lunedì 18 giugno 2018

Pensieri e luci


E quando io son lì che mi chiedo le cose, che mi arrovello sul senso profondo di una pagine letta, che provo a capire cosa mi sta dicendo un sentire, c'è sempre qualcuno che arriva dicendo "non pensare troppo". 
Ecco, il dialogo è più o meno questo:
- Ma non pensare troppo!
- Non penso troppo.
- Però ti angusti per le cose.
- Eh, mi pare normale.
- Sembra che non ti goda la vita con tutti quei pensieri...
Ecco, io non capisco. Come se riflettere, smontare i fatti, porsi dei quesiti sulle proprie e altrui risposte ai fatti della vita, volesse dire "ho le ugge, adoro sguazzare nel torbido, anelo ad un leopardiano e insanabile sconforto".
Fin da bambina invece, ho tratto grandi gioie da una costante attività di taglio e cucito: un dialogo, un passo lesto, una parola nuova, l'onda morbida di un'acconciatura, una dichiarazione d'intenti, il verso di una poesia. E lì subito a tirare fili, a cercare connessioni, corrispondenze, come se attorno a me ogni cosa si muovesse segreta e si dicesse crittografata, in attesa del mio sguardo attento pronto a schiudere il vero senso del tutto.
Ora so che non è così. O perlomeno, che non è proprio così. Ma ancora credo alle luci che si accendono, ai colpi di genio che folgorano, alle chiavi che all'improvviso disserranno porte affacciate sulla bellezza. E rimango chirurgica nelle letture, soprattutto quando si tratta di me. Perchè hai dato quella risposta sgarbata? Cosa si era agitato dentro di te? Perchè hai avuto bisogno di raccontare una certa cosa, che ti mettesse in luce? Cosa volevi dimostrare, quale debolezza celavi? Perchè questa persona ti irrita? Quali corde sta toccando, quali ricordi smuove?
Se colgo incoerenza, contraddizione, torpore, abulia, allora provo impellente il bisogno di agire e fare e spostare pedine.
Come dire che arrovellarmi un poco mi porta all'azione. Come dire che pensare - il giusto -, mi fa star bene.
Nel frattempo, sia chiaro, sorrido molto. E bevo un bicchiere di Sauvignon e dico sconcezze e canto quel che capita, come capita, pensando ad un paio di sandali rossi.

22 commenti:

  1. pensare troppo è tipico delle donne

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  2. Sai è una frase che mi ritrovo a dir spesso, quando davanti ho "il gentil sesso" .....
    Però si tende a dirlo quando vedi che dall'altra parte il troppo pensare non porta nulla se non allo star male.

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    1. Posso permettermi di dire che spesso è un presunto star male poco attinente al sentire dell'altra parte?

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    2. E' che come dice Fra (e lo riporto alla rovescia) "gli uomini non pensano troppo"...
      Cosa vuol dire "troppo"? Le quantità non sono forse sempre molto soggettive?
      E' vero che tendenzialmente il maschio tende alla semplificazione...ma attenzione, non dico che è semplice/sampliciotto. Per sua natura utilizza di più il pensiero logico/razionale.
      A volte D. mi sorprende riducendo la complessità di alcuni miei ragionamenti molto cavillosi, rendendomi di fatto più affrontabili le questioni. D'altro canto capita spesso che io gli mostri aspetti di un problema o di una situazione che mai avrebbe considerato.
      Direi che si chiama complementarietà.
      Comunque pensare ci fa bene, fidati. :))

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  3. Ecco, io ti capisco molto. Mi girano in testa fili di pensieri sempre e se non li acchiappo, se non lavoro di taglio e cucito come dici tu, si ingarbuglia tutto e allora sì che cominciano i guai. Il marito pensa continuamente anche più di me, e ci capiamo alla grande su questo. Poi cambia l'oggetto del pensiero e ci si fan sopra reciprocamente delle gran risate.
    Quindi amica mia, dalla mia minuscola sartoria, continua ad intrecciare ed intessere che la vita è più interessante è il sentire più acuto!

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    1. Ecchè, non ti conosco?
      Mica per niente se devo tirare uno dei miei fili da capo a capo, ti scrivo... :D

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    2. Bella tu :* sempre a disposizione *.*

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  4. a me capita di "pensar troppo" o soprattutto di sezionare e controllare, sono giunto alla conclusione che quelli che si scocciano di questo atteggiamento in realtà ci rosicano... quindi è possibile che accada così:

    Ecco, il dialogo è più o meno questo:
    - Ma non pensare troppo!

    E fatteli i cazzi tuoi una volta tanto!!!

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    1. Ma daaaaai....devi essere disponibile al confronto!
      Che poi chi "pensa meno" forse ha più energie da investire in altro. Ci avevi mai pensato? 😏

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  5. E niente. Vorrei sedere accanto a te e farti compagnia sorseggiando un bel calice di Sauvignon. Anche se preferisco l'Amarone😘

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    1. Ma sai che non l'ho mai assaggiato l'Amarone?

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    2. Allora tieniti pronta. Arriverò con la bottiglia😘

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    3. Ieri per la prima volta Of: amaro di grappa e amarone. Folgorazione fiabesca... ;)

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  6. E lì subito a tirare fili, a cercare connessioni, corrispondenze, come se attorno a me ogni cosa si muovesse segreta e si dicesse crittografata, in attesa del mio sguardo attento pronto a schiudere il vero senso del tutto.

    Come ti capisco! Io non sono ben conscia di quando ho cominciato, però so che ad un certo punto tutto era molto chiaro, l'intuizione ti fa fare quel salto, e tutte i fili pendenti si annodano.
    È da una vita che so che riesco a fare quei salti, se ci penso mi stupisco, perché non è logico, ma ne sono cosciente solo da alcuni anni.
    Ma anche, per mia difesa, cerco di non indulgere troppo nella pratica... io tendo a perdermi.

    Nel frattempo, sia chiaro, sorrido molto.
    Bene! :D

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    1. Esatto!! Tutto si chiarisce, tu vedi e poi passi...oltre, sei in un altro luogo, in cui altre porte si schiuderanno...
      É una sensazione bellissima.

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  7. Nel sentire comune è proprio questo l'assunto. Se pensi troppo, significa che non ti stai godendo il momento. Lo stai scorporando, scandagliando, gli stai facendo perdere sapore. Fondamentalmente anche io la penso così in questo momento della mia vita ma in passato ho pensato tanto pure io e certi fatti li rimuginavo troppo.
    Adesso per lo più vivo e basta, e sia quel che sia.

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    1. Ma sai...forse una cosa può non escludere l'altra. Io almeno, godo immensamente quando sono lí e sto facendo qualcosa che mi piace. Godo e mi nutro.
      Poi però, quando é il momento, ritorno ai miei fili 😍

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  8. Fai bene a parlare di lampi. "Disserrano", anche se lo hai scritto con due n è di una piacevolezza estrema. E noi si vive di piccole cose.
    p.s. chissà come corre Francesco senza pensare... una macchina?

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    1. Cacchio. E l'ho riletto tre volte prima di pubblicare ;D

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