Il piccolo museo degli esploratori |
L'idea di tornare al lavoro, per coprire il mio turno al centro estivo, mi turbava non poco.
Si arriva a metà giugno cotti, sfiniti, col pre/post esami per trenta ragazzi che toglie il sonno. Poi se dio vuole tutto finisce, saluti e vai al mare. Nuoti, mangi frittura di pesce, ti stiracchi e divori libri come se non ci fosse più un domani.
Ma purtroppo il sogno brucia velocissimo e come in una brutta malia, ti trovi nell'ingresso della scuola ad accogliere il primo recalcitrante iscritto al centro estivo. Sì, quella realtà in cui bambini stufi marci di fare mille cose dovrebbero impegnarsi lietamente a fare ancora mille cose. Quel posto dove qualcuno, detto anche "animatore del centro estivo", si prodiga nel coinvolgere i bambini di cui sopra in moltissime allettanti e ridanciane attività, che loro tendenzialmente schifano. Perchè anelano soltanto a farsi un po' i fatti loro. Scavando buche, sfogliando un Topolino, ciondolando pigramente dal divano al terrazzino. In mutande magari.
Ecco, preferisco di gran lunga la scuola, le lezioni, il programma, l'orario scandito e il sentore di quaderni nuovi.
Contro ogni pessimistica previsione, quest'anno è andata bene, ma bene in modo strano. Perchè da subito mi sono sentita in un bel flusso, come se tutto funzionasse oliato e senza resistenza alcuna. Nonostante le differenze - il più piccolo meno di cinque anni, la più grande quasi dodici - ci siamo intesi e ognuno ha scelto il suo posto.
Mentre ieri stavamo sulle panchine, sotto gli alberi con i sacchetti della merenda, ho pensato al senso di pieno. Mi accompagna quasi sempre adesso e - lo realizzo proprio lì, seduta su quella panchina - è venuto dal buon fare. Dal credere fermamente che nel mio piccolo, sono capace di costruire un poco di armonia. Fa proprio bene.
Dall'altra parte, quella di noi genitori che abband... ehm... facciamo vivere l'esperienza del centro estivo ai nostri mostriciattoli (non avendo nonni a portata di mano, ne è rimasto solo uno, 84enne e lontano; e pure le mamme casalinghe non ci sono più). Anzi, guarda, lo descrive talmente bene lei
RispondiEliminaMooooolto divertente...e vero. Come dire, conosco il problema da ambo i lato, eh!
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Ho avuto la fortuna di avere sempre Mami e Papi tutte le estati con me.
RispondiEliminaNon li ringrazierò mai abbastanza per questo, ma sono più che certa che i miei figli (anche questa ipotesi assai remota) non beneficeranno dello stesso privilegio...
Io ero un ottimo animatore dei centri estivi
RispondiEliminaEro specializzato in attività ludiche e sportive
Hai avuto bambini alieni quest'anno? O il senso del buon fare ha davvero prevalso sulla leggenderia neghittosità estiva infantile? ;)
RispondiEliminasulla panchina con il sacchetto della merenda... si decisamente ci stare, senza pensare ad altro
RispondiEliminaPerchè da subito mi sono sentita in un bel flusso, come se tutto funzionasse oliato e senza resistenza alcuna. Nonostante le differenze - il più piccolo meno di cinque anni, la più grande quasi dodici - ci siamo intesi e ognuno ha scelto il suo posto.
RispondiEliminaIo credo che tu sia una maestra particolarmente in gamba, ovvero in qualche modo sai tirare fuori il meglio dai tuoi "allievi". Forse tirare fuori non è la parola giusta, meglio "ispirare a fare il meglio", "entusiasmare", etc...
Che poi, quando ci sono sia bambini piccoli che grandi, spesso i piccoli prendono a modello quelli un po' più grandi di loro... e ad essere fortunati ed avere dei "bimbi grandi" bravi, a posto, che danno un "buon esempio", allora con i piccoli (in genere) le cose sono un po' più semplici.
Per dire, i miei figli si comportano molto meglio quando sono con i miei nipoti che quando sono con me... perché i miei nipoti, di 8-4 anni più vecchi, sono una sorta di "modello ideale" per loro, e da loro vogliono essere accettati, e si impegnano a soddisfare le loro aspettative (che i miei nipoti, a loro volta, fanno il loro dovere di "cugini maggiori", si sentono responsabili dei loro cugini piccoli)...
Comunque, brava-brava per il tuo lavoro estivo, quanto mai prezioso... :)
Ti comprendo, è bello provare questo senso di buono, di concreto, di appagante, alla faccia di tutte le minchionate di cui è pieno il mondo.
RispondiEliminaInvidio il tuo lavoro, anche se è faticoso.