Stamattina sfrecciando al lavoro mi guardavo attorno. Se mai dovessi cambiare nuovamente casa, non tornerei in città.
Il luogo dove ora vivo, diecimila anime su per giù, mi procura l'indicibile piacere del riconoscimento e del senso di appartenenza. Il giusto equilibrio fra orizzonti brevi ed orizzonti vasti.
Per dire.
Vado dal concessionario (che immediatamente propende per un amichevole "tu", ipotizzando situazioni in cui potrebbe avermi già visto, tanto familiare gli sembro) e arriva il gelataio. Saluta, dice che il mio gusto preferito sarà pronto la prossima settimana. Racconta delle tante uova sgusciate per quel tiramisù da guinnes.
E in panificio (che tiene di tutto, non si sa mai), le due signore che chiocciano come Adelina e Guendalina Bla Bla, sanno quale pane vuoi, che tipo di brioche compri il sabato mattina e che lavoro fai. Anche se non gliel'hai mai detto.
Ma è il benzinaio il vero pezzo da novanta. Iniziare la giornata col suo energico ciao amore! (nota bene, alternato a ciao tesoro / ciao bellissima) spesso mi cambia l'espressione.
E poco importa se la sua faccia sorridente e rotonda, pare quella di Krusty il clown.
Una nota, che poco si concilia. Non importa.
La mia amica J sostiene che mai dovremmo mostrare troppo le nostre debolezze. Me l'ha fatto giurare tempo fa, che non l'avrei più fatto. Di espormi nuda, così.
E invece lo faccio ancora J, e ancora lo farei. Ma il resto del mondo, spesso, non è attrezzato.
Una nota, che poco si concilia. Non importa.
La mia amica J sostiene che mai dovremmo mostrare troppo le nostre debolezze. Me l'ha fatto giurare tempo fa, che non l'avrei più fatto. Di espormi nuda, così.
E invece lo faccio ancora J, e ancora lo farei. Ma il resto del mondo, spesso, non è attrezzato.