E'
Natale, vorrei per me parole biscotto.
Le
migliori son croccanti, gialle
lucide
di burro, dorate come stelle
si
annusano e sanno di pioggia in faccia
quando
la prendi ad occhi chiusi e basta
si
fiatano di bocca, e portano l'odore
di
quel vino asciutto, nero, sulla terrazza al mare.
In
verità me ne basta una soltanto:
la
terrò nel taschino per i giorni di vento.
Siamo
arrivati in alto che nevicava. E tirava pure un'aria fredda,
rabbiosa.
Ma
io ero contenta, volevo solo andare. Andare vuol dire respirare,
guardare, scoprire che i piedi non scordano niente.
Ero
certa però di aver dimenticato qualcosa, qualcosa di fondamentale, e
continuavo a frugare nello zaino per capire cosa mai avessi lasciato
a casa. Cosa, di tanto importante?
Poi
mi sono fermata, ho capito. Ho sorriso.
Può
un camminatore di spazi innevati pensare di raggiungere la vetta
senza un tè caldo da bere, una volta arrivato? Può avanzare senza
scarponi adatti? O procedere privo di cuffia, guanti, maglia di
ricambio?
Io
avevo ognuna di queste cose, e non ne avevo neppure una.
Sono
arrivata su, con passo svelto, mentre tutto quel bianco mi si posava
dentro. Ho guardato intorno, ogni cosa, senza saperne i nomi ma
pronta ad ospitarne le forme.
“E'
bellissimo, vero Gioia?”
Così,
mi son detta.
tu teacher sei una donna che sta (re)imparando la felicità .. si avverte :)
RispondiEliminaCiao Pier dell'ovest ;)
EliminaGioia, però mi hai fatto venir freddo :-) )
RispondiEliminaMa va...che c'è la neve pure da te!
EliminaUn delicato ma ficcante guardare il tuo. E si vede già da come fotografi: a sfogliarle le immagini, a farle parlare.
RispondiEliminaFinirò a fare l'eremita...me lo sento 😉
EliminaLeggo te e mi viene in mente Nives. Hai gli occhi avidi di scoperte, Gioia , e un sorriso che muove dai piedi e spinge sempre più in alto...io ti vedo così, bella.
RispondiEliminaE non era parte di me questo salire e salire, davvero. Non potevo capire la smania di chi cercava una cima, per spaziare...
EliminaChe bel post :) In particolare credo di poter dire di ritrovarmi moltissimo in questo passo: "Andare vuol dire respirare, guardare, scoprire che i piedi non scordano niente." Andare, e farlo veramente... è davvero tutto, racchiude l'essenza della vita e di noi stessi, ci fa scoprire e scoprirci :) E, appunto, respirare davvero. E poi beh, le lunghe camminate, magari anche faticose... non si scordano mai, io ero assolutamente abituale in questo senso... e ancora oggi, a distanza anche di dieci anni o giù di lì, chi se le dimentica?! E il bello è che le ricordo SEMPRE col sorriso :)
RispondiEliminaUn abbraccio Gioia! :)
Ma lei, la porti per sentieri????
EliminaCiao MaurÌ, un abbraccio a te :)
le cose che contano stanno in uno zaino, e ovunque negli occhi di chi le sa vedere...
RispondiEliminascoprire che i piedi non scordano niente.
RispondiEliminaC'affezioniamo ai volti, ai passi, ai luoghi.
C'affezioniamo a tutto, quando stiamo bene.
Buon principio, Gioia.
Vado di fretta e non ho letto,
RispondiEliminavoglio solo farti gli auguri per il 2015
te ne faccio tanti e di tutti i tipi
te usa solo quelli che ti servono
così ne avanza qualcuno che puoi girare ad altri.
Ti vorrò bene anche il prossimo anno angioletto mio.
Ominia mecum porto ma non basta.
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