Mi
facevo leggere Pinocchio, serialmente, Anticipavo col labiale ogni
dialogo, ogni battuta. Quando il nonno spegneva la luce e mi dava la
buonanotte, nell'aria aleggiavano immagini, parole.
Confetti
al rosolio, per esempio: li sognavo di notte. Non ne avevo mai
visto uno, ma li immaginavo candidi, con la glassa zuccherina e
croccante, il ripieno tiepido e profumato.
Ecco,
in questi ultimi giorni ho gustato alcune gioie piccole e rotonde che
a pensarci, mi paiono rigeneranti e deliziose come i confetti della
Fata Turchina.
Confetto
1
Torno
da un breve giro in bicicletta. Bici nuova, moltissimo stratosferica
per una che frena in discesa, si gratta il naso mentre pedala. e
chiama i rapporti "i cambi di destra" e "i cambi di
sinistra".
Insomma
me ne torno un po' sfrecciando e un po' lemme, senza regolarità
alcuna, lungo una strada secondaria e bellissima immersa nel verde,
che qui e là si affaccia sul torrente azzurro.
Mi
viene incontro una figura scura, che da lontano non so riconoscere.
Quando mi raggiunge, vedo che si tratta di una donna di colore
avvolta in un drappo verde, che - nonostante una certa mole - avanza
lesta e sciolta, impugnando un lungo bastone da cammino.
Incrociandomi apre un sorriso bianco e vasto, e dice "ciao"
con la voce più rassicurante e melodiosa mai sentita.
Ma da
dove spunta questa meraviglia?
Confetto
2
Durante
la festa di fine anno i genitori hanno allestito in cortile un ricco
buffet.
Uno
degli alunni piccoli, quattro anni, emerge dalla selva di gambe e si
avvicina.
"Vorrei
una fetta di torta al cioccolato maestra, ma non vedo dov'è",
dice guardando avvilito la folla ammassata attorno ai tavoli.
Intercetto
uno dei miei, classe terza, gli faccio cenno.
"Accompagneresti
M. a prendersi una fetta di torta per favore?", chiedo.
Osservo.
Il grande prende la mano al piccolo, si fa strada. Giunto al tavolo
dei dolci si infila repentino fra i corpi e recupera il bottino. Poi
ecco, sorride trionfalmente al piccolo e con gesto cavalleresco e
pieno di cura si inginocchia e gli porge la fetta di torta posata
sulle mani aperte, avvolta in un tovagliolo.
Mi
sono sentita così fiera.
Confetto
3
Ieri
siamo andati per boschi, boschi selvaggi e puri, poco attraversati.
Il sentiero saliva abbastanza ripido, e io, nonostante la gran voglia
di cime, picchi, rocce e visioni panoramiche, arrancavo un po'. Sarà
stato il primo caldo, o lo stress accumulato nelle ultime settimane
(credo che sarei capace di rimanere a letto per tre giorni
consecutivi), ma ad un tratto l'erba fresca - che aveva preso accordi
con la pizzetta posta sul fondo dello zaino - mi chiamava a gran
voce. Un simpatico coro di sirene.
Così
mi sono fermata da sola, ho appoggiato la schiena contro un albero e
sono rimasta lì, nel silenzio assoluto.
Ad un
tratto mi è parso di sentire un soffio, uno sbuffo, un suono anomalo
alle mie spalle. Così mi sono voltata cauta, lentamente: ad un metro
di distanza, in una chiazza di sole, stava un capriolo dorato, tutto
occhi e orecchie, Ci siamo guardati, un attimo.
Poi,
spaventato, è scomparso nella boscaglia con quattro salti lievi.
Io il rosolio lo ricordo inzuppato in una garza, da succhiare appresso ad una medicina amarissima.
RispondiEliminaIl mio confetto l'ho vissuto sabato, su una strada "brucia patenti", serpeggiante, nei dintorni di Siena.
Emozioni che solo la moto riesce a farti vivere.
Ero in pace con l'universo.
Poi stamattina c'ho subito litigato.
In fila al bar, adocchio l'ultima brioche... maddechè parlamo come magnamo: l'ultimo cornetto integrale al miele. Sto per indicarlo quando da dietro s'infila una, con un bimbo in braccio, che urlicchia (lei, non il bimbo): " quella è l'ultima? Me la metti da parte?". Il barista obbedisce mansueto, poi torna da noi gente in fila. Sospiro ordinando un cappuccio e una pasta di mandorle.
Mo' vabbè la cavalleria, vabbè la gentilezza, vabbè che c'hai la creatura e vabbè che te l'avrei lasciata comunque.
Comunque sappi, cara signora, che dentro di me t'ho urlato un sacco di parolacce.
Ecco.
Tu c'hai questo che ti frega vipero... troppe cose restano dentro di te... brutte... e belle.. ;)
EliminaSo' bello e brutto dentro.
EliminaMa è così un po' per tutti, no?
Gliel'ho detto al Vipero Franco, che deve metter fuori tutta 'sta roba...ma non mi ascolta...
EliminaNoneee! Nun lo apro un blogghee...! :P
EliminaMi è piaciuto il confetto tre
RispondiEliminaAnche a me :))
Eliminami hai fatto prendere proprio un bello spavento, lì nel mio posto preferito a sgranocchiare ... non farlo più! :)
RispondiEliminacapriolo dorato
Lo sapevo io...da insetto a mammifero...
EliminaSei forte Pier :)
il mio confetto è stato ed è mio figlio...
RispondiEliminalo guardavo ieri sera, dopo i primi due giorni delle prove di esame di maturità, sereno, sorridente, così spiritoso, pieno di aspettative sul futuro e, mi sono commossa, penso che non avrò mai nessun altro confetto al pari suo.Tutto il dolore del mondo o tutta la bellezza del mondo e la mia stessa esistenza passa in ultimissima posizione di priorità :)
Ah sicuro. Ma i figli non sono confetti estemporanei e inattesi...loro sono IL confetto, quello assoluto ;)
EliminaBaci biondina
Confetto due può bastare a ripagarti di tanta stranezza...
RispondiEliminaMa un capriolo non è stranezza! :D
EliminaMagari a Roma sì...
Il confetto due mi ha commosso. C'è bisogno di confetti così!
RispondiEliminaUn giorno, a settembre, vieni a vedere la scuola per favore?
EliminaCalcola che non si dice di no alle conterranee...
Sì ci vengo! Ci vengo ci vengo e ci vengo!
EliminaGrazie :*
Confetti molto dolci questi, in particolare il più perfetto mi è sembrato il secondo, un gesto piccolo ma poi grandissimo :)
RispondiEliminaSe poi conoscessi il tipetto che ne è stato protagonista...
EliminaConfetto 1: era il Cormor o il Torre?
RispondiEliminaConfetto 2: torta al cioccolato ve bene, ma chi l'ha fatta? è una mamma affidabile o una che ha litigato con maestre e bidelle?
Confetto 3: scommetto che alla vista del capriolo il cuore ha fatto una capriola (è idiota ma a me succede sempre e io di incontri ravvicinati ne faccio parecchi)
Ciao.
Era un torrente...zona Tagliamento :))
EliminaP.s. ho ricevuto!! Grazie...molto avvincente questa sit-com :)))
Certo che anche a me leggere dei confetti al rosolio della fata dai capelli turchini mi ha sempre lasciato con l'idea che fossero qualcosa di meraviglioso...
RispondiEliminaIn questo momento un po' così (frenetico, e un po' stressante) non so davvero cosa possa essere il mio confetto al rosolio... sicuramente l'esistenza dei miei figli e la nuova illuminazione che mi si è piazzata in testa, ovvero che, finché decido di non cambiare rotta, l'unica via percorribile possibile è il dialogo aperto, onesto, costruttivo.
E hai deciso di non cambiare rotta? ;)
EliminaTutto coincide in questo post: immagine e testo.
RispondiEliminaLa foto ha i colori delle favole e piccole favole buone sono le cose che racconti, tanto vere da essere favole, forse a dimostrazione che le piccole favole buone esistono e resistono, anche se bisogna saperle cogliere.
I tuoi confetti mi hanno fatto pensare a certe sorprese che si facevano una volta ai bambini: far trovare loro un confetto o una caramella nascosta, là dove non se lo immaginano.
E' bello sentir parlare della vita con questo gusto centellinato, così raro, spesso prerogativa solo di chi ha occhi e cuore per capire e/o ne ha passate tante da saper valutare con saggezza e attenzione le piccole favole buone del quotidiano.
Credimi, nel mondo dei blog incrocio soprattutto testi da nichilisti ultrà e non so più provare alcuna comprensione per costoro...
Ti sorrido grata,
S.