Lei fa un sogno, la notte dopo aver osservato marito e moglie in pizzeria masticare un'ora di silenzio composto, cucito fitto fitto di rammarico e disprezzo. Volti vecchi, bocche aspre, occhi altrove.
Sogna Giovanni, il nonno tanto amato: le chiede come sta. Si raccomanda che sorrida, più che può, perché non vivrà a lungo. Così dice.
Però quel sogno al mattino non sa ricordarlo e forse resta lì, tra le pieghe del cuscino. Le sovviene nell'auto bianca in corsa, mentre la luce declina e tutto pare sospeso. Le sovviene mentre la agganciano gli occhi di un bambino, fermo con la sua bici in mezzo al niente e al tutto di un prato d'erba nuova davanti a monti antichi. La tengono stretta quegli occhi, finché l'auto non svolta e scompare. Allora ricorda il sogno.
Eppure, per sé, non si dà alcuna pena. Pensa solo che lascerebbe braccia e notti vuote e questo la addolora.
"Guarda che cielo", gli dice mentre l'auto bianca ancora va e si sta facendo notte.
Eppure, per sé, non si dà alcuna pena. Pensa solo che lascerebbe braccia e notti vuote e questo la addolora.
"Guarda che cielo", gli dice mentre l'auto bianca ancora va e si sta facendo notte.
Mentre leggevo mi chiedevo perché le mie notti sono solo piene di sonno profondo o comunque di sogni mai ricordati? La risposta potrebbe essere: perché sogno di continuo da sveglio. Ma sogno che lo sia davvero. ;)
RispondiEliminaOh, ma se è per questo io sono nata sognando :)))
EliminaChe sogno....
RispondiEliminaMa non brutto Fra...non era brutto...
Eliminarisposte .. le abbiamo dentro, e solo quando la corazza diventa morbida troviamo il coraggio di ascoltarle ...
RispondiEliminaChe stanca di risposte...vorrei vivere adesso Pier.
Elimina> dopo aver osservato marito e moglie in pizzeria masticare un'ora di silenzio composto, cucito fitto fitto di rammarico e disprezzo
RispondiEliminaQuando la storia con A-Woman era alla fine, mi ricordo che andammo a cenare in una trattoria vicina su in montagna.
Non c'erano più le parole, il giocare civettoso, il punzecchiarsi erotico, trasgressivo che aveva reso, in precedenza, il nostro convivio un banchetto di ambrosia.
Mi ricordo che,nel tentativo di rinnovare i fasti, le indicai una coppia vicina, dicendole che ella era carina e pure egli.
Nessuna risposta più.
Solo un senso di fastidio e il far piombare quei giochi che ci erotizzavano, in principio, nell'oblio.
Credo che questi due signori, dall'aria molto perbene, molto socialmente accettabile, fossero due perfetti estranei. E chissà da quanto tempo. Ti viene da chiederti per quali motivi misteriosi due estranei che non condividono più nemmeno parole, trovino l'energia per sedersi allo stesso tavolo...
EliminaParlavo di recente con un'amica che è in coppia e mi diceva che l a solitudine, l'estraneità che si può vivere in coppia sono straordinariamente più dure, pesante, feroci di quelle che si può vivere in singolitudine.
EliminaIo non ho risposte alla questione finale che poni.
La quotidianità consolidata, serena, routinaria, mi ammazza, non la reggo. La normalità è la mia grande e definitiva trasgressione insostenibile.
Guarda che cielo.... e senti che profumo l'aria, è tutto lì a portata di mano :*
RispondiEliminaAllungo la mano stella... :))
EliminaIo in genere sogno poco, questo è certamente un sogno intenso e pieno di significati più o meno nascosti, ma che pienamente puoi cogliere, capire e recepire ovviamente solo tu. Un abbraccio ;)
RispondiEliminaDifficilmente cerco o trovo un senso ai miei sogni. Li lascio andare, magari solo li ripasso... :)
EliminaGià mi è bastato l'intro, per farmi scoprire la bellezza. Come ce ne fosse bisogno, poi...
RispondiEliminaScrivi bene. Dolorosamente, bene. E un po' mi dispiace. Ché per scrivere così bene, si paga sempre un pegno alla vita. E allora temo che ogni tanto ci sia qualcosa che ti graffia.
So che è normale, che succede. Ma insomma, in maniera molto infantile, spero solo che non faccia troppo male.
E sei brava, tesoro! Tantissimo!
Bacio
Detto da te...
EliminaCiao meraviglia