Un tuffo a bomba nel mare gelato, che sali su in un attimo, con un guizzo di cosce, e spalanchi la bocca.
Praga questo è stata.
La scelta di non bagnarmi nel flusso umano – auto in corsa, corpi, puzza – mi faceva credere che non sarei più stata capace di confondermi fra altre facce, gambe, voci. Invece no, so ancora farlo e scopro che a dosi piccole mi procura un certo godimento.
Quel perdersi, divenire nessuno, che nel tempo del turbamento mi pareva doloroso e inaccettabile, ora si ammanta di interesse. Sono nessuno, nessuno, per qualche giorno non ho nome, titolo, ruolo, posizione. Una in mezzo a tanti, piedi fra i piedi. Razza umana.
Adesso, che ho fatto della mia pelle un confine, adesso che so essere una, posso farlo.
Così mi è piaciuto stare nella piazza colma, e respirare tutte le vite e le storie che potevo tenere in un fiato. Mi è piaciuto stringermi, lasciarmi sfiorare dai suoni, vuoti, accarezzare dagli odori, pieni. Che c’erano due donne anziane mano nella mano. Una sposa asiatica con l’ombrello bianco, in posa per la foto. Il suonatore di sitar, una pingue signora a caccia di Pokemon, quel ragazzo sulla metro, immobile, occhi da sterminatore del gulag.
E io ero lì, in ognuna di queste cose, a pezzi. Ma intera, come non mai.
Mai stato lì e non mi dispiacerebbe andarci
RispondiEliminaAnche perché mi sovviene un bellissimo incontro con una bellissima slovacca nel 1992
Ma sai che credevo di incrociare donne bellissime? Invece no...pochi rari casi...
EliminaÈ per questo che si viaggia, credo.
RispondiEliminaNon tutti sai. Ognuno porta nel viaggio il suo personale concetto di scoperta, di esplorazione...
EliminaBimba... che bello leggerti così!
RispondiEliminaGran fatica arrivarci :)
EliminaA Praga ti devi perdere controcorrente, fuori percorso, dietro i campanili, tra i viottoli oscuri. Così arrivi anche a un cavaliere rovesciato che è il simbolo di chi visita Praga al contrario. Ovvero di chi si fa visitare da lei.
RispondiEliminaVorrei comunque tornarci...magari d'inverno.
Eliminaforse meno criptico ora.... ti ho risposto
RispondiEliminaLa bionda ha capito ;)))
Elimina> ho fatto della mia pelle un confine
RispondiEliminaEcco una poesia che mi piace:
La mia pelle. Ancora
non riesco a capire
se finisco sulla pelle
o se sulla pelle
comincio
Mi contiene
la mia pelle mi protegge ma
appena qualcosa la tocca io
sono li sulla pelle
a sentire
Io sono dentro
chi bacia la mia pelle bacia me
Io sono fuori
se la mia pelle si ferisce
io sono ferito. Io sono dentro
sono quello che non si vede
Io sono fuori, sulla mia pelle
vado incontro al mondo
Nella mia pelle incontro te
Nella tua pelle
Giusi Quarenghi
quando ci si percepisce interi ci si può permettere il lusso di farsi a pezzi (di altri, di altro) senza temere di andare in frantumi.
RispondiEliminapiaciuto.
massimolegnani