Anche lui, in un tempo altro, quando le cose poteva misurarle, contarle, dosarle, gli aveva dato confini precisi, lo aveva descritto. Immenso diceva, assoluto: ma le parole lo profanavano sempre, lo finivano in qualche modo con la loro pochezza.
Adesso, accanto a lei in quel silenzio di mosche e cicale, adesso che guardava i suoi piedi egizi allungati sulla sabbia e poteva vedere sotto, sotto la pelle, sotto i tendini e i muscoli, ogni singola falange spingersi verso la commovente dolcezza dell'arco plantare, non lo sapeva più.
Mille volte aveva provato a spiegarle, pesce muto all'amo, quanto, come, con quale intensità. Lei aspettava lievemente protesa, spezzava un grissino, le pupille dilatate, divertite, perse in tutto quel giallo.
E niente. Perchè non c'era calibro o volume, libbra o circonferenza. Far di conto è una cosa tutta umana, dettata da umani limiti.
Si chiedeva spesso, registrando un'ombra leggera sul suo viso, o l'incertezza di un passo, se stesse bene, se tutto attorno ogni cosa fosse disposta a dovere. E nel dubbio aggiustava, spostava, smussava, ammorbidiva una luce, addolciva un caffè. Aggiungeva, sommava, perchè la grandezza non conosce sottrazione.
Allora non trovando estuario o voce, quella grandezza cresceva e cresceva, e più cresceva più lui si muoveva inquieto, gonfio di una gioia che si faceva struggimento.
Fu così che lei un mattino di gennaio - quanto amava quei giorni nati scuri che si aprivano breccia nella luce con lame gelate - si svegliò in un abbraccio antico, in una carezza piena di premure, in un grembo che molle le si plasmava attorno, perchè di lei conosceva ogni profilo.
Una mano inesperta aveva cucito assieme i mille pezzi della coperta che l'avvolgeva. Forme geometriche, spicchi irregolari, arabeschi, celesti, strisce dorate, ricami di foglie e rami, verdi. C'era ogni cosa, tutta la vita sua. Notti bianche, biscotti al cioccolato, scarponi ben stretti, porte sbattute, sette in condotta, neve bagnata, un bacio maldestro, la bicicletta rossa che posava appena i piedi a terra, ma come andava.
Alla sua destra, lui dormiva il sonno pieno e giusto del settimo giorno.
Salto di qualità partendo da una base già elevata.
RispondiEliminaEhi, Nessuno... grazie ;))
EliminaMa perché perdersi a misurarlo, l'amore?
RispondiEliminaperchè tutto si misura nella vita. guai non fosse così
EliminaForse in amore (dove il sistema di misura è assolutamente soggettivo e imperscutabile), più che di misurare si tratta di esprimere. Esprimere, in qualsiasi modo e rispettando quello che siamo, permette all'altro di cogliere la bellezza di quel sentire.
EliminaAlmeno per me, è importantissimo...
e vada per quei biscotti al cioccolato e la bici rossa ... ciao teacher :P
RispondiEliminaMa dove cavolo eri finito???!!
EliminaChe fra te e la Daffus, ero lì lì per allertare qualcuno...
:)))))
Baci!
ad arrivarci, al settimo giorno...
RispondiEliminae soprattutto: far si che sia sempre come fosse il primo, e ricominciare.
Ma che bella questa cosa, quanto mi piace...
Eliminanon che mi sia inventato chissà che, è la.solita storia un po' zen del percorso più che del raggiungimento.
EliminaCi ho provato a misurarlo. Ma sono sempre stata vinta dalla luce o dalle troppe ombre.
RispondiEliminaOramai gli ho dato la misura che sta in un secchiello colmo di acqua di mare. Lo rovesci sulla sabbia e poi continui a riempirlo e ancora e ancora.
Ti amo un secchiello d'acqua azzurra e salata.
EliminaPiù di così Marì...
Tu dovresti scrivere un libro. Scrivere scrivere sempre, leggerti "fa pace in corpo" , soprattutto al mio abbastanza sballottolato.
RispondiEliminaIo ho misurato ciò che amore non è, di quello conosco.
Il suo contrario mi è ancora estraneo, tanto che dubito esista.
Ma tu, sai cos'è per te? Cos'è amare, per te?
EliminaCredo che non ci sia dato sapere altro.
Io finalmente ho capito che solo così so e ho guardato il mio amare con tenerezza infinita.
Però smussare memorie è un po' quel sottrarre che non vorresti mai..
RispondiEliminap.s. le vacanze fanno bene.. al tuo superbo e ricamato (de)scrivere.. :)
No, forse è più uno smussare spigoli ed evitare brutture.
EliminaMa è geniale l'idea che smussare sia un modo di sottrarre. Fosse pure un'asprezza, è lo stesso...
Grazie Franco! :)