Il mio fine settimana inizia di venerdì, ore 13-13.30. Sempre stato così, che andassi a scuola, all'università, o che lavorassi. Verso mezzogiorno comincio a sentire quel brividino pre-vacanziero e mi scatta un sorriso ebete senza ma e senza se.
Da qualche anno la sento meno questa cosa. Sarà che il mio lavoro mi piace, che a scuola sto bene, che le colleghe sono prima di tutto amiche. Non so. Fattostà che a volte realizzo di essere nel fine settimana solo il venerdì sera. E allora ecco che zac!, parte il sorriso.
Che poi non son mai stata una da seratona disco o da tour compulsivo di locali. Neanche a vent'anni. Piuttosto mi è sempre piaciuta da matti l'idea di poter disporre di tempo, molto tempo, ore ed ore da gestire a mio piacimento.
E le pulizie grosse? E la spesa? E il cambio stagionale degli armadi? Sgombrata la coscienza da un vaghissimo senso di colpa (facilmente tacitato sprimacciando qualche cuscino e, che ne so, pulendo il forno, che fa sempre grande impressione) ho sempre scelto di riposare, leggere, scrivere, fare cose con le mani. C'è stato il tempo del cucito e quello delle torte soffici. La stagione dei film francesi e quella delle tracolle patchwork. Attività piuttosto casalinghe ma operose, insomma.
Ora mi stana l'amore smisurato per il cammino: la danza dei piedi sui sassi, il dolce saggiare la terra, alla quale consegno fiduciosa i miei passi.
Pensavo l'altra sera all'uomo che arrivò a casa nostra dopo la separazione dei miei genitori. Dopo l'uscita di scena di mio padre, insomma.
Non mi piaceva, com'è ovvio, e mi pareva vecchio, troppo vecchio per la mia giovane e bella mamma.
Paolo era però un brav'uomo, e nel contempo un personaggio. Uno dei principali studiosi italiani di psicologia della Gestalt. Non solo l'ho trovato su Wikipedia, ma ho pure riletto un articolo del Corriere, firmato da Claudio Magris, suo carissimo amico, che lo ricordava qualche giorno dopo la sua scomparsa. Era una persona coltissima, docente universitario ed eclettico musicista.
Ebbene, quest'uomo di spessore si presentava come l'ultimo dei grigi topi da biblioteca. Umile fra gli umili, piccolo fra i piccoli.
Quando la sera arrivava stanco di parole, era la semplicità di quell'androne da casa popolare, che apprezzava. Erano l'odore di minestra, i miei compiti di geografia, la coda di cavallo di mamma, a regalargli un sorriso grato.
Appena giro l'angolo ed imbocco la via, guardo in altro, al terzo piano. C'è questa luce accesa, in cucina, e so che qualcuno mi aspetta. E' felicità.
Diceva così.
Pensavo l'altra sera all'uomo che arrivò a casa nostra dopo la separazione dei miei genitori. Dopo l'uscita di scena di mio padre, insomma.
Non mi piaceva, com'è ovvio, e mi pareva vecchio, troppo vecchio per la mia giovane e bella mamma.
Paolo era però un brav'uomo, e nel contempo un personaggio. Uno dei principali studiosi italiani di psicologia della Gestalt. Non solo l'ho trovato su Wikipedia, ma ho pure riletto un articolo del Corriere, firmato da Claudio Magris, suo carissimo amico, che lo ricordava qualche giorno dopo la sua scomparsa. Era una persona coltissima, docente universitario ed eclettico musicista.
Ebbene, quest'uomo di spessore si presentava come l'ultimo dei grigi topi da biblioteca. Umile fra gli umili, piccolo fra i piccoli.
Quando la sera arrivava stanco di parole, era la semplicità di quell'androne da casa popolare, che apprezzava. Erano l'odore di minestra, i miei compiti di geografia, la coda di cavallo di mamma, a regalargli un sorriso grato.
Appena giro l'angolo ed imbocco la via, guardo in altro, al terzo piano. C'è questa luce accesa, in cucina, e so che qualcuno mi aspetta. E' felicità.
Diceva così.
non è da te questa nota autobiografica così piena di particolari
RispondiEliminaMa come...se sono un libro aperto!!! ;)
EliminaÈ un po' come quella cosa che spiegava il vecchio cow boy, l'unica che conta e che devi tenere stretta. Trovata quella, il resto può farsi fottere.
RispondiEliminaA volte ce l'hai dietro l'angolo.
Piuttosto... Davvero facevi film francesi?
Ma no Viperello, solo li guardavo :)
EliminaP.s. Ho ricevuto eh!!! Rispondo presto...
Prima sono stato distratto dalla fantasmagoria policroma della foto.
RispondiEliminaPoi hanno preso il sopravvento le parole e i ricordi che esse descrivono.
Penso che poche volte sia riuscito a leggere una pagina più evocativa di affetti e di teneri piaceri del focolare di questa.
Che... gioia iniziare una mattina così! :)
La straordinaria policromia è opera del mio fotografo personale...
EliminaL'amore per il cammino è qualcosa di meraviglioso, "l'andare", meglio ancora se in mezzo alla natura, trasferisce emozioni e sensazioni uniche, il vero senso della nostra essenza umana, che ovviamente oggi è tanto alienata dalle tecnologie, dal consumismo, dalle comodità. Chi ama camminare ha un grande privilegio secondo me, e non deve perderlo, io stesso infatti mi ramarico perchè, ultimamente, ho avuto molto meno modo quando invece, in passato, era una costante, e l'immersione nella natura... era una dolce abitudine, rilassante e conciliante coi miei pensieri sempre in movimento.
RispondiEliminaDetto ciò, molto interessante anche il finale, col ricordo di quest'uomo di cultura e spessore... che ho provato a immaginare, ricavandone un immagine assolutamente positiva. Non dubito che, più di qualcosa, abbia trasmesso anche a te :)
Buonissima giornata
Ma la tua dolce metà, cammina Maurì??
EliminaCorre, più che cammina ^^ Io ho il passo un pochino più lento, perchè mi godo il paesaggio ecc... lei è più esuberante e desiderosa di raggiungere l'obiettivo ecco, ma pian pianino riuscirò a portarla alla mia andatura... almeno ci provo ^^
Eliminaforse azzardo...ma i grandi uomini, sopratutto di cultura, sono sempre "umili"
RispondiEliminaforse sarà stato molto più anziano di tua madre, ma evidentemente sapeva come scaldare la mente ed il cuore.
dolci ricordi, in autunno è facile rievocarli.
Sui grandi uomini (e le grandi donne)...hai assoluta ragione. Sottoscrivo.
EliminaAppena giro l'angolo ed imbocco la via, guardo in altro, al terzo piano. C'è questa luce accesa, in cucina, e so che qualcuno mi aspetta. E' felicità.
RispondiEliminaMi fa proprio commuovere la cosa...
Ho commosso pure la mamma ;)
EliminaSono bellissime le parole che gli dedico' Magris. Ma più' evocative le tue.
RispondiEliminaGrazie Marì per aver letto l'articolo!!!
EliminaIo son stata da disco, da tirar mattina, da veder l'alba, da tornare ubriaca a casa, da rimaner sveglia per 36 ore (il mio record però è di più), da danzar nei boschi e da colazione del campione.
RispondiEliminaLo sarei ancora se il fisico non mi dicesse "bimba io non ti seguo più".
Ma dopo tutte quelle "cose" io ero tipo da torno a casa e gusto la pace, il silenzio, i libri, la copertina addosso e la tazza con la tisana in mano.
Io non so chi sia "Paolo" nella mia ignoranza però credimi le sue parole:
"Appena giro l'angolo ed imbocco la via, guardo in altro, al terzo piano. C'è questa luce accesa, in cucina, e so che qualcuno mi aspetta. E' felicità."
mi fanno vibrare molto, avrei voluto che fosse così anche nella mia vita... a volte
la mia coscienza, il mio odio per i lavori di casa, è sempre stata tacitata dal mio cucinare.
RispondiEliminaok, qua fa tutto schifo, che se vien la ASL (...come dice mio figlio) ci chiudono la casa per il disordine....però io cucino! Mica posso pulire i vetri , e ho una focaccia da impastare....
...e vuoi mettere quanto è bello accogliere qualcuno - o accogliersi, ancora più importante - con l'odore della minestra di verdure ?
trovo sia una dichiarazione d'amore stupenda. una coda di cavallo, un compito di geografia, l'odore di un minestrone
Emanuela