mercoledì 1 novembre 2017

Avanti

I miei accesi alunni
Un professore declama Palazzeschi con i suoi alunni. Si divertono, ridono, il prof gesticola che pare un direttore d'orchestra, i ragazzi recitano in coro.
Guardo questo video incantata e subito mi animo, mi scaldo, vorrei buttar giù due idee, parlare con le colleghe. Fare. Perchè in questi giorni ho un pensiero fisso.
Porto i bambini nel bosco, sono eccitatissimi e felici. Pochi hanno l'attrezzatura adatta, spopolano le scarpe con gli strass, qualcuno indossa i bermuda. Sembrano proprio elementi estranei a tutto quello che c'è intorno, nonostante mostrino autentico interesse per ogni cosa. Indicano, domandano, toccano, raccolgono. Ma scambiano delle bacche per pomodori, mi chiedono se il ruscello che passa sotto il ponte è una discarica. Poi attraversiamo un vecchio borgo di abitazioni in sasso e sento qualcuno dire quelle case sono fuori moda
Come possiamo pensare che si preoccupino di emissioni, clima e ambiente, se questo ambiente non è per loro casa? Il rispetto implica presenza, conoscenza profonda, reciprocità. Non posso aver cura di qualcosa che non sento mio, di qualcosa che vivo come distante e (forse) ostile.
E qui entrano in gioco la scuola, il ruolo dei docenti, i programmi ministeriali, le competenze.
Vedo una scuola che sempre di più si allontana dalla vita, dalle persone grandi e piccole che la abitano, dal loro modo di stare al mondo Una scuola "sulla carta", sempre più asettica e formale, con le mani legate, che non sa volare e non sa mettere ali.
Molti insegnanti sono stanchi, stremati da genitori conniventi con i figli maleducati e fancazzisti, dalla burocrazia che strozza. Altri sono incapaci di lasciar fuori dall'istituto paletti e certezze, prove Invalsi e dirigenti tiranni. 
Ma la buona scuola c'è, anche se purtroppo a macchia di leopardo.
Mi pare che se porteremo la vita in classe e la classe nella vita (bosco, mercato, ospizio, fiume...), se diremo loro - con l'arte e la poesia e le scienze - che possono ancora cambiarlo il mondo, che noi vogliamo sentire quello che pensano, che questa casa non è degli ambientalisti, del sindaco, della regione, del prete, della maestra che parla troppo, ma è il luogo in cui possono scegliere di stare davvero, autenticamente in continuità con ogni forma di vita, allora cambieranno le cose.
Mi vien voglia di dire grazie al prof che declama Palazzeschi e anche al mio di prof, che organizzava quelle riunioni carbonare di giovani lettori nel suo salotto, per il puro piacere di accendere passioni.
Perchè solo chi è acceso desidera e chi desidera sogna e chi sogna e guarda avanti.

27 commenti:

  1. Vai, insegna a cambiare il mondo!

    Io ho avuto un sacco di prof incompetenti, persone veramente orribili a livello umano oltre che didattico. Di molti di loro non ricordo nemmeno il nome o il viso.

    Ma i due che sapevano come prenderci e sapevano cos era importante trasmetterci li ricorderò sempre.

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    1. Ma cone si può essere orribili umanamente e insegnare?

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  2. Grande responsabilità, quella di insegnare. Ché se fai bene, hai modo di formare menti grandiose e soprattutto adulti di buonsenso. Se fai male, aggiungi bruttezza all'anima che vien su brutta. E allontani dalla potenzialità di grandezza.
    Hai grandi doni e sei capace di incanti ed aperture. Ringrazio pur'io quel tuo insegnante. Se non ci riesci tu, a condurre all'automiglioramento, non saprei dire chi.

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  3. sono stato vittima di insegnanti affetti da analfabetismo funzionale a livello variabile e ora temo di esserne portatore insano...

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  4. Io al liceo ancora pensavo che il fragili fosse un albero

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  5. Esattamente.... come potranno prendersi cura di ciò che non conoscono?
    E' un come questa estate quando mia figlia si è messa a raccogliere more da un rovo vicino ad una casa abbandonata (non a Roma.... in Umbria) e tutta felici mi ha detto "E' bellissimo raccogleire le more così". Al volo non capvo l'entusiasmo, poi mi son reso conto che al contrario di me, lei è stata cresciuta molto cittadina e non lo aveva mai fatto.

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    1. Ma sai che mi sono commossa?
      Forse perché sono una raccoglitrice seriale di qualsiasi cosa (pensa che radici profonde ha questo gesto) o perché mi piace da matti il loro essere puliti...

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    2. Io sono un raccoglitore seriale di tutti ciò che è commestibile :) ....

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  6. [...] al mio di prof, che organizzava quelle riunioni carbonare di giovani lettori nel suo salotto, per il puro piacere di accendere passioni

    Ma che bello! :D

    Essere un insegnante è una responsabilità non da poco... secondo me, appunto, ci vuole la vocazione.

    Fai bene a portare i tuoi alunni nel bosco... e che bel bosco, dalla foto! Me li ricordo come sono i boschi nelle vostre zone, è un piacere percorrerli...

    Passione per passione, oggi sono andata a sentire un "talk" di un professore che avevo incontrato tanti anni fa, durante il dottorato. Ecco, quel tipo, che è una mente di quelle eccelse, solidamente preparato nella matematica e nella teoria, è un entusiasta. Ha fatto uno splendido talk divulgativo, ma bello, bello. Roba che ti veniva da dire "ohhhhhh" ed erano cose, se vuoi, di tutti i giorni.
    Dopo un seminario del genere, sapendo da che mente viene, ho pensato che è proprio così che dovrebbe essere l'ambiente scientifico. Bisogna avere passione, e fare le cose al massimo, bene, non tanto per. Che bello è stato rivedere quel professore che si è definito "old man" e "traditionalist" e che ti spiega che la vodka, proprio per la specifica composizione relativa di acqua e alcool, è una miscela che non si espande all'abbassarsi della temperatura, quindi in Siberia possono trasportare le casse con le bottiglie di vodka senza proteggerle dal freddo, anche con -20 o -30.
    :D
    Me lo ricorderò sempre

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    1. Che meraviglia di talk!!!! ;)
      Ecco, solo a leggerti si percepisce quanto ami e ti anima, quello che fai.
      E' un piacere.

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  7. Due volte all'anno(più o meno)ci ritroviamo nella tua città e mia, con i compagni delle elementari, dopo più di 60 anni... per ricordare il nostro maestro delle elementari. Allora non ce ne rendevamo conto, ma ciò che ci ha lasciato ha fatto le radici. Ognuno per la propria strada, ma in linea retta. Scusa Joy, c'entra poco, ma me l'hai fatto tornare in mente...

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  8. Soprattutto quelle riguardanti la conoscenza, che viene solo dai libri.

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  9. Alle scuole medie le professoresse ci fecero fare diverse escursioni tra i boschi e le foreste. Non erano giornate che amavo particolarmente, eppure io tra la natura ci ero cresciuta e conoscevo piante e frutti.
    Bella questa foto dei tuoi alunni in mezzo al verde...ma è spiacevole sentire che questo ambiente gli sia completamente estraneo. Conoscono a memoria tutti i videogames sul mercato ma non sanno distinguere una pianta di lattuga dall'erbaccia. Peccato, un vero peccato.

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    1. Perchè non le amavi? Non erano abbastanza coinvolgenti?

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    2. Non saprei. All'epoca preferivo imparare sui libri piuttosto che in mezzo agli arbusti.
      Poi io soffro molto di vertigini e loro ci portavano anche su zone molto scoscese e guardare giù per me era un vero tormento. Già se ci penso mi viene in mal di stomaco.

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  10. Si però...
    La scuola è inadeguata da che mi ricordo. Programmi ministeriali fermi al regio ordinamento, eventuali lampi di genio di qualche insegnante cassati appena si fossero balenati.
    Basta d'altronde buttare un occhio anche solo alla filmografia per averne cognizione.

    Quello che è cambiato, senz'altro, è il rapporto figli genitori, genitori insegnanti. Per quest'ultimo mi compiaccio di essere all'antica: se un prof ti sgrida, a casa ne prendi il doppio. Poi magari, tra me e me, qualche dubbio può anche assillarmi, sulla capacità dell'insegnante.

    Penso che scuola, prima di tutto, dovrebbero insegnare a studiare.
    Io abolirei i voti. Tanto a cosa possa servire davvero studiare lo scoprirai sempre dopo, alla faccia dei dieci presi a pappagallo.

    Comunque sei fortunata, ad avere i boschi vicino e dei ragazzi entusiasti di avventurarcisi. Non è poco.
    Poi al limite puoi sempre assoldare un Mauro Corona per allargare le conoscenze ;)

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    1. Sono all'antica anch'io. Soprattutto perchè i bambini/ragazzi hanno bisogno di figure autorevoli. Se noi genitori siamo i primi a demolirle e smontarle, sarà difficile per loro non sentirsi allo sbaraglio... Poi ci arrivano da soli a misurare, capire, cogliere, farsi un'opinione personale.
      Da noi niente voti: ci sono mille modi di valutare, che non passano per forza per una definizione di quantità, ma che tengono anche conto del processo...

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  11. Scambiano le bacche per pomodori.
    Che teneri :)

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  12. Questo post dovrebbero leggerlo in molti, specialmente gli "adulti". Quelli che stanno distruggendo i futuro dei loro "figli".

    Continua a portare i bimbi nel bosco, certe emozioni e pensieri nati lì, in quel luogo, daranno nutrimento allla loro anima anche negli anni futuri

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    1. Abbiamo fatto nel silenzio del bosco un lavoro di scrittura...che in classe sarebbe impensabile :)

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La vita è così, stupisce

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