disastro.

      http://www.quotidiano.net/tech/nuove-tecnologie-emanuele-severino-1.3030349

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  9. Ero a Madrid in plaza maior e al tavolo accanto al mio c'era una giovane coppia italiana appena sposata,
    tutti due col proprio tablet, fumavano mangiavano una montagna di frittura e ogni tanto alzavano la testa per dirsi tre parole.
    Non erano bambini come quelli di cui parli te
    ma erano soli lo stesso e se mai avranno dei figli saranno soli anche quelli perchè loro hanno imparato ad essere soli e lo insegneranno ai figli.
    Non c'è più niente nel mondo reale che attragga la loro attenzione tutto fa schifo, i partiti sono tutti uguali e non ci sono più le mezze stagioni(il livello è quello). E pensare che credevo che avrei lasciato un mondo migliore.
    N.B. se si estingue la foca monaca non me ne frega un cavolo.

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    1. Eh sì, queste scenette mettono parecchia tristezza anche a me. Tendo a sentire la necessità di protendermi verso un altro, chiunque sia, quando sta in mia compagnia. Poi a casa, sul divano, magari è diverso, ci si prende spazio per sè...

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  10. sempre pensato che il genitore 'sindacalista' rovini più di quanto può immaginare un figli
    si frappone a tutto, dove non richiesto, dove non chiamato: giustificando la 'stronzata' del figlio, come esplosione di massima personalità in crescita
    quando invece sta solo cercando rimedio del castrone ricevuto lui (genitore) quando cresceva

    mio pensiero eh

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    1. Rispettabilissimo ;D
      Non mi riesce, non mi è mai riuscito di giustificare i miei figli a prescindere.

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  11. E una volta che lo vedi? Io vorrei fare più di quel che adesso faccio...

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La vita è così, stupisce

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