Me, dieci anni |
A cavallo fra la scuola elementare e i primi anni delle medie, a fine agosto io e la cuginetta venivamo spedite tra i monti con la nonna. I genitori riprendevano il lavoro, ma la scuola faceva ancora vacanza e non era pensabile lasciarci a casa da sole tutto il giorno.
Così soggiornavamo per due settimane a casa della Ester, anche detta la signorina. Io la scrutavo di continuo, per capire dove si fosse annidata la signorina nella sua faccia secca e bruciata dal sole.
E insomma in questo paesino umido e piovoso, con indosso degli improbabili gilet multicolori fatti a maglia dalla nonna, una sera scoprii il primo pelo sotto l'ascella ed ebbi l'impressione che di colpo le mie gambe si fossero allungate a dismisura. Mi sentivo sgraziata, spigolosa, altissima. Fondamentalmente parecchio brutta.
Furono gli sguardi caldi, come carezze, di un giovanissimo pastore (eh, so che pare una storia svizzera di bambini alpini, ma è devvero andata così) a insinuarmi un dubbio. Perchè mi guardava in quel modo, perchè mai stava per ore in cortile, nell'attesa che uscissi di casa con la nonna, solo per dire "ciao" e scappare via correndo?
La nonna rideva di sottecchi.
- Perchè ridi?
- Perchè è sceso giù dritto dalla malga per venire a salutarti. Non hai sentito che puzzava ancora di mucca?
- E perchè voleva salutarmi? Eh?
- Sciocca che sei.
E basta, lei cambiava discorso.
So solo che da quel giorno cominciai a pettinarmi i capelli, prima di uscire di casa. Tantissimi colpi di spazzola, uno via l'altro, con lo stomaco in subbuglio. Perchè mi piaceva, mi piaceva come nient'altro al mondo, quello sguardo caldo, come di carezza.
E insomma in questo paesino umido e piovoso, con indosso degli improbabili gilet multicolori fatti a maglia dalla nonna, una sera scoprii il primo pelo sotto l'ascella ed ebbi l'impressione che di colpo le mie gambe si fossero allungate a dismisura. Mi sentivo sgraziata, spigolosa, altissima. Fondamentalmente parecchio brutta.
Furono gli sguardi caldi, come carezze, di un giovanissimo pastore (eh, so che pare una storia svizzera di bambini alpini, ma è devvero andata così) a insinuarmi un dubbio. Perchè mi guardava in quel modo, perchè mai stava per ore in cortile, nell'attesa che uscissi di casa con la nonna, solo per dire "ciao" e scappare via correndo?
La nonna rideva di sottecchi.
- Perchè ridi?
- Perchè è sceso giù dritto dalla malga per venire a salutarti. Non hai sentito che puzzava ancora di mucca?
- E perchè voleva salutarmi? Eh?
- Sciocca che sei.
E basta, lei cambiava discorso.
So solo che da quel giorno cominciai a pettinarmi i capelli, prima di uscire di casa. Tantissimi colpi di spazzola, uno via l'altro, con lo stomaco in subbuglio. Perchè mi piaceva, mi piaceva come nient'altro al mondo, quello sguardo caldo, come di carezza.
Che faccino adorabile la baby Gioia
RispondiEliminaPenso di non aver mai incontrato un pastore in vita mia
Eh, ti tocca venire a trovarmi. Vicino a casa mia lavora un pastore indiano bravissimo... 😉
Eliminama poi ci racconti anche di quando il nonno ti ha portato a Francoforte?
RispondiEliminaScemotto.
EliminaÉ per te che ho scritto la cosa delle alpi svizzere...espressamente per te 😜
:D
RispondiEliminaLa scoperta del primo pelo sotto l'ascella me la ricordo ancora, per il commento di mia nonna (mia nonna aveva sempre commenti divertenti, me li ricordo tutti).
Ora, per dire, sono io che tolgo i peli sotto le ascelle a mia figlia, che è davvero una bambina bella (io non credo di esserlo stata altrettanto). Lei ride quando le riporto la frase di mia nonna...
Ed un altro pensiero che mi è venuto leggendo del giovanissimo pastore.
C'era un compagno di scuola di mia figlia, russo, che alla fine della quarta elementare è tornato in Kazakistan. In tutti gli anni delle elementari, sono sempre stati in classe insieme e sono sempre stati amici, mai avuto screzi. Lui l'ha sempre difesa quando c'erano altri/e che davano noia a mia figlia.
Lo sai che tutt'ora sono in contatto via email? (La loro scuola dava a ciascuno un email in quarta elementare, quindi usano l'account della scuola). Non si scrivono ogni giorno, ovviamente, ma si sentono ogni tanto.
Ecco, non so se sia/sarà amore, ma questa amicizia mi fa tanta tenerezza.
Che il tempo e la distanza geografica, alla fine, non fanno dimenticare gli amici importanti... (una delle poche cose belle che la tecnologia odierna rende più facile, mantenere i contatti...).
Sei piena di storie tu... :))
EliminaMa sarebbe bello che lo condividessi il commento della nonna!!!
Che dolcezza questo ricordo :) quel periodo in cui non si è più bambine ma neanche ragazze, non ne si comprende la tenerezza se non molti, molti anni dopo.
RispondiEliminaBenvenuta :)
EliminaHo fatto pace con la mia infanzia7adolescenza in tempi recenti...adesso riesco a scriverne :)
Quasi quasi ti vedo...
RispondiEliminaTutta gambe... ;D
Eliminache splendore che eri da bimba !
RispondiEliminaGrazie Fra ;)
EliminaAvevi i gilet di lana di pecora multicolori e t'aveva scambiato per un agnello straniero.
RispondiEliminaUn agnello migrante ;P
EliminaChe tenerezza. Mi piace tutto di questo piccolo spaccato di vita, dai gilet multicolor, alla Ester, allo sguardo docile e invaghito del piccolo pastore.
RispondiEliminaBacino...
EliminaAnch'io a quell'età giravo con l'immancabile gilet di lana fatto dalla nonna.
RispondiEliminaPer fortuna a tinta unita di solito :P
E' che quando erano in tinta unita, sfoggiavo colori tipo verde muschio, beige, marroncino bruciato. Orrore.
EliminaSon colori che ancora tengo a distanza :D
Complimenti per il premio ricevuto da Mariella.
RispondiEliminaInteressante il tuo blog.
Cercherò di seguirti, buon pomeriggio.
Ben arrivata :)
EliminaL'importante è avere bei ricordi e, soprattutto, non aver sprecato il tempo a fare ciao alle caprette...
RispondiEliminaCiao, bellezza!
Le caprette mi ha sempre creato un certo disagio. Chissà perchè...sarà quell'occhio vitreo...
Eliminala dolcezza di questo ricordo mi fa sperare che ci sia stato un proseguo! :)
RispondiEliminaCi siamo scritti credo, per un po'. L'anno successivo, come accade alla ragazzine, io ero diventata una donnetta e lui era ancora un bimbo...
EliminaCiao! Arrivo qui da te dal blog di Mariella in occasione del premio intitolato a Audrey Hepburn.
RispondiEliminaE che bello trovare questo tuo post ad accogliermi... un pò come se fosse una piccola presentazione, questo tenero racconto della prima adolescenza :)
A presto, ripasserò senz'altro a trovarti.
Grazie Maris, ben arrivata :))
EliminaForse è il racconto più bello che hai scritto.
RispondiEliminaE poi quell'adorabile faccino!
Grazie Gus ;)
EliminaColpi di spazzola e stomaco in subbuglio... flash che non si dimenticano, che si ripropongono anzi, in scala diversa magari, e con aspettative tutte nuove...
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